Bibliomanie

numero 56, dicembre 2023
La corruzione come caduta di sistema: sintomi e risposte
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La corruzione come caduta di sistema: sintomi e risposte
di , , Editoriale

La corruzione come caduta di sistema: sintomi e risposte

La storiografia italiana ha, sin dai suoi esordi scientifici, faticato ad integrare tra le sue categorie euristiche il prisma della “corruzione”, malgrado la sua centralità concettuale nella tradizione del pensiero occidentale (basti riferirsi al paradigma aristotelico della “degenerazione evolutiva”) e quindi delle scienze umane latamente intese. In questo senso, nello specifico della dialettica novecentesca, si è assistito ad uno speculare processo di “relativizzazione”, per il quale la fenomenologia della corruzione si derubricava a materia di folclore sensazionalista, in quanto "fuoco fatuo" collaterale all’infinito realizzarsi dello spirito assoluto (se a prevalere era la lettura crociana, con la sua interpretazione idealista del senso della Storia). Una lettura pericolosa che contribuisce a sfumare il confine tra lecito e illecito, rivalutando quest’ultimo in base al fine. In netta contrapposizione alla visione minimalista crociana si poneva un testo precursore come quello di Denis Mac Smith, Storia d’Italia 1861 – 1958, Bari, Laterza, 1959) dove il tema della corruzione trova spazio,... continua a leggere

Saggi e Studi
Le mani sulla città. Una spietata denuncia della Napoli del laurismo.

1. Le mani sulla città. Una spietata denuncia della Napoli del laurismo.
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Questo saggio espone la speculazione immobiliare politicamente guidata che ha devastato il paesaggio civile di Napoli negli anni '60. Attraverso la pellicola Le mani sulla città di Francesco Rosi, un'opera violenta di realismo sociale vincitrice del Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia del 1963, analizza le negoziazioni dietro le quinte d... continua a leggere

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L’Indipendente. Storia di un giornale e del suo direttore

2. L’Indipendente. Storia di un giornale e del suo direttore
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Tra il 1992 e il 1994, l’Italia è sconvolta dall’evento giudiziario di Tangentopoli. Grandi protagonisti del momento sono i media, i principali intermediari tra l’operato delle magistrature e l’opinione pubblica. Il saggio vuole analizzare la storia del giornale “L’Indipendente” e del suo direttore Vittorio Feltri, grandi esclusi dal... continua a leggere

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Costruzione del politico e indignazione morale. Il caso Palermo e l’esperienza della “Primavera”

3. Costruzione del politico e indignazione morale. Il caso Palermo e l’esperienza della “Primavera”
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Nella seconda metà degli anni Ottanta, la città di Palermo sperimenta un laboratorio politico originale, o “anomalo”, come venne definito. Sotto l’escalation mafiosa, matura un rinnovato senso comune volto a superare le incrostazioni del passato, le pratiche consolidate di corruzione, illegalità, malaffare. Il paper, partendo dalla sfida m... continua a leggere

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I dieci giorni che sconvolsero il calcio. Il caso calciopoli nella rappresentazione della stampa

4. I dieci giorni che sconvolsero il calcio. Il caso calciopoli nella rappresentazione della stampa
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Nel corso della sua storia il calcio è stato attraversato da diversi scandali legati a fenomeni di corruzione. Il più clamoroso, esploso nel maggio del 2006, venne definito Calciopoli, con evidente riferimento a Tangentopoli. Le inchieste della giustizia sportiva e ordinaria, basate su numerose intercettazioni telefoniche, portarono alla luce que... continua a leggere

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Quando la fine appare l’inizio: l’evoluzione della lotta armata fra pentitismo e dissociazioni in Brigate Rosse e Prima Linea

5. Quando la fine appare l’inizio: l’evoluzione della lotta armata fra pentitismo e dissociazioni in Brigate Rosse e Prima Linea
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Il contributo propone una rilettura del fenomeno della lotta armata come momento “conclusivo” -e non, classicamente, come fase iniziale e consustanziale all’avviamento del processo rivoluzionario- della parabola storica di Brigate Rosse e Prima Linea. La chiave interpretativa permette di, da un lato, rileggere la dialettica fra organizzazioni... continua a leggere

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Décadence morale dans une société française en pleine dégénérescence à travers Nana d’Émile Zola

