Bibliomanie

Storia dell’Hard Rock Dalla NWOBHM a Scream Bloody Gore (seconda parte)
di , numero 34, settembre/dicembre2013, Saggi e Studi,

Come citare questo articolo:
Samantha Alessi, Storia dell’Hard Rock Dalla NWOBHM a Scream Bloody Gore (seconda parte), «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 34, no. 7, settembre/dicembre2013

2.1. Il metal si tinge di rabbia: nascita del Thrash Metal americano

La NWOBHM in Inghilterra generò un’irrefrenabile mania tra gli appassionati di Metal, rendendo la scena musicale sempre più grande e frequentata: i fan supportavano le bands presenziando ai concerti e acquistando il loro merchandise1. Le location che fino ad allora avevano ospitato i concerti (per lo più pub e centri sociali) iniziavano ad essere troppo piccoli per ospitare il numero sempre crescente di fan.
Le case discografiche iniziarono ad accorgersi di questo fermento, e fu così che – per la prima volta – una major mise sotto contratto una band Heavy Metal: gli Iron Maiden. Fu la major inglese EMI a rilasciare sul mercato l’album di debutto Iron Maiden del 1980, che riscosse un immediato successo in Inghilterra; con l’uscita di Piece of Mind (1983) e Powerslave (1984) la band conquistò la fama mondiale. Gli Iron Maiden vennero così definiti la band che consacrò l’Heavy Metal come fenomeno di massa2.
La “massificazione” dell’ Heavy Metal causò una frattura all’interno della scena. Da una parte vi erano i defenders of the faith3, i quali sostenevano che la scena metal dovesse rimanere underground, lontano dalle masse e dalle major; dall’altra vi erano band che aspiravano al successo commerciale, e che si dedicarono quindi alla produzione di un genere più appetibile per le masse. Questi ultimi vennero additati come “poser”4 e accusati di usare la musica solo come pretesto per scalare le classifiche e ottenere popolarità.
Negli Stati Uniti, il fermento della NWOBHM fu il motore che spinse alcune band americane a creare un nuovo, violento genere: il Thrash Metal.
Questo genere nacque nella Bay Area di San Francisco, che era stata già in precedenza un importante centro culturale per il movimento flower power degli anni sessanta5. All’interno dell’area si affermò una vera e propria scena di musicisti che seppero fondere l’epicità e le sonorità più estreme della NWOBHM con la ruvidità e l’immediatezza del punk. Quasi contemporaneamente, il movimento si espanse e si sviluppò anche a Los Angeles e New York.
Tempi di batteria velocissimi, cambi repentini di metrica, arrangiamenti complicati erano i connotati principali di questo genere6; a cui si aggiunge l’innovazione della voce: è sgraziata, urlata, quasi demoniaca.
Per quanto riguarda le liriche, le tematiche più affrontate sono horror, occulto (Black Magic degli Slayer, Phantom Lord dei Metallica, Welcome to the Slaughter House dei Dark Angel, The Skull Beneath the Skin dei Megadeth), denuncia sociale e in generale misfatti dell’umanità nel corso della storia (For Whom The Bell Tolls dei Metallica, Angel Of Death degli Slayer, Der Fuhrer dei Flotsam & Jetsam, Ignorance dei Sacred Reich, Fabulous Disaster degli Exodus, Peace Sells dei Megadeth, Destruction and Terror degli Hirax) e descrizione di disastri ambientali (Game Over dei Nuclear Assault, Blackened dei Metallica)7.
I più influenti esponenti del genere furono Metallica, Slayer, Anthrax e Megadeth, che vennero in seguito definiti “The big Four of Thrash”8.
Il 1986 fu l’anno della svolta per la storia del Thrash Metal: furono dati alle stampe due dischi che cambiarono la sua storia. Stiamo parlando di Master of Puppets dei Metallica e Reign in Blood degli Slayer.
Master of Puppets9 fu il primo album dei Metallica – e il primo album Thrash in assoluto – ad essere pubblicato da una major: l’ Elektra Records. Fino ad allora, i dischi Thrash erano autoprodotti dai musicisti o, in alcuni casi, venivano prodotti da piccole etichette indipendenti. Master of Puppets non solo rompe questra tradizione, ma fa balzare il Thrash Metal in cima alle classifiche non solo statunitensi ma anche internazionali: fu grazie a questo successo che il Thrash Metal arrivò oltreoceano. Inoltre, Master Of Puppets è il primo disco Thrash Metal a diventare disco di platino10. Dopo l’immenso successo di questo lavoro, la scena Thrash iniziò a mutare, e ad allontanarsi gradualmente dall’underground: molte band firmarono contratti per le major e apparirono in programmi televisivi e radiofonici. Tuttavia, alcuni gruppi decisero volontariamente di rimanere nell’underground senza avere ulteriori pretese per la loro musica.
Reign in Blood fu il terzo album degli Slayer, pubblicato per l’etichetta indipendente Def Jam. Con questo disco, gli Slayer portano il Thrash Metal un passo in avanti, estremizzandolo pesantemente. Ora come mai prima, la ferocia era entrata in musica: la tecnica chitarristica – qui sviluppata e curata nei minimi dettagli – si fondeva a tempi di batteria velocissimi, precisi e morbosi, e alle urla altissime, disperatissime e minacciose di Tom Araya. Le canzoni in questo disco devastano tutte le convenzioni del genere. Non meno malvagio era l’aspetto visivo: la copertina ritraeva una scena di dannazione infernale, con demoni e anime dannate.
L’innata ferocia musicale di questo disco gettò semi del male che furono raccolti, non molto tempo dopo, da band che fecero di quella ferocia il loro manifesto sonoro e di quell’estremismo la loro attitudine principale nella creazione di un nuovo genere musicale: il Death Metal11.

