Bibliomanie

Cozze amare. Napoli e i giorni del colera
di , numero 53, giugno 2022, Saggi e Studi

Cozze amare. Napoli e i giorni del colera

Dall’alba dei tempi, e ancora oggi, le epidemie sono parte integrante delle vicende umane, ne segnano irrimediabilmente il corso, portando cambiamenti radicali e talvolta imprevedibili. Tra esse il colera, nei suoi circa 200 sierotipi di vibrione, è stata fin dall’antichità forse tra le più devastanti, in particolare per la città di Napoli. Anche per questo, l’infezione è stata oggetto di studio approfondito da prospettive assai disparate, non solo dal punto di vista medico-scientifico, ma anche per le conseguenze economiche, demografiche, sociali, religiose e culturali che ha generato nella città partenopea. Nel 1973, il presidente della Repubb... continua a leggere

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Il colera e la paura
di , numero 53, giugno 2022, Saggi e Studi

Il colera e la paura

Il colera asiatico, o cholera morbus, ha interessato il territorio italiano a macchia di leopardo in ben otto occasioni: nel 1835-1837, nel 1849 (quando in Ode a Venezia Arnaldo Fusinato compose i celebri versi: «Ehi, dalla gondola, qual novità?/ Il morbo infuria, il pan ci manca, / sul ponte sventola bandiera bianca») e, a seguire, nel 1854- 1855, nel 1865-1867, nel 1873, nel 1884-1887, nel 1893 e nel 1910-1911. Per un totale (stimato) di 705.000 decessi. «Per secoli, nell’Occidente cristiano, l’antica nozione di una malattia/destino fece tutt’uno con la concezione religiosa del male; la volontà divina è padrona del destino dell’uomo. Dio gli manda la malattia per i suoi peccati. perché è per natura peccatore: essa è avvertimento e punizione». Da qui la convinzione che «i principali mali non vogliono essere curati, onde non molestare la natura», cioè la “volontà divina”, un paradigma che sarà ribadito con particolare enfasi dalla Chiesa soprattutto in occasione delle epidemie (peste, tifo, colera) almeno fino alla spagnola del 1918... continua a leggere

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Una lettura storico-sociologica della pandemia odierna
di , numero 53, giugno 2022, Saggi e Studi

Una lettura storico-sociologica della pandemia odierna

Sarebbe assurdo considerare la patologia veicolata dal Covid 19 (per essere preciso: il ronairus isease from SARS-CoV2) come la prima pandemia della storia? A prima vista, sì, sappiamo tutti che ci sono state centinaia di epidemie da quando il primo essere umano è apparso sulla terra. Certe furono devastanti come, alla fine del secondo secolo dopo Cristo, la Peste Antonina descritta dal medico greco Galeno di Pergamo; la Peste Nera del Trecento, descritta da Boccaccio, che uccise probabilmente la metà e forse due terzi della popolazione europea; il colera che, nel prima parte dell’ottocento, attraversò tutto il continente europeo-asiatico, a partire dall’India fino all’Europa occidentale; o, dal 1918 al 1920, la Spagnola, epidemia responsabile di parecchi milioni di morti. Senza contare la moltitudine di propagazioni microbiologiche che distrussero intere popolazioni, ma sono state dimenticate - perché nessun cronista ne ha parlato. Questa sparizione nel nulla di malattie che forse uccisero migliaia di persone non sorprende, le epidemie che ... continua a leggere

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