6. Décadence morale dans une société française en pleine dégénérescence à travers Nana d’Émile Zola
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Le roman au XIXème siècle représente un moyen qui permet de faire la représentation des faits sociaux. Ainsi, le romancier se donne pour rôle l’étude des actions, des contributions personnelles et du rôle des différents acteurs dans la société. Dans cet article, il s’agit d’étudier Nana, un roman des mœurs de la période du Second... continua a leggere

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Jeune Résistance. La gioventù francese contro la “Gangrène”

7. Jeune Résistance. La gioventù francese contro la “Gangrène”
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La guerra d’Algeria, combattuta tra il 1954 e il 1962, generò in Francia una crisi profondissima, che investì sia le istituzioni sia i valori su cui la République faceva vanto di fondarsi, ma anche le forze politiche del movimento operaio, incapaci di opporsi in modo incisivo al colonialismo francese. Intellettuali, giovani, militanti di sinis... continua a leggere

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28 Maggio 1974, Una ferita sempre aperta

8. 28 Maggio 1974, Una ferita sempre aperta
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La strage di matrice neofascista del 28 maggio 1974 di Brescia è un evento che ha segnato profondamente la storia della città e dell'Italia. Questo si riflette nei monumenti, nelle lapidi e in altro genere di manufatti riferiti alla strage, tutti elementi che rientrano nella definizione di «luoghi della memoria». Gli oggetti di analisi presenta... continua a leggere

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I Federzoni tra politica e cultura

9. I Federzoni tra politica e cultura
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Il presente saggio, partendo da una meticolosa indagine bibliografica e documentaria, si propone di raccontare, sia pure brevemente, la vita e l’operato di Giovanni e Luigi Federzoni, due figure di rilievo che hanno impresso un segno nel panorama culturale e politico italiano (e bolognese) della prima metà del ventesimo secolo. Giovanni Federzo... continua a leggere

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Note e Riflessioni
Mani pulite. Contro il revisionismo

10. Mani pulite. Contro il revisionismo
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Sono passati 30 anni, ma Mani pulite non ha ancora trovato una lettura condivisa. Anzi, il racconto dell’inchiesta sulla corruzione in Italia che nel 1992-93 ha determinato la fine del sistema dei partiti nato nel dopoguerra è diventato più slabbrato e contraddittorio. Oggetto oggi di “revisionismo” e “negazionismo” anche da parte di mo... continua a leggere

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Corruzione fisica e morale. Un tragitto antropologico fra necessità naturale e idealità riformatrice

11. Corruzione fisica e morale. Un tragitto antropologico fra necessità naturale e idealità riformatrice
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Al fine di compiere un itinerario siffatto attraverso il fenomeno della corruzione dal suo darsi come processo empirico avente luogo nel sostrato materico, fino all’atto percettivo mediante il quale il fenomeno viene indagato e pensato, si deve intraprendere un’operazione di oltrepassamento della chiarezza oggettiva con cui lo stesso si offre a... continua a leggere

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The evil of the world: a never-ending cicle or an abyss that keeps collapsing? Gozzi and Baretti: the observer and the whipper of the «corruzione de’ costumi presenti»

12. The evil of the world: a never-ending cicle or an abyss that keeps collapsing? Gozzi and Baretti: the observer and the whipper of the «corruzione de’ costumi presenti»
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Gasparo Gozzi (1713-1786) and Giuseppe Baretti (1719-1789) have been intellectuals who dealt with varied and multiple interests, ranging from theatre, to critique, from reflections on language, to the argumentative or moralizing tendency that characterizes their periodical production. The former one from Venice, the second from Turin, they first me... continua a leggere

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L’innumerevole esistenza. Nota su Maschere e figure di Paolo Ruffilli

13. L’innumerevole esistenza. Nota su Maschere e figure di Paolo Ruffilli
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Maschere e figure. Repertorio dei tipi letterari di Paolo Ruffilli (Il ramo e la foglia, Roma 2023) è una guida alla lettura, o alla rilettura, dei romanzi a partire da personaggi esemplari. Questi i lemmi che si succedono nel libro: il pigro, il libertino, l’ipocrita, l’ingenuo, il bello, la donna fatale, il malvagio, il vanitoso, l’androgi... continua a leggere

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Letture e Recensioni
Proposte di lettura

14. Proposte di lettura
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In occasione del centenario della nascita di Italo Calvino (15 ottobre 1923) sono numerosi i libri usciti per ricordarlo, libri che hanno ricordato la sua vita o analizzando alcuni aspetti significativi della sua opera letteraria. Tra i volumi più importanti va segnalato quello ... continua a leggere

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Invasori, a tutti gli effetti. Un saggio di Raffaello Pannacci sulla campagna di Russia.

