La felicità: declinazioni storiche, letterarie, semiotiche

Se la recente emergenza sanitaria ha costruito narrazioni attorno alla parola “Resilienza”, ormai entrata nell’uso comune con semantiche mobili (a volte persino abusate e irritanti) e adattate ai diversi contesti di adozione (dall’economia alla medicina, dall’organizzazione sociale all’espressione artistica), il periodo post-pandemico sta mettendo in luce le fragilità individuali e collettive che, inevitabilmente, costituiscono l’onda lunga di ogni trauma. La parola “felicità” è diventata così preziosa, anch’essa oggi al centro di nuovi percorsi di indagine tesi a interpretarla come vero e proprio luogo di equilibrio e, dunque, di rinascita. Il rischio è però quello di trasformarla in un contenitore, per così dire, buono per tutte le stagioni, da utilizzarsi come antidoto a storie tristi o apocalittiche. Dopo avere indagato la narrazione della e sulla malattia (n. 53, Malattie, epidemie, dicerie) e dopo avere riflettuto su come letteratura fantascientifica e fantastoria abbiano stimolato il dibattito su... continua a leggere