Bibliomanie

indice del numero 50
dicembre 2020, Percorsi musicali attorno agli anni Ottanta (a cura di ), Scarica il numero in formato pdf

Sulla scelta di percorsi musicali attorno agli anni Ottanta
di , Editoriale

Sulla scelta di percorsi musicali attorno agli anni Ottanta

Il numero 50 è stato costruito immaginando un nucleo tematico sulla musica degli anni Ottanta. Ci siamo mossi sulla scorta delle suggestioni lasciateci da Jacopo Tomatis (Storia culturale della canzone italiana, Il Saggiatore, Milano, 2019) “quando parliamo di musica non parliamo mai solo di musica”. Dietro un genere e una canzone c’è un’articolazione sociale, ci […] continua a leggere

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Roll on John. Lennon quarant’anni dopo
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Roll on John. Lennon quarant’anni dopo

Il saggio traccia l'evoluzione della letteratura biografica su John Lennon che è emersa in un dialogo in corso attraverso l'Atlantico nell'arco di quattro decenni, dagli anni Ottanta fino ad oggi. Esamina e confronta sia la letteratura accademica che quella non accademica, mostrando forza e debolezza dei principali contributi. Procede in tre epoche: una prima fase, che copre gli anni Ottanta ancora largamente dominata, come il resto della letteratura sulla musica rock e pop, da giornalisti, alcuni dei quali diretti testimoni oculari dei fatti narrati, quindi ricchi di dettagli, ma inevitabilmente segnata da forti pregiudizi con una netta opposizione tra favorevoli e contrari a Lennon. Con il XX° secolo sia apre una seconda fase caratterizzata da un maggior numero di contributi scientifici e da una crescente consapevolezza sulle questioni metodologiche e sostanziali in gioco. La terza fase è in corso e apre il campo a una seria discussione sui problemi delle fonti e delle interpretazioni che ancora ci attendono. continua a leggere

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L’esperienza underground nella stampa alternativa italiana
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L’esperienza underground nella stampa alternativa italiana

Fin dalle sue origini, l’utilizzo del termine “underground” si è legato a una condizione clandestina di resistenza e solidarietà. Negli anni Sessanta, grazie all’intervento di Marcel Duchamp e del critico cinematografico Manny Farber, la parola in questione ha assunto connotati controculturali e anticonformisti correlandosi al mondo artistico. Negli Stati Uniti degli anni Trenta, i fumetti erano apprezzati da bambini e da adulti, i quali cercavano anche letture mature e tematiche scottanti. Nascono così le Tijuana Bibles: piccoli opuscoli che raccontano le esplicite avventure sessuali dei personaggi più amati dei fumetti. Da quel primo esperimento sociale nascono le riviste e i fumettisti underground più conosciuti, come Robert Crumb e Gilbert Shelton. Anche in Italia la stampa di movimento conosce decenni di fermento culturale. Da “Mondo Beat” e “Pianeta Fresco” – riviste letterarie particolarmente curate dal punto di vista grafico – si passa alle prime riviste di fumetti: tra le più interessanti, “Puzz” e “Cannibale”. Quest’ultima funge da trampolino di lancio per autori come Andrea Pazienza e continua a leggere

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Da skianto a schiavo: il controcanto civile del punk bolognese
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Da skianto a schiavo:  il controcanto civile del punk bolognese

Il contributo indaga la parabola del punk bolognese dalla fine degli anni Settanta alla metà degli anni Ottanta. Nato nel contesto movimentistico del Settantasette, il primo punk rock felsineo, capitanato dagli Skiantos, sfoggia un’ironia dissacrante e una bolognesità carnevalesca. Nonostante la sconfitta politica del Movimento del ’77, la creatività del sottobosco felsineo non demorde : nel 1979, il Festival Bologna Rock ne segna sia l’apice che un momento di transizione. La fine del decennio segna un inasprimento dell’eversione e delle divisioni politiche ; Bologna è gravemente colpita dagli attentati. Il punk bolognese risente del clima plumbeo e si scinde anch’esso in molteplici rivoli. Nonostante l’emergenza di una declinazione felsinea del «no future», il punk bolognese rimane tuttavia fedele ad una certa indole (post-)politica : se la Bologna riserva degli Indiani metropolitani e città del «Liber Paradisus» roversiano è diventata una prigione, il controcanto civile del punk bolognese continua a tesserne l’elogio paradossale. continua a leggere

