Bibliomanie

Dalì, il tempo e i quadri infranti
di , numero 39, maggio/agosto 2015, Note e Riflessioni

Un classico mito scientista che all’inizio del XX secolo va in frantumi è la visione della natura come un preciso e gigantesco orologio. Newton parlava di dio come un grande orologiaio. Per Keplero la macchina dell’universo era simile a un orologio. Cartesio considerava i corpi, – di uomini o di animali non faceva differenza – automi, per Hobbes il cuore era una molla e per Harvey una pompa. L’enorme meccanismo automatico (l’orologio-natura), che si muove secondo movimenti determinati e ripetitivi svanisce dissolto dagli schizzi imprevedibili e frenetici del tempo. Il più bizzarro tra i surrealisti, perché stravagante ed estroverso anche nello stile di vita che si fa tutt’uno con l’arte, Salvador Dalì, lo ha raffigurato in modo mirabile in uno dei suoi capolavori più celebrati: La persistenza della memoria. Il dipinto mostra, in un’atmosfera crepuscolare, il naufragio degli orologi sopra una spiaggia desolata, dominata da una scogli... continua a leggere

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Il Sileno e il Titano. Salvemini contro Mussolini
di , numero 33, maggio/agosto 2013, Saggi e Studi

Con l’avvento al potere del fascismo, sul finire del 1922, Gaetano Salvemini, spirito indomito e coraggioso, temprato dagli stenti nella tenerà età, la famiglia era numerosa e scarsi erano gli averi, e dalla tragedia nella maturità, a Messina perse sotto le macerie del terremoto del 1908 una sorella, la moglie e i cinque figli, ingaggia la sua battaglia più aspra e lunga, per la difesa della libertà e della democrazia; altre già ne aveva combattute contro il ministro della malavita, per il Mezzogiorno, per gli insegnanti, per il suffraggio ai poveri cristi, per l’intervento nella guerra mondiale, e ne portava adosso, tutt’interi, i segni e le fatiche. In un primo momento la reazione di questo veterano coriaceo e dalla scorza dura all’ascesa fascista non fu ostile, perché giudicò l’esperienza mussoliniana, dopo un periodo di grandi e violente convulsioni, come utile al ripristino dell’ordine civile, ed anche in considerazione dell’indignazione... continua a leggere

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Un dibattito a tre voci. Storia: arte o scienza?
di , numero 28, gennaio/marzo 2012, Didactica

L’Ottocento fu l’epoca d’oro della storia e l’età della maturità della storiografia; da alcuni, con maggiore enfasi, fu addirittura celebrato come “il secolo della storia”. In precedenza una prodigiosa “rinascita” di studi e d’interesse per la disciplina si registra nel Cinquecento, che va quindi collocato su un ideale podio. Dopo reiterati tentativi di aggiramenti, puntualmente respinti e coronati da fragorosi insuccessi, alla storia vengono finalmente aperti i cancelli dell’Accademia; insediandosi in pianta stabile nelle Università, diventa materia d’insegnamento nei curricula e nei percorsi di formazione dei giovani delle classi dirigenti. Da Gottinga, negli anni ‘70 del secolo dei lumi, per poi passare il testimone dell’iniziativa a Berlino nella prima parte dell’Ottocento, prende avvio e si sviluppa il moto riformatore delle Università, s’introduce il metodo del seminario e, colà, si rinnovano la storiografia e i suoi metodi ad ... continua a leggere

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Arnaldo Momigliano e il tempo dell’Enciclopedia
di , numero 27, ottobre/dicembre 2011, Note e Riflessioni

L’esperienza di Arnaldo Momigliano all’Enciclopedia Italiana è un aspetto molto spinoso e controverso della sua biografia intellettuale su cui non sono mancate polemiche e critiche.Al pari di altri giovani storici, divenuti poi “grandi” (F. Chabod, D. Cantimori, W. Maturi), e intellettuali “non fascisti” se non palesemente antifascisti come il maestro Gaetano De Sanctis, o il filologo orientalista Giorgio Levi della Vida, Momigliano contribuì a costruire quel monumento cartaceo, quella gigantesca impresa culturale deputata a dar lustro e prestigio al Fascismo allora, e all’Italia anche in seguito: l’Enciclopedia Italiana. Momigliano cominciò a collaborarvi già dal 1930 e il suo apporto... ... continua a leggere

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