Bibliomanie

Noterelle geostoriche su Lucrezia Borgia Duchessa d’Este (1519-2019)
di , numero doppio 46/47, luglio 2018/giugno 2019, Note e Riflessioni

<em>Noterelle geostoriche</em> su Lucrezia Borgia  Duchessa d’Este (1519-2019)

Volgendo lo sguardo ai trascorsi della storia reggiana che, sino ad oggi, hanno reso questa città florida e prosperaterra tanto diletta alla più raffinatae gloriosa aristocrazia, non ci si può, senza meno, esimere dal rimembrare il nome di Lucrezia Borgia, nel quinto secolo dalla sua dipartita(1519 -2019).Specie a causa dei suoi natali,tanto illustri quanto a giusto titolo discutibili,la storia non leha certo risparmiato la più deteriore delle pratiche popolari: il più infondato e infamantepettegolezzo, ineluttabile patina destinata a velare sempre più la preziosissima, aurea medaglia di colei che fu figlia di Papa Alessandro VI, 214°pontefice di Santa Romana Chiesa, al secolo Rodrigo Borgia. Se... continua a leggere

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Per i Conti Suzzari, fra nobiltà  e memoria
di , , numero 45, gennaio/giugno 2018, Note e Riflessioni

Grazie al nitido, cristallino riflesso di uno spavaldo raggio di sole che, galante e inarrendevole corteggiatore, bacia la mano del Po, ove prende il nome di Zara, si rivela timidamente unpaesino che par quasi estraneo alla caducità connaturata all'humana condicio; beffandosi inconsapevole della falce del tempo, che corre e scorre come le acque del suo fiume, ègiunto ai giorni nostri col nome di Suzzara. È questa un’isola di antichi natali, tanto da dar nome a una delle più antiche famiglie patrizie di "Reggio dell'Emilia": i Suzzari. Fra le centinaia di case nobili annoverate nello scorrere dei secoli che hanno seguito il Duecento, lo stemma dei Suzzari può dirsi l’unico superstite di quasi novecento anni di storia, insieme con quello della famiglia dei marchesi Tacoli che, contrariamente ai Suzzari, ètuttora vivente. Trattasi diuno scudo troncato, innestato e merlato di cinque pezzi; d... continua a leggere

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Il colombo triganino modenese. Uno scorcio “in bianco e nero” sul campanile del Duomo
di , numero 42, luglio/dicembre 2016, Note e Riflessioni

Il colombo triganino modenese. Uno scorcio “in bianco e nero” sul campanile del Duomo

Come vecchio mozzicone di candela, spento e dimenticato da lustri su un candelabro annerito, la cui unica speranza è riposta in una mano curiosa, disposta a riaccenderlo, a riportarlo “all’onor del mondo” onde perpetuarne il senso – ormai desueto, forse, ma poetico, poetico tout court –, il trattato di Clemente Polacci (Reggio Emilia α 31 maggio 1868, ω 18 marzo 1945) intitolato Il colombo triganino modenese (Modena, 1978) permane oramai quasi inerte nella sua metastorica analiticità, propria di quei passatempi “in bianco e nero” tipici dell’alta borghesia e della nobiltà reggiane e modenesi d’antan. Clemente Polacci, di professione “segretario della Regia Deputazione Provinciale di Reggio Emilia”, consacrò molta p... continua a leggere

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