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Fight war not wars. Linguaggio visuale e orizzonti di lotta nel punk (1977-1984)
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<em>Fight war not wars</em>. Linguaggio visuale e orizzonti di lotta nel punk (1977-1984)

Il punk è un fenomeno musicale, culturale e politico ancora poco trattato dalla storiografia italiana. Negli ultimi anni alcune pubblicazioni hanno mostrato una rinnovata attenzione a questo oggetto di studio, mettendo a fuoco il punk come dimensione del consumo culturale e dell'attivismo dei giovani degli anni Ottanta. Il saggio si inserisce in questi percorsi di ricerca. In particolare, intende analizzare il linguaggio visuale, grafico e iconografico delle fanzine punk, prodotte in Italia e Gran Bretagna tra la fine degli anni Settanta e la prima metà degli anni Ottanta. Il punk mostra abbondanti eredità dalle avanguardie del Novecento e dalle controculture degli anni Sessanta e Settanta; estrae parole e modelli comunicativi dall'anarchismo e lo elegge come principale orizzonte politico di riferimento. Dall'universo composito del post-punk, attraverso l'interazione tra le diverse influenze artistiche, culturali e politiche, emerge un attore significativo comunemente detto “anarcopunk”. Quest'ultimo diventa uno dei protagonisti dei movimenti dei primi anni Ottanta. A partire dall'originale forma di comunicazione per immagini e sim continua a leggere

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Un fascio di note. La musica alternativa di destra in Italia
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Un fascio di note. La musica alternativa di destra in Italia

Questo articolo si occupa della musica alternativa di destra di impostazione neofascista dalle sue origini fino agli sviluppi contemporanei del rock identitario. Il saggio analizza la nascita di questo genere musicale, avvenuta intorno alla metà degli anni Sessanta, attraverso le prime esperienze cabarettistiche e le prime sperimentazioni musicali. In questo lavoro viene tracciata la storia e esaminata l’attività artistica dei più significativi protagonisti della musica alternativa dagli anni Settanta fino ai primi anni Ottanta. Questo studio avviene analizzando i testi di alcune canzoni, soffermandosi sulle vicende personali e politiche che hanno causato determinate scelte artistiche. È stata anche analizzata la cultura politica della destra neofascista, di cui questo genere musicale si è fortemente alimentato, poiché lo strumento della canzone militante ha rappresentato per anni l’unica forma di espressione capace di tramandare idee e trasmettere conoscenze, rafforzando, così, l’identità e il senso di appartenenza ad un universo politico sommerso. continua a leggere

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La “nuova melodia”: il fenomeno della musica neomelodica negli anni Ottanta
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La “nuova melodia”: il fenomeno della musica neomelodica negli anni Ottanta

Il termine neomelodico compare per la prima volta nel 1997 per identificare un genere musicale composito che si distingue dalla canzone classica napoletana. La sua origine però affonda le radici nella Napoli degli anni Settanta e vede il suo definitivo decollo negli anni Ottanta. Nello stesso momento avviene il passaggio di testimone tra la sceneggiata di Mario Merola e le canzoni di Nino D’Angelo. Il “caschetto biondo” compirà una vera e propria rivoluzione nei testi ibridando la canzone dialettale con la tastiera elettronica e il sound tipico di quegli anni. Un cocktail vincente che lancerà l’artista e la musica neomelodica alla ribalta nazionale con il contributo fondamentale del videoclip e del cinema. Il partenopop lanciato da D’Angelo e altri che lo seguiranno, riesce a spostare il baricentro della produzione neomelodica da una dimensione legata alla narrazione di storie di malavita - che avevano caratterizzato la produzione della sceneggiata napoletana negli anni Settanta - a un’alternativa positiva e leggera fatta di racconti di giovani semplici che si innamorano e si identificano nei modelli della musica pop. continua a leggere

