Quando nel marzo del 1867 il Segretario di Stato statunitense William Seward e il diplomatico russo Eduard de Stoeckl conclusero le trattative per la cessione dei territori dell’Alaska, dalla Russia agli Stati Uniti, sancirono con esse anche il destino di migliaia di persone: «The population of Russian America is about 60,000, of whom at least 50,000 are Esquimaux. The remaining portion of the inhabitants are Russians, Creoles, Kodiaks and Aleoots.» Gli interessi sui territori alaskani erano stati ed erano principalmente di natura economica: mentre i Russi «understood their American experience almost exclusively in economic terms; their chief objective was exploitation of the available resources, mostly furs, on the least costly terms possible», l’opinione americana si concentrava sul passaggio dei commerci già stabiliti nelle proprie mani — «The fisheries are very extensive, but the principal commercial wealth of the country is in its fur trade, which would, henceforth, be altogether controlled by American merchants.» In questo scenario avevano ben poco spazio le opinioni delle popola... continua a leggere
tag: Alaska, Ernestine Hayes, memoria, Nativi, trauma
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La diffusa presenza dell'apparato repressivo fascista, che nelle Puglie si era dimostrato sin dalle origini particolarmente violento, perché costituito da mazzieri assoldati dagli agrari, non fu in grado di prevenire l'onda lunga delle proteste sociali e delle rivendicazioni economiche delle tabacchine che nel Salento cominciarono a manifestarsi già a metà degli anni Venti.
L'unica soluzione, che Concessionari e autorità seppero praticare per contrastare le proteste delle lavoratrici, fu quella della repressione istituzionale, ricorrendo, come agli albori del movimento operaio, al "braccio violento della legge" per incarcerare, per fermare e per minacciare chi scioperava o semplicemente protestava.
In una recente pubblicazione Salvatore Coppola ha tracciato un preciso quadro cronologico e geografico delle numerose lotte sostenute dalle tabacchine nel Salento tra le due guerre mondiali, che precedettero e seguirono il drammatico e tragico eccidio di Tricase del 15 maggio 1935.
Innanzi tut... continua a leggere
tag: 15 maggio 1935, Eccidio di Tricase, fascismo, Lotte sindacali, memoria
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L’idea di una concezione temporale capace di canalizzare gli eventi proviene dallo studio del mondo passato. Lo storico che svolge un’analisi meticolosa spulciando tra i cavilli delle epoche trascorse, studia la sequenza dei fatti, schematizza le vicende dei periodi antecedenti rendendoli più fruibili ai posteri. Ciò non significa semplificare o minimizzare l’accaduto descritto in maniera oggettiva, ma riconsegnare il tracciato storico pervenuto all’interno di un confine spazio-temporale ben definito.
La suddivisione tra medievale, moderno e contemporaneo diviene garanzia di un miglior rendimento scolastico per il discente che decide di dedicarsi agli studi storici cercando di assimilare e comprendere secoli e secoli di vicende umane. Tra passato e presente si instaura una sottile linea di continuità in grado, a volte, di richiamarsi quasi con la stessa funzionalità ontologica e con la medesima intensità emotiva. Un rapporto innovativo che cercherà di dimostrare con criticità una visione oggettiva del reale.
La realtà rappresentata dal pas... continua a leggere
tag: guerra, luoghi, memoria, rimembranza
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Il dibattito sullo statuto della world literature negli ultimi decenni ha acquisito un ruolo sempre più centrale dentro e fuori l’accademia, e ha toccato anche il Giappone, portando all’attenzione della critica un tema finora poco esplorato, quello del rapporto fra la letteratura e la lingua madre, che interseca e collega generi e sottogeneri apparentemente molto diversi quali la letteratura bilingue, la letteratura della migrazione, la letteratura della diaspora. Fra gli scrittori più studiati spiccano Hideo Levy (1950), Minae Mizumura (1951) e Yōko Tawada (1960), accomunati dalla scelta di scrivere in una lingua che non è la loro lingua madre, incorporando liberamente espressioni e parole straniere nelle loro opere, e soprattutto di fare della riflessione sulla lingua il centro della propria ispirazione. Specularmente in anni molto recente si è assistito all’emergere di una nuova generazione di giovani scrittori e scrittrici in bilico fra due lingue e/o fra due mondi: Shirin Nezammafi (dall'Iran), Yan Yee (dalla Cina), Arthur Binard (dagli Stati Uniti) e Tian Yuan (dalla Cina) hanno scelto liberamente e ... continua a leggere
tag: identità, Letteratura nippo-canadese, Lingua, memoria, World Literature
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Quando parliamo di eroismo calcistico facciamo riferimento a calciatori che, in virtù di una particolare eccellenza sportiva e di risultati non comuni, riescono a innescare nei loro tifosi rilevanti e permanenti gratificazioni emotive legate alla condivisione simbolica della gioia e della fierezza che vittorie e meriti sul campo possono suscitare.
Simile forma di benessere psicologico si fonda su un meccanismo detto BIRGing – basking in reflected glory – il crogiolarsi della gloria riflessa, che porta a identificarsi nei successi dei campioni e delle squadre in cui ci si riconosce.
Su questo legame emozionale di fondo possono innestarsi in maniera plastica molteplici forme di identificazione, territoriale, nazionale, etnica, di genere o connesse a significati più individuali.
Alla base di questi processi risiede la natura rituale del calcio. Le partite sono, infatti, dei rituali sociali che alimentano l’appartenenza, la solidarietà e l’identità sociale di chi sente di partecipare a un destino comunitario, di chi condivide felicità e sofferenza attorno alla dedizione per i ... continua a leggere
tag: calcio, eroe sportivo, identità, Maradona, memoria
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