15. Invasori, a tutti gli effetti. Un saggio di Raffaello Pannacci sulla campagna di Russia.
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La campagna di Russia ha sempre occupato un posto a sé nella memoria collettiva degli italiani, per le condizioni climatiche in cui si combatté, per l’elevato numero di Caduti e dispersi, per l’epilogo contrassegnato da una prigionia dolorosa, e pure per la fortuna editoriale di una folta produzione memorialistica, al punto d... continua a leggere

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Vincent Van Gogh pittore colto. Al Mudec di Milano, fino al 28 gennaio 2024

16. Vincent Van Gogh pittore colto. Al Mudec di Milano, fino al 28 gennaio 2024
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Una mostra straordinaria che consente uno sguardo oltre i diversi stereotipi che hanno condizionato la narrazione della personalità di Vincent van Gogh (1853-1890). La sua grandezza creativa si scopre legata alla tragica dimensione esistenziale. Molti ricorderanno le trasmissioni del prof. PierCesare Bori, in Uomini e Pr... continua a leggere

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Paolo Valesio: un incontro prezioso. Racconto di un’esperienza

17. Paolo Valesio: un incontro prezioso. Racconto di un’esperienza
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La ricerca ha il pregio e il difetto di essere infinita, di metamorfizzarsi in modo inesorabile. L’effetto Dante mi ha portato a contattare il professor Paolo Valesio via mail. Lo stupore della sua gentile risposta mi ha costretto ad indagare sul percorso dantesco Italia-America-Mondo. Chi più di lui, che ha insegnato n... continua a leggere

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La corruzione dell’io. Recensione di “The social dilemma”, regia di J. Orlowski Docufilm

18. La corruzione dell’io. Recensione di “The social dilemma”, regia di J. Orlowski Docufilm
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«Nothing vast enters the life of mortals without a curse» Sofocle, Antigone Qual è il problema? Silenzio, imbarazzo, sorriso dei guru ‘redenti’ dei social media. Notizie inquietanti di telegiornali sulla dipendenza da internet, che si susseguono con ritmo ansiogeno, me... continua a leggere

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Cecilia Sala, “L’incendio. Reportage su una generazione tra Iran, Ucraina e Afghanistan”, Milano, Mondadori 2023

19. Cecilia Sala, “L’incendio. Reportage su una generazione tra Iran, Ucraina e Afghanistan”, Milano, Mondadori 2023
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L’incendio è il secondo libro di Cecilia Sala, giovane giornalista di esteri attualmente impiegata per “Il Foglio”. Oltre a scrivere per il cartaceo, Sala è autrice e voce di un podcast di successo, Stories, la cui conoscenza può guidare la comprensione del libro: quest’ultimo, infatti, contiene le stes... continua a leggere

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Didactica
Un amore davvero incorruttibile. Due secoli senza Vincenzo Cuoco

20. Un amore davvero incorruttibile. Due secoli senza Vincenzo Cuoco
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La letteratura è una specie di laboratorio che ci permette di elaborare e d’interrogarci su dilemmi morali, talvolta in modo estremo, esagerato. […] Se si suicidasse un nostro amico, saremmo molto turbati e cercheremmo di capire le ragioni del suo atto, e benché molti ritengano che in letteratura lo stes... continua a leggere

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L'Indipendente - Storia di un direttore di giornale e del suo trionfo