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Nobody and Soul. Polifonie sonore nei romanzi degli anni ‘80
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<em>Nobody and Soul</em>. Polifonie sonore nei romanzi degli anni ‘80

Nel corso degli anni ’80 si stabilisce un nuovo rapporto tra le opere narrative e la musica. La polifonia delle proposte musicali dell’epoca si incontra con quella del romanzo, ne influenza il linguaggio, mettendo in rilievo le dimensioni più intime e drammatiche dei personaggi, il narcisismo e la solitudine in primo luogo. Patrick Bateman, protagonista “senza qualità” di American Psycho di Bret Easton Ellis, o i giovani di Le regole dell’attrazione, everymen degli anni del disimpegno e dell’apparenza, assumono le canzoni di Whitney Huston o di Phil Collins come oggetti identitari, strumenti per rendere evidente a se stessi e agli altri la propria esistenza. Rivelando le tragedie nascoste nelle pieghe della società dello spettacolo, la musica degli anni ’80, con i suoi videoclip e la sua morale “leggera”, apre d’altra parte una via di fuga verso un mondo effimero ma capovolto, rispetto all’etica della carriera e del successo a tutti i costi. Sotto questo punto di vista, Treno di panna di Andrea de Carlo e Alta fedeltà di Nick Hornby, il primo su un versante “minimal”, il second continua a leggere

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Lo studio del canto sociale alla luce dei cultural studies: alcune nuove piste di ricerca
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Lo studio del canto sociale alla luce dei <em>cultural studies</em>: alcune nuove piste di ricerca

Troppo a lungo la canzone sociale è stata analizzata dentro a una dimensione testuale. È necessario invece rileggere questo ampio patrimonio canoro alla luce della socialità che genera e dei circuiti sociali e più avanti economici nei quali si muove. Non va trascurato come nella tradizione italiana il canto sociale sia stato innanzitutto salvato attraverso le registrazioni magnetiche, con un ampio lavoro negli anni Cinquanta e Sessanta, che hanno salvato repertori orali. La musica aiuta a capire la società, suggerisce Franco Fabbri dove le due dimensioni - musica e società - si pongono in una relazione di reciprocità e di stretto collegamento. continua a leggere

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Note politiche: canzoni e cantanti del movimento di indipendenza eritreo
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Note politiche: canzoni e cantanti del movimento di indipendenza eritreo

1. Kagnew Station: un’antenna sul mondo La musica rappresenta un muro portante dell’edificio culturale eritreo. I motivi sono diversi, taluni strutturali, quali ad esempio l’utilizzo della musica nelle cerimonie religiose della Chiesa ortodossa Tewahedo. Vi sono anche ragioni contingenti: tra queste si può annoverare il ruolo strategico che la città di Asmara, capitale dell’Eritrea, ebbe […] continua a leggere

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Significato e attualità di Antoher brick in the wall
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Significato e attualità di <em>Antoher brick in the wall</em>

30 novembre 1979, è un venerdì e il decennio del terrorismo, della violenza politica ma anche delle riforme (Statuto dei Lavoratori, legge sul divorzio, riforma del diritto di famiglia, legge istituiva del Servizio Sanitario Nazionale) è prossimo alla sua conclusione. Il cadavere di Aldo Moro ucciso dalle Brigate Rosse è stato ritrovato da circa un […] continua a leggere

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La Banda della Uno Bianca e “Isola Posse All Star”
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La Banda della Uno Bianca e “Isola Posse All Star”