2.2. Le radici primordiali del Death Metal: Possessed e Mantas

Florida, 1983. Nella Lake Brantley High School di Altamonte Springs – quartiere residenziale della città di Orlando – due alunni appartenenti a classi differenti si incontrarono casualmente e iniziarono a parlare di Heavy Metal. Erano Frederick De Lillo e Barney Lee. Trovatisi d’accordo sui loro gusti musicali, decisero di fondare un gruppo: De Lillo alla chitarra, Lee alla batteria e voce e infine reclutarono Charles Michael Schuldiner – allora sedicenne – alla chitarra. Alla fine del 1983 il gruppo, con il nome di Mantas12, iniziò a suonare.
“Quando abbiamo formato i Mantas, io suonavo la chitarra solo da sei o sette mesi. Non ero neanche in grado di suonare un assolo. Il mio obiettivo era di sputare fuori i riff più brutali mai scritti prima con il suono di chitarra più brutale mai ascoltato prima “ dichiara Charles – poi soprannominato “Evil Chuck” – in un’intervista per una fanzine13.
Nel 1984 i Possessed, band californiana, diedero alle stampe il loro primo demo. L’influenza del Thrash Metal della Bay Area era assolutamente evidente, difatti musicalmente non se ne distacca molto; ma l’innovazione di questo demo fu la voce di Jeff Becerra: per la prima volta della storia del Metal Estremo, venne usata la voce in growl14. Altro elemento fondamentale di questo demo è il suo titolo (che è anche il titolo della opener15), che diede il nome al genere di cui questo disco rappresenta l’embrione: Death Metal. Questo demo fu accolto benissimo nell’underground floridiano, e fu così che l’etichetta indipendente americana Combat Records mise sotto contratto il gruppo, che si preparava a incidere il suo primo full lenght. Tra le altre band americane che si formarono nel biennio 1983-1984 bisogna ricordare i Deathstrike (poi diventati Master), i Genocide (poi diventati Repulsion), gli Executioner (poi diventati Obituary) e gli Heretic (poi diventati Morbid Angel). Queste band erano fortemente influenzate dai Venom da cui però cercarono di distanziarsi, cercando di essere più estremi. Tuttavia erano ancora acerbi, e solo in seguito avrebbero avuto un impatto devastante sulla scena musicale16.
Nel 1984 videro la luce anche i primi due demo autoprodotti dei Mantas: Death By Metal e Reign of Terror. Vennero entrambi registrati nel garage della madre di Chuck, con un semplice registratore a cassette. Motivo per cui, la qualità della registrazione era davvero pessima. Ma nonostante ciò, era udibile all’ascoltatore che qualcosa di nuovo stava arrivando: difatti entrambi i demo riscossero un buon successo all’interno della scena underground grazie al tape trading17. Le canzoni erano acerbe, grezze e ancora molto legate all’influenza di Venom, Celtic Frost e Slayer, con con più rabbia adolescenziale.
“Anche se le nostre canzoni erano violente e ignoranti, io volevo che il mio gruppo prendesse una forma diversa, metal violento ma melodico allo stesso tempo. Sapevo che ci sarebbe voluto molto tempo per arrivare a quel punto, e ho lavorato tanto affinchè quel momento arrivasse” affermò Chuck18. Lui sapeva che quella violenza confusa e incontrollata non poteva essere un punto di arrivo – era solo l’inizio. Questa sua precisa visione lo portò alla convinzione di dover essere lui a prendere le redini del gruppo. Fu così che sciolse i Mantas e alla fine del 1984 formò una nuova band, alla quale diede il nome di Death.
Perché chiamare una band con un nome del genere? Spiega Chuck:
“Death è solo un nome. Volevo un nome che descrivesse la mia musica: un nome estremo per una musica estrema. È un nome drastico, e quindi le persone ti guardano in un certo modo. Credo sia giusto che io spieghi il perché l’ho scelto: dovevo trovare il modo di incastrare tutto, voglio dire, se avessi chiamato il gruppo “Pink Flower” non avrebbe funzionato sicuramente. Non sono una persona né satanica né violenta nella vita di tutti i giorni, anzi! Sono una persona positiva: nei confronti della vita, dell’amicizia, dell’amore…”19
Qualche mese dopo, nel 1985, l’uscita del primo album dei Possessed segnò la svolta. Seven Churches era un album estremo, immorale: brani satanici, cantato violentissimo, numerosi cambi di tempo, riff non convenzionali20. Era ancora musicalmente legato al Thrash Metal, ma con una spinta in più: i Possessed con Seven Churches riuscirono ad unire i punti tra il Thrash Metal e il Death Metal21, gettando le basi concrete per l’evoluzione di quest’ultimo.
E Death Metal fu.

