Bibliomanie

I Federzoni tra politica e cultura
di , numero 56, dicembre 2023, Saggi e Studi

I Federzoni tra politica e cultura

Il presente saggio si propone di indagare, ricostruire e analizzare la personalità e l'eredità di Giovanni e Luigi Federzoni, due figure di rilievo che hanno impresso un segno nel panorama culturale e politico italiano della prima metà del XX secolo. Giovanni Federzoni, benché meno noto al grande pubblico, emerge nel campo della cultura, grazie al suo contributo agli studi danteschi. Curatore di edizioni critiche e commentatore di opere di Dante Alighieri, quali la Vita Nova e la Divina Commedia, G. Federzoni si distinse anche come poeta e saggista. Suo figlio Luigi si affermò come esponente di rilievo, prima, nel movimento nazionalista e, poi, in quello fascista. Cresciuto nello stimolante ambiente culturale bolognese di fine Ottocento, Luigi Federzoni subì il fascino dell’intellettuale Alfredo Oriani e si formò sotto la guida di Giosuè Carducci. La sua carriera letteraria, intrapresa con lo pseudonimo di Giulio De Frenzi, lo vide impegnato nella critica dell'arte contemporanea e nella composizione di opere narrative e teatrali. La sua carriera politica, iniziata ... continua a leggere

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Arpinati e il calcio
di , numero 52, dicembre 2021, Saggi e Studi

Arpinati e il calcio

L’attrazione che lo sport del calcio esercita sul popolo italiano rappresenta un fenomeno che travalica la dimensione ludica e abbraccia la sfera storica, sociale e antropologica. Uno dei più incisivi e visionari intellettuali italiani, Pier Paolo Pasolini, durante un’intervista, del 31 dicembre 1970, rilasciata al giornalista Guido Gerosa del settimanale l’Europeo, definì questo sport come «l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo… Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l'unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro». Esempio tipico di questa moderna liturgia è l’estasi collettiva che segue immancabile le vittorie conseguite dalla nazionale nelle fasi finali dei campionati europei e dei mondiali di calcio. Un rito catartico e collettivo magnificamente rappresentato sul grande schermo dal regista Dino Risi nel celebre finale del film “In nome del popolo italiano” (D. Risi, 1971). L’improvvisa esplosione di entusiasmo, esplicitato dall’ostensione di bandiere e vessilli nazionali, in un paese che per complessi... continua a leggere

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Da skianto a schiavo: il controcanto civile del punk bolognese
di , numero 50, dicembre 2020, Saggi e Studi

Da skianto a schiavo:  il controcanto civile del punk bolognese

Se Bologna celebra oggi le stars internazionali del jazz che l’hanno frequentata nelle centralissime via Orefici e via Caprarie (con tanto di stelle di marmo incassate nel selciato, a mo’ di una felsinea walk of fame), oppure i suoi cantautori (Lucio Dalla in primis, le cui note risuonano in Via d’Azeglio, la cui sagoma si affaccia su Piazza dei Celestini), è doveroso ricordare che, a cavallo tra gli anni 1970 e 1980, il capoluogo emiliano è stato la città più punk d’Italia. In inglese, punk può significare «rifiuto», «scarto», «delinquente», «prostituta», varie accezioni che rimandando comunque sempre alla trivialità e alla marginalità. Il movimento punk stesso è polisemico: trattasi innanzitutto di una corrente musicale che esaspera l’urgenza del rock’n’roll, aumentando i battiti per minuti, saturando ancora di più il suono delle chitarre. Le canzoni sono brevi, i testi essenziali esprimono disagio sociale, rabbia politica, distacco ironico. Il punk è anche una subculture, come la definisce lo studioso Dick Hebdige che dedica uno dei primi studi al... continua a leggere

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Alcune annotazioni sulla storia dell’Alma Mater Studiorum
di , numero 41, gennaio/giugno 2016, Note e Riflessioni

Alcune annotazioni sulla storia dell’<em>Alma Mater Studiorum</em>

L’istituzione che oggi viene ordinariamente definita università si configura, a Bologna, verso la fine dell’XI secolo, allorquando maestri di grammatica, retorica e logica iniziano ad applicarsi al diritto. Secondo la miglior scienza ed esperienza attuali, il 1088 può essere accolto solo come data convenzionale. In quel torno di tempo, comunque, a Bologna si organizza un insegnamento libero e indipendente, in primis, dalle scuole ecclesiastiche: di fatto, al tramonto dell’XI secolo insigni maestri di grammatica, retorica e logica vi studiano e professano il diritto. La prima figura di spicco su cui sono pervenute notizie sicure è Irnerio – padre nobile dei celeberrimi glossatori e, non per caso, soprannominato Lucerna iuris – la cui infaticabile attività di sistematizzazione e attualizzazione del Corpus giustinianeo superò ben presto i confini del Comune. Ab origine gli studenti, per retribuire i professori, cominciarono a raccogliere danaro (collectio), che nei primi decenni venne dato a titolo di offerta, giacché il sapere, dono di Dio per eccellenza, non ... continua a leggere

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