Bibliomanie

indice del numero 49
giugno 2020, 1980: tra stragi e memorie (a cura di ), Scarica il numero in formato pdf

In questo numero
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In questo numero

Il mistero attiene alla religione, il segreto è una cosa umana. Nelle stragi non ci sono misteri, ma segreti. (Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione tra i Familiari delle Vittime della Strage alla Stazione di Bologna del 2 agosto 1980). 1980 – 2020 a quarant’anni dalle stragi di Ustica e del 2 agosto. Gli anniversari consegnano un […] continua a leggere

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1980: L’Italia sospinta dal riflusso
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1980: L’Italia sospinta dal riflusso

Negli anni ’80 l’Italia vuole lasciarsi per sempre alle spalle stragi e terrorismo. E la vittoria nel 1982 ai Campionati del mondo di calcio segna un punto di svolta: l’orgoglio nazionale rialza la testa, oltre le divisioni ideologiche, geografiche o di classe. Ma già sul finire degli anni ’70, dopo la tragedia di Aldo Moro, gli italiani sono sazi di politica: ovunque si avvertono segnali di un mutamento profondo del Paese. Uno degli slogan di maggior successo del ’68 (“il privato è pubblico”) viene scardinato nel suo significato da eventi mediatici e sociali precisi, che prefigurano (ma in parte anche modellano) un cambiamento radicale: chi sognava la rivoluzione ora si accontenta, più semplicemente, di essere felice. È l’avvio della stagione del Riflusso, termine a cui sono da sempre associati gli anni ’80 (il decennio del disimpegno e dell’edonismo, dell’arricchimento e del consumismo), ma che in realtà viene innescata già nella seconda metà 1978 da una singolare campagna giornalistica del “Corriere della Sera”: l’“amore in prima pagina”, cioè la pubblicazione appunto in prima pagina di lettere anoni continua a leggere

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Rimini di Vittorio Tondelli. La città invisibile e la fenomenologia degli spazi
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<em>Rimini</em> di Vittorio Tondelli. La città invisibile e la fenomenologia degli spazi

L’originalità del romanzo Rimini di Piervittorio Tondelli (1985) risiede nella costruzione, da parte dell’autore, degli spazi nei quali si sviluppano e si intrecciano i fili narrativi costitutivi della trama. Questi spazi conservano tanto un valore sociale e storico, strettamente legato al decennio degli ’80, quanto un immaginario ‘di massa’ che contempera estetica, piacere, divertimento senza regole. Siamo agli albori, in Italia, della ‘società dello spettacolo’: Tondelli racconta i luoghi della riviera romagnola come un grande affresco polifonico risultando, in questo modo, uno dei primi narratori della condizione postmoderna nel nostro paese. Lo spazio giocoso e carnevalesco di Rimini (in antitesi con quello yuppie di Milano, punto di partenza del romanzo) rappresenta una ‘Terra di mezzo’ nella quale il tempo è soltanto quello dell’estate e della festa, sulla quale i personaggi transitano come su una scena, senza aspirare a punti di riferimento stabili, ma soltanto alla performance. Rimini accende di meraviglia lo sguardo del lettore, e tuttavia non è un romanzo superficiale: esso prefigura una città ‘visibile’ continua a leggere

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27 giugno 1980: la strage di Ustica, una lettura storica
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27 giugno 1980: la strage di Ustica, una lettura storica

A distanza di quarant’anni dai fatti, la vicenda nota come “strage di Ustica” presenta ancora diverse opacità. Il lungo iter giudiziario ha concluso che la caduta dell’aereo civile DC-9 Itavia – avvenuta il 27 giugno 1980, con 81 persone a bordo, all’altezza dell’isola siciliana di Ustica – è stata provocata da “un’azione militare di intercettamento”, ma non è stato possibile individuare gli autori della strage. La verità giudiziaria di cui disponiamo – per quanto tragicamente incompleta – e la ricca documentazione oggi consultabile ci consentono tuttavia di inquadrare la vicenda in una prospettiva storica. L’articolo passa in rassegna i diversi aspetti storicamente rilevanti che, insieme, contribuiscono a definire un quadro complessivo della vicenda come problema politico. In primo luogo, illustra i fattori di tensione che attraversano l’area del Mediterraneo nell’estate del 1980, e che riguardano principalmente le controverse relazioni tra Italia e Libia in un contesto di ritorno della competizione bipolare che ha plausibilmente fatto da sfondo ai fatti ricostruiti in sede giudiziaria. L’artico continua a leggere