2.3. Death: dai continui cambi di line-up a Mutilation

Durante il biennio 1984-1985 i neonati Death diedero alle stampe altri due demo: Infernal Death e Rigor Mortis. Tuttavia, fu un periodo abbastanza travagliato a causa dei continui cambi di line-up: Chuck tentò faticosamente di costruire una line up stabile, ma non sembrava possibile, soprattutto a causa della poca serietà di alcuni musicisti22. Per Chuck i Death erano un progetto serio, qualcosa per cui valeva la pena impegnarsi a tempo pieno – motivo per cui non si accontentava di musicisti che vedevano tal progetto come un passatempo. Di conseguenza il chitarrista cambiò numerose volte la formazione del gruppo, reclutando musicisti provenienti da altre città.
Grazie al tape trading, Schuldiner entrò in contatto con Dave Hewson, allora chitarrista della Thrash Metal band canadese Slaughter, molto attiva nella scena underground. Hewson propose a Chuck di unirsi alla band in qualità di chitarrista ritmico. Alla fine del 1985, scoraggiato dopo l’ennesimo cambio di formazione, Schuldiner si trasferì in Canada23.
Nonostante l’euforia iniziale, la collaborazione tra Chuck e gli Slaughter durò solo due settimane: la band non si sentiva a proprio agio come quartetto e a Schuldiner il ruolo di secondo chitarrista andava stretto24. Così Chuck dovette fare nuovamente le valigie e tornare in America.
Tornato a casa, Altamonte Springs, Chuck provò nuovamente a riformare i Death, ma ancora una volta rimase deluso dall’atteggiamento dei musicisti della sua città natale. Così decise di spostarsi nuovamente alla ricerca di maggior fortuna: era l’inizio del 1986 quando il chitarrista si trasferì a San Francisco25.
Nella cittadina di Concord (periferia di San Francisco) il batterista Chris Reifert venne a sapere che Schuldiner era a San Francisco e stava già selezionando musicisti per riformare i Death. Il giovane Chris – allora diciassettenne – era già da tempo fan dei Death, di cui aveva acquistato tutte le demo. Così egli si mise in contatto con Chuck tramite un’emittente radio locale26.
Schuldiner aveva, finalmente, trovato un batterista con cui far rinascere i Death.
In un’intervista per Metal Warrior Germany (1986), il chitarrista floridiano affermò al riguardo:

“Ci ho messo due anni per trovare il giusto batterista ( Chris Reifert, ndr). È estremamente difficile trovare persone che siano in sintonia con il mio modo di suonare – non voglio musicisti qualunque. Voglio dei musicisti che siano giusti per il gruppo”.

