Bibliomanie

Seamus Heaney, Attraversamenti
di , numero 5, aprile/giugno 2006, Letture e Recensioni

In un’intervista televisiva a Ezra Pound, Pasolini rivelava all’anziano poeta di vederlo non come un innovatore, ma come un uomo che in fondo ad un pozzo era intento a trarre fuori materiale primigenio, ricordi e passato per trasformarli in poesia. Ricordo bene l’espressione per nulla sorpresa di Pound che senza fare cenni col capo approvava impassibilmente la definizione. ... continua a leggere

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Il cinema e la poesia di Montale e Sereni
di , numero 4, gennaio/marzo 2006, Didactica

In “Lisbon story” (1994) Wim Wenders ci mostra un ossuto Rudiger Vogler che parte alla ricerca dell’amico regista. Dopo una serie di avvenimenti apparentemente avventurosi per quella sorta di candido stupore che la vita conserva agli occhi ancora fanciulleschi di Wenders, lo trova errabondo in Lisbona intento con una piccolissima videocamera alle spalle, a girare immagini mai viste e mai montate. Le uniche immagini vive sono quelle che nessuno mai conoscerà, rimanendo così intatte e senza manipolazioni. I nodi della cinematografia wendersiana vengono così allo scoperto. Da un lato l’impossibilità di fare il cinema, conclusione a cui era giunto molto prima Godard, e dall’altro l’impossibilità di vivere senza. ... continua a leggere

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Giovanni Raboni, La poesia che si fa. Cronaca e storia del Novecento poetico italiano 1959-2004
di , numero 4, gennaio/marzo 2006, Letture e Recensioni

Capita sovente di incontrare l’uomo prima ancora del poeta rovistando fra minute ed epistolari. È il caso di Montale, il quale rivela la sua umanissima tensione artistica in quel vedersi “albero bruciato dallo scirocco anzi tempo” e nel coraggio con cui dichiara all’amico Svevo di avere un “temperamento polarizzato nel senso della lirica e della critica”. ... continua a leggere

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London Pronto soccorso per scrittori esordienti
di , numero 4, gennaio/marzo 2006, Letture e Recensioni

Che vita! Cercatore d’oro nel Klondike, ricchissimo e poverissimo, timido ed esibizionista, socialista e nietzschiano, operaio, lavapiatti e scrittore infaticabile. Nessuno può permettersi di vantare un curriculum vitae quale quello di London in cui gli estremi dell’esistenza si sono toccati e scontrati, in cui hanno convissuto gioia sfrenata e disperazione rabbiosa. In poco meno di quindici anni di attività frenetica riuscì a guadagnare una cifra che si aggira attorno al milione di dollari e a dissiparla. Fra il 1900 e il 1920 egli fu lo scrittore più letto al mondo. E poi? Cosa rimane oggi di questo campione d’incassi, crociato della vocazione letteraria più genuina e spudorato mesteriante? ... continua a leggere

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Ètienne Gilson, Biofilosofia da Aristotele a Darwin e ritorno
di , numero 3, ottobre/dicembre 2005, Letture e Recensioni

Fin quando gli opposti pensamenti di un Hegel e di un Kierkegaard promettevano all’uomo la presenza nel mondo dell’Assoluto, l’esito positivo dell’esistenza sembrava garantito. Oggi, dopo che l’Idea hegeliana e il Singolo kierkegaardiano si sono consumati a vicenda, l’uomo è ridotto alla sua miseria essenziale, è ritornato nell’angosciosa attesa come nel momento della caduta nel primo peccato. […] La filosofia divincolatasi dai morbidi cuscini dei sistemi, vive con l’asperità della lotta nella “fede” per l’esistenza e punta diritta sull’essere. ... continua a leggere

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Tobias Wolff, Quell’anno a scuola
di , numero 3, ottobre/dicembre 2005, Letture e Recensioni

Lo ammetto. Non amo questa nuova collana dell’Einaudi e non sono fra quelli che fanno la fila per acquistare le ultime novità. Fatto un debito conto riesco a leggere un libro e un autore solo dopo un certo tempo, solo dopo un certo numero di anni. E molto spesso il tempo che lascio passare permette a un autore di scomparire o di morire. In entrambi i casi comunque la faccenda si fa molto più stimolante o molto più seria. ... continua a leggere

