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La creazione delle «dodici divinità delle genti maggiori» nella Scienza nuova di Vico come espressione delle passioni umane. Paura, bisogni, conflitti
di , numero 42, luglio/dicembre 2016, Saggi e Studi

La creazione delle «dodici divinità delle genti maggiori» nella <em>Scienza nuova</em> di Vico come espressione delle passioni umane. Paura, bisogni, conflitti

Uno dei principali aspetti della filosofia di Giambattista Vico, costituente anche uno dei motivi di maggiore distinzione dal suo antagonista Descartes, è rappresentato dalla convinzione che nell’uomo mente e corpo interagiscano in modo attivo nella formulazione della conoscenza. Sebbene sia possibile riscontrare tale caratteristica un po’ in tutte le opere del pensatore partenopeo, è però soprattutto nel suo capolavoro, la Scienza nuova, che essa emerge in maniera evidente, in quanto è in quest’opera che Vico rappresenta la «vasta immaginativa di que’ primi uomini, le menti de’ quali di nulla erano astratte, di nulla erano assottigliate, di nulla spiritualezzate, perch’erano tutte immerse ne’ sensi, tutte rintuzzate dalle passioni, tutte seppellite ne’ corpi». Il fatto di considerare la mente e il corpo come due entità interagenti e compartecipi sul piano conoscitivo, porta inevitabilmente il filosofo napoletano a soffermarsi su quelle componenti umane che non sono strettamente afferenti alla sfera razionale. Tutto questo conduce Vico a mettere in risalto con determinazione il tema delle p... continua a leggere

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