Chuck e Chris si diedero subito da fare, registrando un demo di tre tracce, Mutilation. Questo lavoro fece balzare i Death agli occhi dell’etichetta indipendente newyorchese Combat Records27, che li mise sotto contratto. Questo fu il primo traguardo concreto per i Death, nonché l’esaudirsi del primo sogno nel cassetto di Chuck28.

Schuldiner convinse il batterista a trasferirsi in Florida per continuare a scrivere dei pezzi del loro primo full lenght. Tuttavia, nonostante la vittoria iniziale, la registrazione dei pezzi non fu affatto facile: la prima sessione di registrazione andò talmente male che l’etichetta decise di cestinare tutto il materiale. Dovettero quindi ripartire dal principio29.
Nel novembre del 1986, Chris e Chuck andarono a Los Angeles, diretti ai Music Grinder Studios: fu li che diedero alla luce il disco che cambiò per sempre la storia del Death Metal.

2.4. L’inizio di una nuova era: Scream Bloody Gore

Nel maggio del 1987 venne pubblicato il primo disco dei Death: Scream Bloody Gore. Sebbene nell’album sia stato accreditato John Hand come secondo chitarrista, egli non prese mai parte alle sessioni di registrazione30. Fu Chuck a registrare voce, basso e chitarra; Chris si occupò delle sezioni ritmiche, mentre la produzione31 fu affidata a Randy Burns. Sin da subito, il disco fu accolto positivamente dalla critica e riscosse un gran successo. Ecco come venne definito:

“Questo disco è il padre di tutti i padri, il vero punto di partenza del Death Metal” (Metal Storm)

“Il miglior disco Death Metal di sempre” (Rock Hard)

“È uno di quei dischi che al di là del proprio valore intrinseco acquisiscono importanza fondamentale perchè capostipiti di un nuovo genere, portatori sani del morbo dell’innovazione, untori di una nuova malattia musicale di cui il mondo non può fare a meno di ammalarsi. “Scream Bloody Gore” rappresenta una promessa: la promessa che da quel momento in poi niente sarà più come prima, la promessa di una continua e strabiliante evoluzione del metal estremo, la promessa personale che il mitico Chuck Schuldiner fa alla musica e a chi la ama” (Metallized)

“Scream Bloody Gore rappresentò un tassello seminale e storico per l’evoluzione del metal portando alla ribalta un nuovo stile, violento e macabro, rozzo e angosciante, ma anche a modo suo destinato ad una “intellettualizzazione” lirica e concettuale: il death metal” (Rockline)


Musicalmente estremissimo, con uno stile unico e inconfondibile: la violenza sonora era complice di melodie morbose che, una volta entrate in testa, faticano ad uscire. Non esisteva nulla di simile all’epoca. Randy Burns seppe valorizzare ogni nota di questo disco, offrendo una produzione brutale che sarà poi fonte di ispirazione per i gruppi a venire.
Le chitarre erano scordate di un tono32: ciò rendeva i riff più cupi. Questi ultimi erano tutti in tonalità minore33, per accentuare il carattere malvagio del suono. È stato fatto largo uso di brevi assoli, molto melodici nonostante la loro chiara matrice Slayeriana34. Le sezioni di basso sono piuttosto semplici e seguono la chitarra, senza perdersi in virtuosismi che di sicuro non avrebbero calzato in un contesto del genere.Elemento fondamentale poi è la voce: il growl di Chuck era qualcosa di mai sentito prima, che scioccò le orecchie degli ascoltatori. Era un misto tra le urla disperate di Tom Araya35 e i grugniti di Jeff Becerra36.
Sul piano testuale, sembrava che questo disco fosse un estremissimo film horror sonoro: mutilazioni, cerimonie macabre di zombies, sacrifici umani, demoni sono il cuore del nucleo tematico del disco, contorniato ovviamente da sangue, budella e parti umane smembrate ovunque. Non a caso, furono proprio i film horror che diedero a Chuck l’ispirazione per i testi e le musiche di questo album – tutti scritti interamente da lui.
Fu proprio a metà degli anni ’80 che il cinema Splatter diventò famoso in America, ed è proprio a uno dei film principali di questo genere che Chuck dedica una canzone: stiamo parlando di La Casa, film del 1981 diretto dal regista americano Sam Raimi. Kam Lee37 raccontò più volte l’ossessione che lui, Chuck e Rick avevano per quel film: nel periodo successivo alla premiere – quando il film iniziò ad essere proiettato nelle sale, durante il week-end, come film di mezzanotte – andarono ogni weekend fin quando non finì di essere proiettato38. Fu per passione/ossessione per questo film che Chuck scrisse una canzone in suo onore, il cui titolo è quello originale del film, Evil Dead . Secondo molti fan, questa è la migliore canzone dell’intero disco.
Ecco il testo con traduzione39 di Evil Dead:

