L’ evoluzione del controllo sociale dal XVII al XIX sec.: prigioni, lazzaretti, istituti di correzione, panopticon

“Se non è più al corpo che si rivolge la pena nelle sue forme più severe, su cosa allora stabilisce la sua presa? (…) Non è più il corpo è l’anima. Alla espiazione che strazia il corpo, deve succedere un castigo che agisca in profondità sul cuore, il pensiero, la volontà, la disponibilità. Una volta per tutte, Mably ha formulato il principio: “che il castigo, se così posso dire, colpisca l’anima non il corpo”. A partire dalla metà del XVI sec. e con l’affermazione degli stati nazionali centralizzati, si assiste in Europa allo studio e all’ideazione di progetti ed istituzioni per affrontare e risolvere le difficoltà che, soprattutto nei momenti di epidemie ricorrenti, cares... continua a leggere
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