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Georges Simenon, Memorie intime
di , numero 3, ottobre/dicembre 2005, Letture e Recensioni

Al ritmo di quattro uscite all’anno, la casa editrice Adelphi sta completando dal 1993 la pubblicazione in Italia delle opere di Simenon, 76 romanzi e 26 racconti dedicati alle inchieste di Maigret. L’uscita più recente è Maigret e la giovane morta, ma altri due titoli non di serie poliziesca sono apparsi nel 2005 (L’orologiaio di Everton e Luci nella notte) ed è annunciata La casa sul canale. ... continua a leggere

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Hans Tuzzi, Il maestro della testa sfondata
di , numero 3, ottobre/dicembre 2005, Letture e Recensioni

In un articolo comparso sul Corriere della sera il 14 dicembre del 1996 dal titolo Novecento a scuola, Pier Vincenzo Mengaldo affermava di avere scoperto in gioventù gli autori allora suoi contemporanei fuori dalle aule in quella “civilissima istituzione delle bancarelle dell’usato”. Al di là delle conclusioni a cui arriva lo studioso, ciò che in questa breve battuta mi colpisce è la straordinaria consapevolezza che Mengaldo, lettore appassionato, dimostra di possedere di fronte all’oggetto del proprio interesse. ... continua a leggere

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Beppe Fenoglio, Epigrammi
di , numero 3, ottobre/dicembre 2005, Letture e Recensioni

“Fenglese” è il termine che gli studiosi che si sono occupati dell’inglese di Fenoglio hanno coniato per definire quell’idioletto che egli usa per i propri romanzi, sottolineandone l’arbitrarietà delle scelte lessicali e grammaticali. Un modo spiritoso forse, come non manca di sottolineare Dante Isella, ma che non potrebbe avere altra caratterizzazione che quella della libertà di scoprire una lingua favolosa nella quale lo scrittore di Alba si immerge “come un pesce si immerge nell’acqua”. ... continua a leggere

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La poetica della memoria in Montale e Sereni
di , numero 2, luglio/settembre 2005, Saggi e Studi

In una situazione in cui la percezione del reale si muove, per citare le parole di P. Florenskij, attraverso una prospettiva rovesciata, appare inevitabile che la poesia di Montale e Sereni si rivolga al passato e alla memoria. Non vi è – è ovvio – una visione storicistica o dialettica della vita ma la ricerca di un qualcosa di fermo e stabile da salvare. In questa ricerca sta forse la divergenza più importante fra Montale e Sereni perché, se per il secondo il passato si giustifica alla luce del presente e riviverlo è l’unico modo per vivere nell’adesso, per il primo la storia degli errori resta imperturbata. ... continua a leggere

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Dostoevskij e Scorsese
di , numero 2, luglio/settembre 2005, Note e Riflessioni

“Diventare qualcuno in un quartiere dove tutti erano nessuno”. Sincera come una tegola in testa, questa affermazione del protagonista di Good fellas di Martin Scorsese contiene in sé la forza di un significato che va oltre alle parole stesse e la tenacia di una volontà la cui pervicacia non conosce rimpianti o perplessità. Di più. Essa contiene la violenza della prevaricazione nella consapevolezza tutta biologica di un istinto di sopravvivenza che per adattarsi è costretto ad una battaglia i cui colpi sono quasi sempre mortali. Che differenza c’è fra i film di Scorsese e Il richiamo della foresta di London? ... continua a leggere

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Ernest Hemingway I quarantanove racconti
di , numero 2, luglio/settembre 2005, Letture e Recensioni

Ogni stagione ha la sua lettura. Ecco una verità sulla quale non ci sarà mai da discutere. Come ogni teorema che si rispetti una simile affermazione necessita però di corollari, di approfondimenti. Credo infatti che la suddivisione in stagioni sia un po’ troppo sommaria; sono solo quattro, ma soprattutto sono troppo brevi: i libri da leggere sono molti di più. Meglio dunque dire che ogni mese ha la sua lettura. Certo non si risolve il problema del tempo, quello per leggere è sempre troppo poco, ma almeno si raggiunge un ordine con il quale è più facile procedere. Prendiamo, ad esempio, settembre. Per me è il mese di Simenon e più precisamente di Maigret. ... continua a leggere

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R. Kipling Il risciò fantasma e altri racconti dell’arcano
di , numero 2, luglio/settembre 2005, Letture e Recensioni