Profilo biografico di Vittorio Feltri e note sull’intervista
di Jacopo Quagliani
Vittorio Feltri nasce il 25 giugno 1943 a Bergamo. Perde il padre Angelo quando è ancora un bambino e la madre è costretta a passare molto tempo fuori casa per mantenere la famiglia; perciò, trascorre gran parte dell’infanzia in compagnia di sua zia Tina che ha rappresentato il primo punto di riferimento della sua vita. Grazie a lei impara a leggere e a scrivere all’età di quattro anni, avvicinandosi inoltre al mondo dei giornali e incominciando a sviluppare fin da subito quella passione che lo accompagnerà per tutta la vita. Deciso a non voler mai soffrire la fame in vita sua, inizia, all’età di quattordici anni, a svolgere i primi lavoretti come fattorino, come commesso in un negozio di abbigliamento e come vetrinista, mettendo da parte i primi risparmi. Incomincia a studiare da autodidatta, frequentando la biblioteca della città: qui sarà avvicinato da monsignor Angelo Meli, priore della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo, curioso di conoscere quel ragazzo che passava così tanto tempo da solo sui libri. Frequenta per oltre un anno l’abitazione del prelato dove apprende nozioni di filosofia, storia, italiano, pedagogia e “tante altre specialità”, decidendo di iniziare a scrivere. Monsignor Meli, infatti, raccomanda il giovane ragazzo alla redazione dell’Eco di Bergamo dove inizia a lavorare nel 1962 scrivendo articoli di cinema e svolgendo, allo stesso tempo, altri due lavori come impiegato alla Provincia e come musicista da piano bar in un locale notturno di Lecco. I suoi articoli cominciano ad essere notati e viene così assunto come praticante alla redazione bergamasca de La Notte. A questo punto, Feltri prende la decisione di licenziarsi in tronco dal suo impiego alla Provincia, senza sfruttare l’aspettativa pur essendo padre di famiglia. Rimasto, infatti, vedovo all’età di ventiquattro anni e con due gemelle, si è risposato nel 1968 con Enoe Bonfanti.
La scelta di dedicarsi esclusivamente alla vita giornalistica si rivela un successo. Nel giro di pochi anni i suoi articoli conquistano le prime pagine e passa a lavorare alla redazione milanese de La Notte, sotto la direzione del suo primo mentore giornalistico Stefano “Nino” Nutrizio. Si trasferisce, quindi, nel capoluogo lombardo nel 1973 e vive, in prima persona, gli anni del terrorismo politico nella città meneghina. Trascorre solo un anno e Feltri trasloca al Corriere dell’informazione, giornale del gruppo del Corriere della Sera, dopo che Nutrizio consigliò il suo nome ad Angelo Rizzoli. Lavora sotto la direzione di Gino Palumbo come estensore di cronaca fino a quando, nel 1975, riesce a pubblicare un grosso scoop sul caso di Cristina Mazzanti, una ragazza rapita e morta durante il sequestro. Entrato, infatti, in possesso dei verbali d’interrogatorio dei sequestratori e delle loro confessioni, li fa pubblicare a puntate: la mossa gli vale la promozione ad inviato. Inizia, così, “la stagione dei viaggi, delle trasferte, delle partenze”. Sarà in questo periodo che abbandona le sue idee giovanili di sinistra, che lo avevano portato diciottenne ad iscriversi al Partito Socialista Italiano, e a spostarsi su posizioni anticomuniste. Nel 1977, Walter Tobagi gli propone di passare alla redazione politica del Corriere della Sera, sotto la direzione di Pietro Ottone, offerta che Feltri accetta. Ci rimane fino al 1983 quando decide di assumere l’incarico di direttore di Bergamo-Oggi, ritornando nella sua città natale. La vita di provincia, però, non lo appassiona e sceglie, un anno più tardi, di accettare la proposta del direttore Pietro Castellino di ritornare al Corriere della Sera come inviato speciale. Ci rimane altri cinque anni fino a quando non viene chiamato a dirigere il settimanale L’Europeo, in crisi di vendite a causa dell’ascesa de L’Espresso. Il periodo a L’Europeo si dimostra un grande successo: le copie vendute passano da settantottomila a centotrentamila in due anni, interrompendo il calo dei guadagni.
