Bibliomanie

Suggestioni massoniche nell’opera di D. W. Griffith e di C. B. Demille
di , numero 38, gennaio/aprile 2015, Note e Riflessioni

Fine ultimo (dichiarato) della Massoneria è il miglioramento dell'uomo e dell'umanità, attraverso un perfezionamento graduale. Essa promuove tra i suoi aderenti la ricerca incessante della verità per realizzare la fratellanza universale del genere umano, caratterizzandosi in molte fasi storiche per la sua segretezza. Tema fondamentale è quello della libertà, requisito indispensabile per essere ammessi al suo interno, e accanto a esso valori universali quali, fra gli altri, lealtà, amicizia, fedeltà, sincerità, bontà e altruismo, nello spirito di una tolleranza universale. David Wark Griffith (1875-1948) e Cecil Blount DeMille (1881-1959) sono considerati, a ragione, fra i padri di quel cinema americano che hanno contribuito a rendere famoso in tutto il mondo. Notoria è la loro partecipazione alla Massoneria ma purtroppo non abbiamo scritti che ne testimonino l’attività latomistica. Scopo dell’articolo è quindi indagare come la loro esperienza ... continua a leggere

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La lunga attività del cavalier Gazzoni. Imprenditore sui generis fra Bologna e l’Europa
di , numero 37, settembre/dicembre 2014, Saggi e Studi

L’immagine che meglio sembra descrivere il rapporto fra l’imprenditore Arturo Gazzoni e la Massoneria è quella di un fiume carsico, che in alcuni frangenti scorre sotterraneo e, in altri, riemerge con forza in superficie. Già nelle precedenti edizioni di Bologna massonica altri autori – Stefania Mirandola e Giuseppe Scarenzi – avevano fornito le poche notizie disponibili sull’attività latomistica di Gazzoni. Viene iniziato libero muratore l’11 marzo 1908 nella loggia Carlo Pisacane di Roma, promosso Compagno d’Arte il 6 aprile e, infine, elevato al grado di Maestro Venerabile della loggia “ça ira” di Bologna, diventando in seguito presidente della loggia di rito Simbolico Italiano. In cerca di altre fonti, ci siamo imbattuti in una rivista quanto mai curiosa – il “Mulo” – che, in un supplemento del 1914, pubblica entusiasticamente l’elenco dei vertici del Grande Oriente d’Italia, delle Logge regionali del Rito Simbolico, di Log... continua a leggere

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Michele Perriera tra pessimismo della ragione e ottimismo della volontà
di , numero 35, gennaio/aprile2014, Note e Riflessioni

Autore di romanzi, racconti e saggi, drammaturgo e regista teatrale, impegnato intensamente anche nell’attività giornalistica, ad esempio con “L’Ora” e con “Repubblica”, Michele Perriera è stato un attento osservatore della realtà e un intellettuale militante; numerosi sono stati i suoi interventi su questioni civili e politiche, esaminate puntualmente nella carta stampata e nei saggi e accolte, al netto di opportune trasfigurazioni, anche nelle opere narrative. Una possibile chiave di lettura della sua poetica è offerta dalla famosa espressione di Romain Rolland (mutuata poi da Gramsci e sotto quell’insegna soprattutto nota in Italia): “Il pessimismo della ragione, l’ottimismo della volontà”. Nella sua opera, infatti, Perriera indaga in profondità il reale, senza sconti di sorta, rivelandone la negatività, con un particolare accento al sempre crescente ruolo del denaro e all’invasività del potere; e tuttavia, con insperata volo... continua a leggere

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L’insegnamento come processo di ricerca morale. Intorno e attraverso Reasons for Learning di J. G. Nicholls e T.A. Thorkildsen
di , numero 34, settembre/dicembre2013, Didactica

Le persone, a differenza delle macchine, non possono essere assemblate da altri. Hanno certamente il diritto di ricevere stimoli e aiuti, ma in definitiva non possono esimersi dal partecipare al loro processo educativo, in accordo a una nuova visione di paideia, secondo cui la conoscenza si rigenera nella mente degli allievi. In anni in cui è maggiormente vivo il rischio che la scuola assomigli sempre più ad un Mc Donald, gli insegnanti a operai di una catena di montaggio e gli alunni a panini pre-confezionati, può tornare di attualità il lavoro di John G. Nicholls e Theresa A. Thorkildsen, Reasons for Learning, opera che, già nel lontano 1995, metteva in guardia dai pericoli del totalitarismo culturale. Il testo dei due studiosi americani si inserisce nel lungo e fecondo dibattito intercorso tra pedagogia tradizionale e pedagogia progressista riguardante le tecniche d’insegnamento. La prima si concentra sulla chiarezza espositiva, sull’apprendimento... continua a leggere

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