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2 agosto 1980: narrazione pubblica di una strage
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2 agosto 1980: narrazione pubblica di una strage

La narrazione pubblica della strage di Bologna del 1980, così come quella delle altre stragi dell’Italia Repubblicana, ha contribuito nel corso dei decenni a definire molteplici immaginari diffusi rispetto allo Stato e ai suoi rapporti con la Cittadinanza e con la Giustizia, interrogando costantemente l’opinione pubblica sulla trasparenza e l’operato delle Istituzioni. Le reazioni a caldo riportate dalla stampa, la cronaca dei processi e l’eco pubblica delle sentenze hanno costruito su carta il racconto pluridecennale della strage, delineando il profilo di uno Stato opaco, distante, talvolta Nemico, nel quale personalità di assoluto rilievo sono coinvolte in attività eversive dell’ordine democratico, o quantomeno nel depistaggio delle relative indagini, a dispetto di una società civile che sembra emergere dal discorso pubblico come unico baluardo della Democrazia, ultima speranza di supplire alle mancanze di uno Stato assente. Al disincantato ritratto di un’Istituzione compromessa, corrotta, connivente, nel migliore dei casi impotente di fronte alla politica delle stragi neofasciste, si affianca quello altrettanto im continua a leggere

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I Nuclei Armati Rivoluzionari. Un percorso di storicizzazione
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I Nuclei Armati Rivoluzionari. Un percorso di storicizzazione

Il collegamento tra i NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) e la strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna, di cui sono stati ritenuti responsabili, ne ha paralizzato la lettura come fenomeno e ha generato una narrazione cristallizzata, focalizzata sull’evento, iperdescritta attraverso particolari che possono avere rilevanza in sede giudiziaria ma non per una ricostruzione di natura storiografica.: anni Settanta, lotta armata, destra radicale continua a leggere

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Attualità dell’inattuale. Benito Mussolini: variazioni semiotiche di un dittatore
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Attualità dell’inattuale.  Benito Mussolini: variazioni semiotiche di un dittatore

In epoca contemporanea diamo per scontato, da un lato, l’impossibile ritorno di un fascismo “storico” che abbia le stesse caratteristiche di quello del secolo scorso e, dall’altro, l’inattualità della retorica e dei registri comunicativi di Benito Mussolini. Allora perché per alcuni gruppi sociali l’ex-dittatore d’Italia è ancora di moda? È a partire da questi presupposti e questa domanda generale che il contributo prende le mosse. In particolar modo, l’obiettivo principale di questo saggio è di indagare le risemantizzazioni di Benito Mussolini prodotte specificatamente nella sua città natale, Predappio. Il piccolo comune romagnolo è oggi una meta centrale per gruppi nostalgici e neofascisti che, tre volte l’anno (in occasione dell’anniversario della nascita e della morte di Mussolini e in quello della marcia su Roma), si ritrovano nella piazza del paese per mettere in atto delle pratiche di commemorazione in onore dell’ex dittatore d’Italia. Dopo qualche riferimento contestuale, si indagheranno le variazioni semiotiche che del dittatore vengono prodotte in questo spazio della memoria, d continua a leggere

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La Lega Nord e la reinvenzione dei miti identitari (1984-2010)
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La Lega Nord e la reinvenzione dei miti identitari (1984-2010)

