Nuovi strumenti per indagare autori e testi

Cristina Nesi, Nuovi strumenti per indagare autori e testi, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 59, no. 24, giugno 2025, doi:10.48276/issn.2280-8833.12864
Manzoni e Leopardi in digitale. Idee e proposte per la scuola, a cura di Ersilia Russo, premessa di P. Italia e F. Tomasi, Bologna, CLUEB, 2024, pp. 224.
Dopo la creazione nel 2014 della piattaforma PhiloEditor (ultimo accesso 16 maggio 2025), capace di leggere testi, che hanno avuto diverse redazioni d’autore, e in grado di visualizzare le varie versioni e le varie categorie di varianti, e dopo la pubblicazione su
Griseldaonline nel 2021 di una prima sitografia degli strumenti di Italianistica digitale del panorama nazionale (ultimo accesso 16 maggio 2025), la scuola ha cominciato a servirsi di queste opportunità per vai progetti didattici di letteratura italiana, scoprendo la grande naturalezza mostrata dagli studenti nel porsi in dialogo con i metodi e le tecniche delle Digital Humanities.
È ora uscito da CLUEB, per la cura di Ersilia Russo, Manzoni e Leopardi in digitale: idee e proposte per la scuola con una premessa di Paola Italia e di Francesca Tomasi, le quali precisano di aver visto crescere negli anni strumenti di analisi linguistica e di visualizzazione dei dati, portali, edizioni digitali e collaborative, per cui hanno voluto condividere con i docenti delle scuole questa “didattica digitale tutta da costruire, inventare, sperimentare. Dopo avere presentato l’Italianistica digitale all’accademia, abbiamo voluto presentarla agli insegnanti, i veri protagonisti di questa rivoluzione didattica.”
L’intento è di avvicinare gli studenti ad autori spesso “chiusi in una torre di reverenza e di fama” e di farlo grazie all’interazione con il testo offerta dagli strumenti digitali e a un approccio sensoriale che procede secondo svariate modalità: Leggere, Ascoltare, Visualizzare, Vedere, Commentare, Dibattere e Riscrivere.
Due grandi esperti, Silvano Nigro e Laura Melosi, si assumono il compito d’introdurre con due densi saggi Manzoni e Leopardi ad una lettura meno convenzionale.
Nigro in Come leggere oggi “I promessi sposi” spiega quanto sia integrante la Colonna Infame con l’opera, come ne favorisca la giusta comprensione e quanto utili siano le illustrazioni di Gonin eseguite sotto l’attenta regia di Manzoni per l’interpretazione dell’opera stessa. Ad esempio, grazie al dettaglio in uno dei disegni delle braccia incrociate sul petto e delle mani sotto le ascelle di due cariatidi, possiamo visualizzare la Casa milanese degli Omenoni, pur non nominata nel romanzo: una posa statuaria ripresa ben due volte nei capitoli VII e XI. Proprio davanti a questo portone, che fu alloggio di Leone Leoni e nei Promessi sposi di donna Prassede e don Ferrante, Renzo correrà il rischio di essere linciato. Si tratta della Contrada Aretina che
“nel 1814 sarà in buona parte il teatro dell’atroce sommossa popolare che portò all’assassinio di Giuseppe Prina, ministro delle Finanze del napoleonico Regno d’Italia. Manzoni dalle finestre di casa sua che danno sull’imboccatura di via degli Omenoni, sentì i berci dei carnefici. Ne parlò in una lettera. Non poté non vedere dalle finestre il branco imbestialito che correva verso il vicolo che porta alla Casa degli Omenoni, a Piazza San Fedele dove il Prina abitava, alla Case Rotte, a Piazza della Scala (l’itinerario, questo, della Via Crucis del povero Prina). Da quel corridoio erano sbucati in una vignetta dei Promessi sposi i «persecutori» che, davanti al palazzetto di Leone Leoni, avrebbero voluto aggredire Renzo. Manzoni spaventato si rannicchiò in un angolo con la famiglia. Rimase immobile e tremante. Si ricorderà dell’episodio quando nei Promessi sposi descriverà l’assalto della folla alla casa del Vicario di Provvisione durante la sommossa del pane. Nel Fermo e Lucia, sempre a proposito della sollevazione popolare del 1628, giustificò il diritto di un onest’uomo alla paura e all’inettitudine quando sulle strade esonda il terrore delle squadracce. Il brano venne silenziato nella riscrittura.”
