Bibliomanie

Rita Belenghi

Rita Belenghi è docente di Lettere presso i corsi liceali dell'Istituto d'Istruzione Superiore "Enrico Mattei" di San Lazzaro di Savena (Bo), dove partecipa attivamente al gruppo per l'Educazione all'Uguaglianza. Ha collaborato a pubblicazioni promosse dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione e di Discipline Storiche dell'Università di Bologna ed è, inoltre, autrice di saggi di argomento musicale.

Un dittico pucciniano. Parte prima. Un’introduzione storico-critica a Puccini
di , numero 58, dicembre 2024, Didactica

Un dittico pucciniano. Parte prima. Un’introduzione storico-critica a Puccini

(La Bohème, Quadro I, Una soffitta) Nell’ottobre del 1880 approdò a Milano un giovane non ancora ventiduenne che arrivava dalla provincia toscana. Il giovane si chiamava Giacomo Puccini, nato a Lucca il 22 dicembre 1858, primo figlio maschio di una famiglia che contava ben sette sorelle. Oltre a lui in famiglia c’era un altro fratello che ripeteva nel nome, Michele, quello del padre, scomparso quando quel secondo figlio maschio non era ancora nato. Alla nascita il destino di Giacomo sembrava già tracciato: da molte generazioni il primogenito maschio dei Puccini occupava il posto di compositore ed organista a Lucca e non c’era ragione di pensare che quel bambino avrebbe devi... continua a leggere

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Contro la feroce forza che fa nomarsi diritto. Verdi e il dispotismo: una proposta di lettura
di , numero 34, settembre/dicembre2013, Saggi e Studi

Non è certo impresa facile cercare di riconoscere nell’opera di Giuseppe Verdi – pur così consistente, così ricca di riflessioni di vario ordine – un tratto apparentemente di secondo piano come il rapporto dell’artista col dispotismo. Eppure, cercando di portare l’indagine non solo entro il corpus verdiano, ma anche nella sua biografia, il dato della ripugnanza verso il dispotismo si pone, come dire, trasversalmente. Si è dinanzi, de facto, a un filo sottile ma (quasi) costante che – nuovo filo d’Arianna possibile – costituisce un aspetto di non poco momento, di là dalle principali, note istanze dell’estetica e della drammaturgia del Nostro. Onde condurre in tal maniera l’analisi, pare anzitutto necessario possedere un contesto affidabile, che chiarisca, fra il resto, cosa s’intende per dispotismo e che sgombri, nel contempo, il campo da inutili tentazioni cronologiche, aprendolo così a uno sguar... continua a leggere

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Opera lirica come racconto
di , numero 10, luglio/settembre 2007, Note e Riflessioni

È possibile accostarsi alla letteratura italiana partendo da un approccio diverso da quello previsto dal canone? È possibile contestualizzare storicamente tale approccio servendosi di elementi considerati al margine rispetto a quelli tradizionalmente accettati ed utilizzati a questo scopo? ... continua a leggere

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