La costruzione identitaria della Padania poggia le sue basi su un complesso e articolato disegno teorico in cui compaiono riferimenti al celtismo, al mondo pagano, al mondo cristiano, alla mitologia fluviale e a un passato mitizzato. Per divulgare il romanzo padano, la Lega Nord non attinge dalla storia, ma si appella piuttosto alla tradizione o alla memoria collettiva. I teorici del partito scelgono abilmente dei simboli che posseggono un’eccedenza semantica che rende possibile una metamorfosi delle attribuzioni di significato, riuscendo dunque a strutturare delle identità collettive attorno a riferimenti spazio-temporali che rinsaldano la memoria di un passato comune (Alberto da Giussano, Pontida, il Sole delle alpi, il Po). La rivista storico-scientifica “Quaderni padani”, attiva dal 1995 al 2011, contiene e riassume il repertorio ideologico che è stato utilizzato per legittimare la storia, la tradizione, lo status dei popoli padani e per rafforzare la coesione sociale, i sistemi di valore e le convenzioni di comportamento. In questa ricerca, attraverso l’analisi di alcuni articoli pubblicati dagli autori, più di duecento, che h continua a leggere

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La ‘Ndrangheta calabrese e la sua evoluzione
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La ‘Ndrangheta calabrese e la sua evoluzione

L’organizzazione criminale denominata ‘ndrangheta ha origini nel periodo post unitario e da allora, è in grado di infiltrarsi e inquinare quasi ogni aspetto della sfera pubblica o privata della società in cui viviamo. Si espande, cresce e recluta. È in grado di adattarsi e affrontare qualsiasi tipo di necessità, divenendo la terza industria economica a livello mondiale. La ‘ndrangheta intreccia strade comunicative tra Stato e politica, tradizione e famiglia, modernità e progresso, passato e presente, mostrando particolare capacità nel mondo degli affari, così come nel ricorrere al delitto d’onore. Vi è la necessità di mantenere integro il potere mafioso di cui si gode dentro e fuori la struttura mafiosa. Dalla «vecchia» mafia al mafioso «nuovo», è così che il fenomeno viene investito da un continuo processo di rinnovamento. Sta proprio nella sua capacità di evolversi che la mafia rivela la sua funzione parassitaria, caratteristica, che insieme all’«area grigia», rappresenta linfa vitale dell’associazione a delinquere. Una buona duttilità e mutevolezza spinge a disegnare l’immagine di un’organizzazione f continua a leggere

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L’Unione Radiofonica Italiana tra il 1923 e il 1927: storia e contesto politico
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L’Unione Radiofonica Italiana tra il 1923 e il 1927: storia e contesto politico

Il contenuto del lavoro consiste in un'analisi storica della radio italiana nell'arco temporale dal 1923 al 1927, descritta tramite le vicende del primo ente radiofonico italiano denominato U.R.I. (Unione Radiofonica Italiana), nato per volere del Partito Nazionale Fascista. Viene contestualizzato l’utilizzo del mezzo radiofonico da parte del fascismo descrivendo come questo strumento abbia contribuito a favorire lentamente la propaganda politica di Mussolini rivolta al popolo italiano tramite un’apposita legislazione in materia di comunicazione radio, e soprattutto grazie ai contenuti delle trasmissioni mandate in onda dalle prime stazioni radiofoniche. Viene analizzato lo sfruttamento della radio da parte del fascismo, che grazie a una propaganda preparata a tavolino riesce a modellare, sebbene in modo confusionario, le necessità politiche di Mussolini tramite i vari palinsesti, strutturati per rispondere a questo tipo di esigenze. Dal lavoro svolto si può considerare il periodo compreso tra il 1923 e il 1927 come l’epoca di costruzione e sperimentazione del sistema radiofonico italiano, sviluppato però dal fascismo in modo da continua a leggere