Forse aveva davvero ragione Renato Serra quando diceva che Kipling è l’autore che meglio di altri sa trarsi d’impaccio nel momento più difficile di un romanzo, l’incipit. Basterebbe leggere quello con cui disinvoltamente dà il la a quel breve e meraviglioso racconto che è Il risciò fantasma che assieme ad altri costituisce il volumetto con cui nel 1888 esordì: “Uno dei pochi vantaggi dell’India sull’Inghilterra è la facilità nel fare conoscenza”, frase, questa che la dice lunga sulla profonda consapevolezza che il suo giovane autore aveva di ciò che l’impero britannico sarebbe stato per il mondo, ma anche su ciò che esso avrebbe rappresentato per l’immaginario collettivo. ... continua a leggere

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Primo Levi, Se questo è un uomo e Il sistema periodico
di , numero 2, luglio/settembre 2005, Letture e Recensioni

Perciò questo mio libro, in fatto di particolari atroci, non aggiunge nulla a quanto è ormai noto ai lettori di tutto il mondo sull’inquietante argomento dei campi di distruzione. Esso non è stato scritto allo scopo di formulare nuovi capi di accusa; potrà piuttosto fornire documenti per uno studio pacato di alcuni aspetti dell’animo umano. Uno degli aspetti più interessanti dell’opera di Primo Levi consiste in quella sua strepitosa capacità, che corrisponde ad una preliminare esigenza chiarificatrice, di fare cronaca in un certo senso senza farla, senza cioè rispettare un ordine cronologico, un rapporto di causa-effetto. ... continua a leggere

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Divagazioni su Primo amore di Turgenev
di , numero 1, aprile/giugno 2005, Note e Riflessioni

Ricordo con precisione (avevo diciannove anni) il giorno in cui il professor Raimondi durante una sua lezione ci spiegò di come l’amore per un libro nasca molto spesso dalla curiosità risvegliata dalla discussione con un amico più che dalle incombenze universitarie. Di lì a poco avrei visto, guarda caso consigliato da un amico, quel meraviglioso film nel quale F. Truffaut, che ne è anche il protagonista, narra le vicissitudini di una troupe impegnata nelle riprese di un lungometraggio. Nel finale lo stesso Truffaut parla, con una certa invidia, dell’amico attore che è stato chiamato per girare una versione di Primo amore di Turgenev ambientata in Giappone, un’idea, a suo modo di vedere “splendida”. ... continua a leggere

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B. Pascal, Pensieri
di , numero 1, aprile/giugno 2005, Letture e Recensioni

Ci fu un uomo che, a dodici anni, con alcune aste e cerchi, aveva creato le matematiche; che a sedici, aveva fatto il più dotto trattato sulle coniche mai visto dall’antichità in poi; [...] che, all’età in cui gli altri uomini cominciano appena a nascere, finito di percorrere il cerchio delle scienze umane, si accorse del loro nulla e volse i suoi pensieri verso la religione; che da quel momento fino alla morte, sopraggiunta nel suo trentanovesimo anno, sempre infermo e sofferente, fissò la lingua che parlarono Bossuet e Racine, diede il modello dello scherno più perfetto come del ragionamento più forte;infine, che nei brevi intervalli del suo male risolse, per astrazione, uno dei più astrusi problemi della geometria, e gettò sulla carta dei pensieri presi tanto da Dio quanto dall’uomo:questo genio sgomentante si chiamava Pascal. ... continua a leggere

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Il posto di Kierkegaard nella storia della filosofia
di , numero 1, aprile/giugno 2005, Saggi e Studi

Uno degli errori in cui più sovente cade lo studioso che voglia affrontare in maniera critica il pensiero occidentale è senza dubbio quello di entrare in competizione con un avversario sul terreno che a quest’ultimo è più favorevole. È il caso di Hegel, come giustamente ha fatto notare Gilson, che è stato duramente combattuto proprio sul terreno a lui più congeniale, quello appunto della filosofia dello spirito ed è il caso di molti altri, che qui sarebbe troppo lungo citare, ma che comunque rappresentano una parte considerevole di quella storia delle idee che troppo spesso viene accettata come l’unica possibile dalle ristrette visioni di un lettore contemporaneo inconsapevolmente chiuso nelle ideologie delle mode correnti. ... continua a leggere

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