Agli inizi del 1992, Feltri viene chiamato alla direzione de L’Indipendente, giornale fondato qualche mese prima e già sull’orlo della bancarotta. È durante questo periodo che Feltri si afferma come direttore di giornale: L’Indipendente passerà a vendere, nel giro di un anno, dalle tredicimila copie iniziali alle oltre centotrentamila. Un successo dovuto alla grande abilità di Feltri di saper cavalcare l’onda mediatica di Tangentopoli, sfruttando anche la sua amicizia, risalente dai tempi di Bergamo, con il magistrato Antonio Di Pietro, principale fonte del giornale di Feltri. Il successo a L’Indipendente porta il giornalista bergamasco ad accettare di passare alla redazione de Il Giornale il 20 gennaio 1994, abbandonando L’Indipendente ad un immediato declino che sarebbe culminato con la chiusura del quotidiano qualche mese dopo. Il neodirettore rimane alla direzione del giornale per quasi quattro anni e porta il numero delle vendite da centotrentamila a duecentocinquantamila copie. Durante questo periodo, Feltri rompe l’amicizia con Di Pietro per dare vita a numerosissimi attacchi mediatici contro il magistrato con altrettante querele da parte del giudice. Il numero dei procedimenti giudiziari contro Il Giornale è così alto che l’amministrazione è obbligata a raggiungere un accordo con Di Pietro: il 7 novembre 1997 il direttore è costretto a scrivere una lettera di scuse al magistrato e a pubblicare su Il Giornale un lungo servizio di due pagine in cui vengono smontate tutte le accuse all’eroe di Mani Pulite. Feltri, disgustato, lascia la direzione del quotidiano di Silvio Berlusconi. Nel 1998 assume la direzione de Il Borghese, mentre continua la sua collaborazione con Panorama e Il Messaggero, iniziata già dai tempi de Il Giornale. Questa volta, però, la nuova direzione di Feltri non fa decollare il settimanale fondato da Leo Longanesi e già un anno dopo passa al Quotidiano Nazionale, abbandonando anche questo dopo un anno. Feltri decide così di fondare il proprio giornale: nel 2000 dà vita a Libero. Ci resta per nove anni, per poi ritornare a Il Giornale: inizia quell’altalena tra i due quotidiani che dura fino ai nostri giorni. Feltri attualmente è direttore de Il Giornale, carica che ha assunto nell’agosto 2023, pur non essendo più iscritto all’Ordine dei Giornalisti da cui è fuoriuscito il 26 giugno 2020, nauseato dalle continue polemiche della Corporazione riguardo alla sua attività “politicamente scorretta” di giornalista.
L’intervista nasce dalla volontà di voler conoscere, tramite le parole del principale protagonista, la storia del giornale L’Indipendente sotto la direzione di Vittorio Feltri, avvenuta tra il 1992 e il 1994. Questa storia, spesso ignorata o minimizzata dalla storiografia del giornalismo italiano, è importante perché le vicende del giornale si intrecciano con quelle dell’evento storico di Tangentopoli. L’indagine Mani Pulite contro la corruzione politica italiana ha rappresentato non solo un enorme caso giudiziario, ma anche uno spettacolare evento mediatico. Senza il supporto di giornali e televisioni, l’indagine condotta da Di Pietro e colleghi non avrebbe mai avuto successo. L’Indipendente è stato in prima linea nel sostenere le indagini e nell’attaccare la classe politica del tempo, imitato da molti altri quotidiani più famosi e autorevoli. Poter avere un racconto di quegli avvenimenti tramite Vittorio Feltri significa non solo avere un racconto in prima persona delle vicende di un giornale, ma anche degli eventi che in quegli anni sconvolsero l’Italia.
Le domande poste al direttore si ponevano l’obiettivo di analizzare alcune delle posizioni di cui il giornale si faceva portatore, in particolar modo il sostegno incondizionato ai giudici di Mani Pulite e i feroci attacchi contro la cosiddetta partitocrazia. Posizioni che erano comuni a molti giornali del tempo e di cui L’Indipendente ne era sicuramente un simbolo. Viene a mancare, invece, l’approfondimento di altri aspetti come, per esempio, il forte sostegno che il quotidiano diede alla neonata Lega Nord. Le domande, inoltre, non avevano il compito di criticare l’atteggiamento di Feltri, completamente cambiato dopo il suo passaggio a Il Giornale, né tantomeno di dimostrare una qualsiasi tesi. I quesiti avevano lo scopo di far emergere la storia e il punto di vista del giornalista bergamasco, lasciando il giudizio morale e storico allo spettatore. Il video finale risulta essere un sintetico estratto di questa analisi e di questo colloquio.
L’intervista, purtroppo, risente a livello tecnico della carenza di mezzi professionali di chi l’ha effettuata, come si può vedere sia a livello di audio che di video.
Nel concludere, si ringrazia il direttore Vittorio Feltri per la disponibilità e il professore Andrea Broglia per il prezioso aiuto, senza il quale questa intervista non sarebbe stata possibile.