Bibliomanie

Le cyberpunk et son futur réalisé au prisme due discours méta-cyberpunk de la décennie 2010
di , numero 54, dicembre 2022, Saggi e Studi

Le  <em>cyberpunk</em> et son futur réalisé au prisme due discours méta-<em>cyberpunk</em> de la décennie 2010

Le cyberpunk serait mort en 1995, affirment Arthur et Marilouise Kroker dans Hacking the Future: Stories for the Flesh-Eating 90’s, soit le jour de la sortie en salles du film Johnny Mnemonic, adaptation de la nouvelle éponyme de William Gibson. Pour eux, l’échec de cette œuvre s’explique par des changements culturels rapides, alors que les métaphores cyberpunk des années 1980 ne fonctionnent plus dans les années 1990 et que «la phase charismatique de la réalité numérique» n’est plus, cette dernière étant devenue banale depuis. Il est vrai qu’à partir des années 1990, le numérique s’est infiltré dans toutes les facettes de notre quotidien et qu’aujourd’hui, les technologies dépeintes dans le cyberpunk n’ont plus rien d’exotique aux yeux des lecteurs avec un recul de près de quatre décennies. Toutefois, la culture contemporaine n’en a pas fini avec lui et la rubrique nécrologique d’Arthur et Marilouise Kroker semble hâtive, car on constate au cours de la dernière décennie un engouement pour ce sous-genre de ... continua a leggere

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Perché progettare un nuovo Medio Evo oggi? Riflessioni su un’avanguardistica mostra londinese
di , numero doppio 46/47, luglio 2018/giugno 2019, Saggi e Studi

Perché progettare un nuovo Medio Evo oggi? Riflessioni su un’avanguardistica mostra londinese

Il primo marzo del corrente anno, una virtuale capsula del tempo è approdata presso il Museum of the Order of St. John, a Londra. Vi ha portato in mostra un campionario di “scene, visioni e frammenti di una storia alternativa” del Medioevo. Anzi, del TechnoMedioevo, con l’obiettivo di condurre «un’esplorazione audace e avventurosa nell’arte contemporanea», dimostrando «i modi con cui la nuova tecnologia può essere utilizzata per reinterpretare soggetti storici». Ora, già l’unione del prefisso “tecno” con il sostantivo “medioevo” potrebbe prestarsi a qualche malinteso o fraintendimento, parendo forse un azzardo, se non un paradosso, rapportare il concetto di tecnologia e le funzioni della stessa ad un’età che solitamente passa per essere regressiva e fortemente deficitaria sul piano delle acquisizioni scientifiche e tecnologiche. E non solo di quelle, va da sé. Se poi vi si aggiunge che a postulare l’esistenza di un siffatto Medioevo, alternativo e a suo modo tecnologico – o, meglio, post-tecnologico – sia un gruppo di studiosi, ricercatori, storiografi e artisti consociatisi q... continua a leggere

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