Trapped inside a life which is not yours
Spirits within causing terror, fear and darkness

Evil dead
Evil dead

Voice speaks out, all will die tonight
Insanity fills your mind, you hear them calling

Evil dead
Evil dead

Covered in blood, all hope is lost
Forever to rot, controlled by the powers of the

Evil dead
Evil dead

Intrappolato in una vita che non è tua
Gli spiriti dentro causano terrore paura e oscurità

Morto malvagio
Morto malvagio

La voce proclama, tutto morirà stanotte
La pazzia riempie la tua mente, tu li senti chiamare

Morto malvagio
Morto malvagio

Coperto di sangue, ogni speranza è perduta
Destinato a marcire per l’ eternità, controllato dai poteri del

Morto malvagio
Morto malvagio


Questa canzone, come tutto l’album, sancisce la nascita di un’unione che sarà poi tipica per i dischi Death Metal a venire: quella fra il metal estremo e il cinema horror.
La copertina di Scream Bloody Gore fu disegnata da Edward J. Repka (in arte Ed Repka), pittore statunitense noto per aver disegnato le copertine di artisti metal come Megadeth, Venom, Massacre, Nuclear Assault, Atheist e molti altri.

Note

  1. Il merchandise è la merce promozionale che le band vendono ai concerti: magliette, cd, vinili, spille, toppe, adesivi. Se la band è sotto contratto, è l’etichetta discografica che lo produce, mentre nel caso di band underground, è tutto autoprodotto. In quest’ultimo caso, i fan sono ancora più invogliati a comprare il merchandise, poiché questo significa supportare direttamente il gruppo che potrà investire i soldi ricavati nella produzione di un nuovo disco o nuovo merchandise. Con il passare del tempo, alcuni tipi di merchandise autoprodotti da band anni ’80 sono diventati delle vere e proprie reliquie (proprio per il fatto che, non essendo prodotte in serie, ne esistono pochi pezzi e oggi è difficile trovarli) che sono diventati l’oggetto di culto dei moderni collezionisti di memorabilia Heavy Metal.
  2. Gianni Della Cioppa, HM – Il grande libro Heavy Metal, Firenze, Giunti Editore, 2009, p.9.
  3. Tra gli appassionati spesso viene adottato un linguaggio metaforico volutamente epico, secondo il quale l’Heavy Metal è un culto e i suoi ascoltatori sono i guerrieri. Gli appassionati che sono fedeli al culto della vecchia scuola (ovvero all’Heavy Metal legato all’underground) vengono definiti defenders of the faith, overo difensori della fede.
  4. Epiteto che simboleggia la finta adesione di determinati individui a una data sottocultura, al solo scopo di ottenere accettazione sociale.
  5. Joel Mclver, Justice for all: The truth about Metallica, Londra, Omnibus Press, 2009, p. 50
  6. R. Walser, Running with the Devil, cit., p. 14
  7. Cfr. la voce Trash Metal su Wikipedia, qui integrata con mie conoscenze.
  8. Ibidem.
  9. È il terzo album studio dei Metallica. I due precedenti, Kill ‘em all (1983) e Ride the Lightning (1984) furono pubblicati dall’etichetta indipendente statunitense Megaforce Records. Fu inoltre l’ultimo album registrato con il bassista Cliff Burton, che morì poco dopo a causa di un incidente.
  10. R. Walser, Running with the Devil, cit., p. 15.
  11. D.X. Ferris, Slayer’s Reign in Blood, New York, Continuum International Publishing Group, 2008, p. 147.
  12. Mantas era il nome d’arte di Jeffrey Dunn, chitarrista degli inglesi Venom. Chuck, Rick e Kam scelsero questo nome in suo tributo, visto che i Venom erano uno dei loro gruppi preferiti e ai quali si ispirarono maggiormente all’inizio.
  13. Albert Mudrian, Choosing Death: L’improbabile storia del Death Metal e del Grindcore, Milano, Tsunami Edizioni, 2009, p. 64.
  14. Questa tecnica sfrutta il movimento diaframmatico per ottenere un suono gutturale, raschiato e basso: “ Quando ascolti un cantante Death Metal, devi aver l’impressione di star ascoltando un demone”, dichiara un fan. E Jeff Becerra è il perfetto esempio.
  15. Da open à aprire, è il termine con cui viene definita la prima canzone di un disco.