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Il miserabile nella letteratura europea. Possibile excursus di una presenza scomoda e sfuggente
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Nel seguente saggio l’autore si sofferma, dapprima, sulla complessa definizione di povero e di povertà elaborata dalla cultura occidentale tra il tardo Medioevo e l’esordio dell’età moderna; quindi passa ad approfondire l’uso che di questi stessi concetti ha fatto la letteratura europea ma soprattutto italiana, dal XVI al XX secolo. In particolare, egli dedica ampia attenzione alla svolta segnata, in tal senso, dalla narrativa romantica e poi verista, in quanto capace di introdurre finalmente l’umile come protagonista “serio” dell’opera e di narrarne la vita con sollecitudine e secondo le regole del realismo moderno. Da ultimo, nella parte finale del testo, l’autore indugia su alcuni tra i più rappresentativi scrittori italiani del Novecento, nell’intento di dimostrare come ormai la miseria venga da essi trattata alla stregua di un correlativo simbolico di una più ampia condizione non solo sociale ma anche esistenziale. continua a leggere

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La strage di Ustica. Il tormentato cammino verso la giustizia e la necessità di tener vivo il ricordo
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La strage di Ustica. Il tormentato cammino verso la giustizia e la necessità di tener vivo il ricordo

Mio fratello Alberto è morto sul DC9 Itavia verso le nove di sera di quel 27 giugno 1980; stava raggiungendo la figlia e la moglie che erano a Palermo per qualche giorno di vacanza. Nelle orecchie mi suona ancora la frase di un funzionario dell’Aeroporto Marconi di Bologna che verso le cinque del mattino ci […] continua a leggere

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Strage di Bologna: quarant’anni per la verità. Intervista a Paolo Bolognesi, Presidente dell’Associazione 2 agosto ’80
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Strage di Bologna: quarant’anni per la verità. Intervista a Paolo Bolognesi, Presidente dell’Associazione  2 agosto ’80

Alle 10.25 del 2 agosto 1980, una bomba con tritolo e T4, esplode alla stazione di Bologna causando 85 morti e 200 feriti. È la più grave strage del Dopoguerra. Colpisce al cuore la città medaglia d’oro alla Resistenza ed un Paese sottoposto, dal 1969, ad un continuo attacco eversivo. Inizia da qui il lungo […] continua a leggere

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La strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna nella narrazione dei testimoni
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La strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna nella narrazione dei testimoni

Il progetto Mneo ha avviato, nel giugno 2019, il recupero delle video testimonianze della strage del 2 agosto 1980 avvenuta nella stazione di Bologna, quando alle 10.25 lo scoppio di una bomba distrugge la sala d’aspetto di seconda classe, gremita di persone, e gli uffici dell’azienda di ristorazione Cigar che si trovano proprio sopra l’area, […] continua a leggere

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Intervista a Benedetta Tobagi su Walter Tobagi
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Intervista a Benedetta Tobagi su Walter Tobagi

D. Tuo padre comincia a scrivere su “La Zanzara”, il giornale studentesco del liceo Parini. Che adolescente era Walter Tobagi e come descriveva i suoi coetanei? R. Quando è adolescente, oltre a scrivere su “La Zanzara”, mio padre comincia a collaborare anche con “MilanInter”, settimanale sportivo dedicato alle due squadre milanesi. Quindi non manifesta solo […] continua a leggere

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In tempo di isolamento
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In tempo di isolamento

‘Isolare’, leggo sul De Mauro, è ‘separare da tutto ciò che circonda’. Nel dizionario etimologico è ancora più duro, ‘staccare checchesìa attorno da qualunque corpo’. Eppure isolare viene da isola, e questa parola per me è sempre stata un sogno. Nato dopo la guerra non mi sfiorava l’idea di associarla al confino, come fu durante […] continua a leggere

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COVID-19: al bivio della civiltà
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COVID-19: al bivio della civiltà

Non è stata la prima volta. E con tutta probabilità nella storia dell’uomo non sarà nemmeno l’ultima. Per certi aspetti era anche prevedibile. Numerosi scienziati in tutto il mondo, figure particolarmente lungimiranti come Bill Gates, o esperti fra cui il docente di ecologia Almo Farina, avevano già lanciato l’allarme da diversi anni sul fatto che […] continua a leggere

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Questione di stanze. Virginia Woolf e il suo saggio su donne e romanzo
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Questione di stanze. Virginia Woolf e il suo saggio su donne e romanzo

