PANOPTICON. La sorveglianza tra quotidianità e immaginario. Reclusioni, confinamenti, ossessione e illusione del controllo.

L'architettura, in quanto parte costitutiva del regime totalitario -luogo in cui si dispiega la sua "arché", l'origine della sua autorità -, fonda uno spazio che non ha niente di pubblico né di politico. Lungi dal consentire la coesistenza degli uomini per mezzo dell'istituzione di uno spazio agonistico della parola e dell'azione, uno spazio differenziato in cui apparire, nel quale si realizzi l'azione, questo tipo di regime mira piuttosto a costituire e mobilitare una massa che sia sottomessa, in tutti i significati del termine, a un'esperienza multipla: l'esperienza della "scarica", nel senso di Canetti, l'esperienza dell'indistinzione fusionale, sia per coincidenza con le leggi della storia, sia per comunione c... continua a leggere
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