Alla fine degli anni ’80 una banda di persone semina il panico in Emilia Romagna tra rapine, estorsioni e omicidi. Un fatto in modo particolare colpisce l’opinione pubblica: una pattuglia dei carabinieri viene trovata crivellata di colpi a Bologna, nel quartiere periferico il Pilastro. È il 1991. Sulla stampa dell’epoca si parla di omicidio commesso […] continua a leggere

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Strategia della tensione. Genesi e destino di un’espressione
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Strategia della tensione. Genesi e destino di un’espressione

L’origine L’espressione strategia della tensione nacque in riferimento a alle bombe del 12 dicembre 1969 esplose a Milano e a Roma nel contesto giornalistico britannico, in particolare attraverso il gruppo editoriale del quotidiano «The Guardian» e del settimanale «The Observer» (che ancora oggi esce la domenica, quando «The Guardian» non esce). Entrambe le testate avevano […] continua a leggere

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Attorno a “Rinascere. Storie e maestri di un’idea italiana”
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Attorno a “Rinascere. Storie e maestri di un’idea italiana”

«Continuo, infatti, è il passaggio delle delineazioni di una ‘figura’ tipica agli esempi viventi che la storia offre. D’altra parte, proprio nello sfumare dei tipi, nel loro incontrarsi e intrecciarsi, nel loro continuo suggerirne altri ancora, riemergono in tutta la loro vivente individualità appunto donne e uomini del Rinascimento» E. Garin La pubblicazione dell’ultimo volume […] continua a leggere

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Sulle possibilità della composizione operistica comparate a quelle del teatro di prosa
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Sulle possibilità della composizione operistica comparate  a quelle del teatro di prosa

1. INTRODUZIONE Si tratta, in queste pagine, soprattutto di constatare l’impossibilità dell’opera, e del resto di qualunque altra arte, di andare oltre certuni propri limiti strutturali. Per quanto riguarda la prosa teatrale, poi, d’indagarne la struttura antropologica originaria proprio per contrasto rispetto alla composizione operistica. Evidentemente, tale confronto fra tecniche artistiche abbraccia due specifiche difficoltà: […] continua a leggere

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L’educazione musicale negli anni Ottanta, un’epoca di cambiamenti
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L’educazione musicale negli anni Ottanta, un’epoca di cambiamenti

In questo articolo presenteremo alcuni aspetti che hanno caratterizzato il mondo dell’educazione musicale degli anni Ottanta in Italia, raggruppandoli in cinque categorie: gli aspetti normativi scolastici, la formazione degli insegnanti e alla ricerca, l’associazionismo, le attività editoriali e le correnti di pensiero. Il quadro è di un decennio molto vivace e prolifero per l’educazione musicale, […] continua a leggere

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Il magico crocevia verso il delta del Mississipi. Robert Johnson, il musicista che scese a patto col demonio. Eudora Welty, Nozze sul Delta, minimum fax
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Il magico crocevia verso il delta del Mississipi. Robert Johnson, il musicista che scese a patto col demonio. Eudora Welty, <em>Nozze sul Delta</em>, minimum fax

A San Antonio, in Texas, fu picchiato dalla polizia, arrestato per vagabondaggio e sbattuto in galera, la sua chitarra sfasciata perché s’era messo in testa di suonarla per strada. Era il novembre del 1936 e Robert Johnson era giunto in città da poche ore. Il giorno dopo, nella stanza 414 del Gunter Hotel, avrebbe inciso […] continua a leggere

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L’ombra che disgombra. Su L’ombra del mondo di Pietro Montorfani
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L’ombra che disgombra. Su <em>L’ombra del mondo</em> di Pietro Montorfani

L’ombra lunga della Torre di Siena segna l’ora amena dell’aperitivo, la meridiana in Piazza del Campo «dettava i ritmi lenti / al buon governo». Le età si incorporano, la geografia mostra talora un difetto di corrispondenza con il livello emozionale: dal noto e claustrale si evade e ad esso si fa ritorno, perché è lì […] continua a leggere

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