Bibliomanie

Molière e noi adesso. Un teatro universale e alcune sue ricadute sociali
di , , numero 53, giugno 2022, Saggi e Studi

Molière e noi <em>adesso</em>. Un teatro universale e alcune sue ricadute sociali

I suoi occhi sono eccezionali: vi leggo uno strano, costante ghigno sarcastico, e al tempo stesso una sorta di eterno stupore di fronte al mondo. In questi occhi c'è qualcosa di voluttuoso, come di femminile, e nel profondo una segreta paura. M. Bulgakov, La vita del signor de Molière, 1962 «Non ho nessun desiderio di tornare indietro... è una gran misericordia divina che il passato riesca a distruggersi, con i suoi morti, le sue larve, le scenate orribili, gli equivoci, la gelosia, l'invidia, il dolore... Forse soltanto il primo tempo della mia infanzia vorrei che riapparisse... Ma quei primissimi anni riguardano me e non so cosa c'entrano col nostro colloquio, un colloquio con lei che conosco appena». G. Macchia, Colloquio immaginario con la figlia di Molière, 1975 [Ho la presunzione] che il teatro di Molière sia portatore di un sistema di idee, di un messaggio che ci è oggettivamente contemporaneo. Questo messaggio appartiene al teatro, ma appartiene anche alla scienza dell'uomo. E sotto questo punto di vista Molière è un classico, a mio parere... continua a leggere

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Vita breve di Elsa De’ Giorgi
di , , numero 41, gennaio/giugno 2016, Saggi e Studi

Vita breve di Elsa De’ Giorgi

Elsa Giorgi Alberti, in arte Elsa de’ Giorgi, nasce a Pesaro il 26 gennaio 1914. Il padre Cesio Giorgi Alberti, discendente dai Giorgi Alberti di Bevagna e Camerino, sposa Licinia Ricci, a Bevagna in provincia di Perugia, il 7 ottobre 1906. Elsa è la figlia minore dopo Edgardo, nato il 24 giugno 1907, e Vanna, nata il 12 aprile 1911. Cesio Giorgi Alberti è chiamato a insegnare presso la cattedra di lettere e storia al Magistero di Firenze. La figlia lo descrive come un uomo gentile, distratto in tutto al di là della cultura. Ma la spensieratezza dell’infanzia subisce un brusco arresto quando Elsa, ancor bambina, prende coscienza dell’insorgere del male oscuro che inizia a offuscare la mente della madre. Ella stessa racconta di aver passato un intero pomeriggio «diffidata da lei a muovermi, minacciata di essere uccisa. Senza astio, diceva, ma per fatalità. Avevo otto anni». Una cura ormonale errata comprometterà definitivamente lo stato di salute della donna. Un giorno, di ritorno dal liceo “G. Galilei” all’appartamento di via Maggio, dove abita al primo piano con la famiglia, Elsa scopre la fuga del... continua a leggere

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Pasolini tra maschere tragiche e drammi dialettici
di , numero 43, gennaio/giugno 2017, Saggi e Studi

Pasolini tra maschere tragiche e drammi dialettici

1. Ragioni di un teatro La vulgata critica e biografica, alimentata artificiosamente dallo stesso Pasolini e sancita in sede critica dalla nota di Aurelio Roncaglia alla prima edizione garzantiana postuma del teatro di Pasolini, vuole che l’esperienza drammaturgica sia sorta essenzialmente da una lettura dei dialoghi platonici durante una convalescenza che lo costrinse al riposo forzato nel 1966; certamente questa impostazione va smentita per le prove che segnano l’intera carriera letteraria di Pasolini, dal giovanile dramma La sua gloria al tardo Teorema nato per la scena e convertito in film. Nondimeno se vi è una così ferma intenzione nell’autore di stabilire un processo di filiazione diretta tra la sua opera drammatica e i testi platonici ritengo sia opportuno interrogarsi sulla specificità di questo rapporto. Il tema della grecità, grecità come condizione politica e non solo geografica, come particolare congiuntura di forze e strutture sociali che si esprimono esteticamente nella tragedia è in qualche modo già latente nel pensiero pasoliniano, dai tempi del Dopoguerra e de... continua a leggere

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