Bibliomanie

«Il ridicolo animale eretto» di Maurizio E. Serra
di , numero 41, gennaio/giugno 2016, Letture e Recensioni

«Il ridicolo animale eretto» di Maurizio E. Serra

Un’anti-vita di Svevo la si può ben intendere senza troppi sforzi: la sua è un’opera compatta, corrosiva, contorta, abbastanza breve, se commisurata alle odissee letterarie dell’epoca, di cui però non sono stati ancora analizzati tutti i recessi, i sotterfugi, gli ostracismi. Ma la sua vita? Anzitutto, esiste per un biografo? Oppure occorre ricercare soltanto nei libri un personaggio così lontano dall’immagine dell’homme de lettres? E se, al contrario, la vita fosse stata solo uno scartafaccio dell’opera, quanto ne resta che sia capace di turbare, sedurre, inquietare? Che dobbiamo scoprire ancora in uno scrittore che del rifiuto di apparire – o semplicemente di farsi notare – ha fatto il perno della sua vocazione, la misura della sua identità? La scelta fu dettata, per più motivi, dalle circostanze. Nato nel 1861, Svevo è il più vecchio dei tre grandi scrittori italiani della sua generazione: lo seguono D’Annunzio, nel 1863, e Pirandello, nel 1867. Ma, a differenza degli altri due, sarà accettato dal mondo letterario solo negli ultimi due o tre anni della sua vita – i «mille giorni»... continua a leggere

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