  16. Daniel Ekeroth, Swedish Death Metal: La vera storia del Death Metal Svedese, Milano, Tsunami Edizioni, 2012, pp.19-20
  17. Natalie Purcell, Death Metal Music: the Passion and Politics of a Subculture, Jefferson, McFarland, 2003, p. 54.
  18. Perry M. Grayson, Precious memories of Chuck Schuldiner (1967-2001).
  19. Citazione tratta dalla video intervista che Chuck fece per il programma televisivo Headbanger’s Ball nel novembre del 1991. Traduzione mia.
  20. D. Ekeroth, Swedish Death Metal, cit., p. 20.
  21. Seven Churches, Possessed, recensione di Eduardo Rivadavia.
  22. Mi ricordo, sì, io mi ricordo, intervista a Beth Schuldiner.
  23. A. Mudrian, Choosing Death, cit., p. 70
  24. Gli Slaughter erano sempre stati un trio. La band aveva all’attivo diversi demo e si stava preparando per l’incisione del primo full lenght, Strappado. L’entrata di un secondo chitarrista non poteva “sconvolgere” l’equilibrio della band e Chuck si rivelò presto inadatto, vista la sua grande voglia di comporre e suonare la propria musica. Entrare nella band di qualcun altro gli avrebbe negato la libertà di cui aveva bisogno: Chuck aveva bisogno di suonare in una band tutta sua.
  25. Ivi, p. 71.
  26. Ibidem.
  27. Si tratta della stessa etichetta che mise sotto contratto i Possessed nel 1984.
  28. Chuck affermò più volte, durante varie interviste, che il suo chiodo fisso iniziale era proprio quello di ottenere un contratto discografico. Autoprodurre i demo gli piaceva, ma il problema era la loro qualità: con i pochi mezzi che aveva a disposizione, non avrebbe potuto fare altro che produrre demo di qualità audio abbastanza scarsa; Chuck sentiva l’esigenza di una produzione più professionale per il primo disco e per questo era strettamente necessaria la collaborazione con un’etichetta, che avrebbe messo a disposizione i mezzi necessari e soprattutto uno studio di registrazione vero. E così fu.
  29. A. Mudrian, Choosing Death, cit., p. 72
  30. Chris Reifert dichiarò al riguardo che subito dopo aver registrato Scream Bloody Gore, il duo pensò di inserire il chitarrista John Hand (che era un loro amico) nella band e, peccando di troppa fiducia, fece inserire la sua foto nell’ artwork del disco. Purtroppo dopo alcune prove si resero conto che John non poteva fare parte del gruppo, ma era troppo tardi per togliere la sua foto, in quanto l’artwork era già stato stampato. Cfr. Interview with Chris Reifert, Metal Rules (Canada).
  31. Il produttore discografico si occupa della supervisione delle sessioni in studio di registrazione, dei processi di masterizzazione e missaggio. La relazione tra musicisti e produttore varia di caso in caso. In alcuni casi il ruolo del produttore è incisivo e si occupa anche di guidare i musicisti; in altri, la sua figura è solo secondaria e confinata all’aspetto tecnico della situazione.
  32. L’accordatura è il processo di regolazione di uno strumento musicale affinché sia perfettamente intonato rispetto al sistema di intonazione vigente o proprio allo strumento stesso. Generalmente si parla di accordatura in riferimento agli strumenti a corda, ma può essere genericamente estesa al concetto di intonazione di altri strumenti. La maggior parte delle canzoni metal sono suonate con la chitarra accordata in MI, mentre in Scream Bloody Gore la chitarra è accordata un tono sotto, ovvero in RE.
  33. La tonalità costituisce l’insieme dei principi armonici e melodici che regolano i relativi legami tra accordi e/o note in un brano musicale. Può essere maggiore o minore. La prima ha un carattere allegro e gioioso, mentre la seconda è cupa e malinconica.
  34. Chuck ha sempre nominato gli Slayer tra le sue principali influenze.
  35. Cantante e bassista degli Slayer.
  36. Cantante dei Possessed.
  37. Primo cantante dei Mantas, la prima formazione con cui Chuck suonò.
  38. A. Mudrian, Choosing Death, cit., p. 67
  39. Se non segnalato diversamente, le traduzioni sono mie.

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