Bibliomanie

In memoriam di Saverio Tutino
di , numero 27, ottobre/dicembre 2011, Note e Riflessioni,

Come citare questo articolo:
Mirco Dondi, In memoriam di Saverio Tutino, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 27, no. 5, ottobre/dicembre 2011

È scomparso Saverio Tutino. Non era uno storico, ma la ricerca storica gli deve molto.
Nel 1984 ha fondato a Pieve Santo Stefano, nell’aretino, l’Archivio diaristico nazionale. L’obiettivo era quello di raccogliere diari e memorie di persone sconosciute e recuperare gli scritti lasciati nei cassetti o finiti in soffitta dei nostri nonni vicini e lontani.
Grazie al premio letterario che ogni anno viene assegnato al miglior diario, a Pieve sono arrivati circa duecento lavori all’anno, alcuni anche pregevoli nello stile, ma a prescindere da questo, molte sono le testimonianze di grande interesse storico che senza Saverio non avrebbero trovato né ordine né luogo.
Tutino ha realizzato un grande serbatoio che ormai raccoglie qualcosa come 10.000 contributi tra diari e memorie dal quale lo storico può partire per scrivere davvero una storia dal basso.
Saverio ha vissuto una vita intensa, piena di scelte coraggiose: è stato commissario politico nelle brigate Garibaldi nel canavese e in Val d’Aosta, giornalista all’Unità, corrispondente da Cuba e poi nel primo gruppo di “Repubblica” quando era viva l’aspirazione di fare un giornale di giornalisti. Ha conosciuto Mao Dzedong e Fidel Castro, Allende e Che Guevara, ha lavorato con Luchino Visconti. Appassionato della causa cubana, ha ammesso il suo errore di valutazione rimproverandosi il credito che aveva assegnato al castrismo.
Persona di grande umanità, si prodigava affinché chi arrivasse all’Archivio diaristico nazionale fosse messo nelle migliori condizioni per lavorare al meglio. Da persona intelligente è riuscito a circondarsi di collaboratori straordinari. Era interessato a conoscere le opinioni di chi leggeva quei testi, non importa se fosse un occasionale visitatore o un conclamato studioso.
Ha confrontato l’esperienza dell’Archivio diaristico nazionale con altri archivi della memoria in Italia e all’estero. A Tutino interessava decodificare il soggetto che si narra. Lo ricordo, a fine anni Ottanta, molto colpito dal libro di Philippe Lejeune, Il patto autobiografico, perché la spinta alla scrittura, sosteneva, stava tutta nei tanti patti impliciti che sono all’origine di chi vuole lasciare una testimonianza. Saverio ha anche fondato con il pedagogista Duccio Demetrio la Libera università dell’autobiografia ad Anghiari.
Ciao Saverio.

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