Il testo che conosciamo come A room of one’s own fu pubblicato per la prima volta il 24 ottobre 1929 dalla Hogarth Press di Londra, la casa editrice fondata e diretta da Virginia con il marito Leonard Woolf, e contemporaneamente da Harcourt Brace & Co. negli Stati Uniti. La ricezione e la vendita del libro […] continua a leggere

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Eros, filosofia e posterità. Proust secondo Georges Bataille
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Eros, filosofia e posterità. Proust secondo Georges Bataille

Premessa Spesso il legame tra filosofia e letteratura è giocato tra due abissi: la perdita e il ritrovamento. L’intera opera di Marcel Proust, soprattutto nel dedalo narrativo di Alla ricerca del tempo perduto, ha intrapreso una trama quasi trapezistica lungo la quale, in bilico ed in perenne rischio, il Marcel narrante ha dipanato la pluralità […] continua a leggere

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Scrivere il viaggio: il nome e il domani. Le cose del mondo di Paolo Ruffilli
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Scrivere il viaggio: il nome e il domani. <em>Le cose del mondo</em> di Paolo Ruffilli

Una ricognizione previa. Per Paolo Ruffilli poesia non è rispecchiamento della realtà, semplice mimesi, magari schizomorfa immagine del mondo. È rifondazione e riorganizzazione del tempo in cui il vissuto si struttura e si dispiega. E ricostruzione dei processi semantici. In questi termini potrebbe apparire una riproposizione della poetica novissima, o forse di quella, oggettiva e […] continua a leggere

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Che cosa penso dei libri
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Che cosa penso dei libri

Questo è l’ultimo contributo di Mauro Conti scritto il 22 febbraio 2020, tre giorni prima della sua improvvisa scomparsa. Lo aveva preparato con la consueta passione e la sua inconfondibile profondità per la biblioteca del Liceo Scientifico Copernico di Bologna dove insegnava. Cosa penso dei libri? Per anni ho condiretto una rivista online dal titolo […] continua a leggere

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A. Agosti, G. De Luna, Juventus. storia di una passione italiana. Dalle origini ai giorni nostri, Utet, Milano 2019
di , Letture e Recensioni

A. Agosti, G. De Luna, <em>Juventus. storia di una passione italiana. Dalle origini ai giorni nostri</em>, Utet, Milano 2019

Giampaolo Ormezzano, una delle grandi firme del giornalismo italiano, nel 2008 narrava, riprendendo un testo di Oliviero Bhea, come la stampa sportiva si passata attraverso tre periodi differenti. Il primo contraddistinto dall’amore, il secondo dall’erotismo, il terzo dalla pornografia. Quest’ultimo riguarda gli ultimi anni in cui la stampa sportiva, come quella pornografica, si è rivolta […] continua a leggere

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Un erudito sulle tracce dei Prima nomina
di , Letture e Recensioni

Un erudito sulle tracce dei <em>Prima nomina</em>

Sui nomi divini è un libro desueto e potenzialmente prezioso: un’edizione commentata (i criteri ermeneutici sono dettagliati nella Nota al testo), una antologia, si dice in quarta, essenziale, volta a diradare un silenzio postumo troppo a lungo protrattosi, quasi una conseguenza inestinguibile, come una pena indelebile da scontare in séguito alla condanna che la censura […] continua a leggere

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Tre interviste di António Ferro a Benito Mussolini (1923, 1926, 1934)
di , Traduzioni, inediti e rari

Tre interviste di António Ferro a Benito Mussolini (1923, 1926, 1934)

L’instaurazione dell’Estado Novo portoghese nel 1933 rappresentò solo l’apice di un lungo processo di crisi e decadimento delle istituzioni liberali. Il periodo della Prima Repubblica (1910-1926) fu fin da subito caratterizzato da forti tensioni sociali e instabilità politica: la mancata realizzazione dell’allargamento del suffragio, l’incapacità del governo nel porre un freno alla crisi economica e […] continua a leggere

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