Dunque, le illustrazioni della Quarantana recuperabili in digitale non solo sono fonte di curiosità per gli studenti, vista la loro capacità di innescare percorsi creativi e inediti fra vignette, capitoli e personaggi, ma diventano elementi essenziali sia per la corretta interpretazione del testo, sia per l’integrazione che le immagini sono capaci di offrire alla toponomastica non menzionata dei luoghi o a brani cassati nelle successive versioni.
Anche nella sezione Dibattere, curata da Francesca Hartmann e Bruno Capaci, l’apporto determinante della Storia della Colonna infame viene posto a servizio di spunti per i dibattiti in aula a partire dall’analisi strutturale dell’indagine giudiziaria.
Dal saggio di Laura Melosi scopriamo invece, che a partire dalle 11000 pagine che compongono le Carte Leopardi della Biblioteca Nazionale «Vittorio Emanuele III» di Napoli è stato costituito il primo nucleo della Biblioteca Digitale Leopardiana con autografi di opere come lo Zibaldone, i Pensieri, i Canti, le Operette morali e molto altro. La Scuola di Dottorato dell’Università di Macerata poi, ha provveduto al censimento e alla digitalizzazione anche degli autografi «extra-napoletani», disseminati in oltre 80 enti italiani e internazionali e consultabili in Manusonline
(ultimo accesso 16 maggio 2025), oltre a pubblicare le immagini digitali all’interno di Internet Culturale (ultimo accesso 16 maggio 2025). E le immagini digitali sono didatticamente spendibili in quanto, come Melosi sottolinea,
“la visione di oggetti digitali che riproducono fedelmente gli originali può parzialmente restituire l’emozione dell’incontro con le carte, permettendo alla classe di osservare le caratteristiche della grafia dell’autore, valutarne l’evoluzione nel tempo, analizzare le strategie di impaginazione utilizzate, imparare a riconoscere elementi paratestuali come l’uso di sigilli in carta o in ceralacca per chiudere le lettere”.
Tutti i portali citati da Melosi sono indicizzati da Alphabetica
(ultimo accesso 16 maggio 2025), che, connettendo banche dati diverse, recupera notizie e materiali all’interno di un ecosistema digitale. Alphabetica è un portale che consente l’accesso ai contenuti digitali, ma che può essere interrogato grazie a un campo di ricerca molto ‘semplice’. Anche i risultati vengono organizzati in box di chiara individuazione e che corrispondono ad aree tematiche oppure a tipologie di materiali (Musica, Libri, Manoscritti, Audio e Video, Cartografia, Periodici e Grafica).
L’intervento di Ersilia Russo si concentra sulle potenzialità didattiche di PhiloEditor e con un linguaggio piano riesce a spiegare alcuni percorsi didattici accattivanti sulle opere tuttora disponibili e consultabili in questa piattaforma. Per ogni parola, l’interfaccia mostra sia il testo originale che quello modificato in sovrapposizione e l’accostamento delle due versioni permette anche a un giovane lettore di cogliere visivamente le differenze. Tutte le modifiche classificate nello stesso modo sono evidenziate con lo stesso colore e vengono così facilmente individuate anche le transizioni linguistico-stilistiche fra la Ventisettana la Quarantana. Ad esempio, l’inserimento o l’espunzione di parole o di intere frasi, il mutamento dell’ordine delle parole, la ripetizione di un termine, le correzioni fraseologiche, oppure i vari procedimenti di abbassamento stilistico (con la soppressione di termini aulici) o di toscanizzazione del tessuto lessicale.
In una seconda liceo di Casalecchio di Reno la docente ha utilizzato PhiloEditor per individuare con la classe le locuzioni idiomatiche: una forma di indagine linguistica che ha catturato l’attenzione e l’empatia degli studenti.
A questo riguardo il resoconto attento che Magda Indiveri fa del corso di formazione per docenti, coordinato da Giulia Zamagni nel settembre 2023, e delle sue ricadute pratiche nelle classi mostra sul campo quanto gli innovativi suggerimenti per l’utilizzo dei portali e degli strumenti digitali siano diventati applicazioni di didattica condivisa e partecipata, sia nel coniugare «close reading» e «distant reading», servendosi del portale Alessandro Manzoni.org (ultimo accesso 16 maggio 2025), sia nel creare laboratori sui testi letterari, che gli studenti percepiscono come work in progress e non come contenuti da apprendere, sia infine per un approfondimento tematico e linguistico facilitato dall’ausilio di Voyant Tools (ultimo accesso 16 maggio 2025).
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