Bibliomanie

Felix A. Morlion e il Movimento Pro Deo. Un repertorio delle fonti documentarie
di , numero 52, dicembre 2021, Saggi e Studi, DOI

Felix A. Morlion e il Movimento Pro Deo. Un repertorio delle fonti documentarie
Come citare questo articolo:
Luigi Montuori, Felix A. Morlion e il Movimento Pro Deo. Un repertorio delle fonti documentarie, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 52, no. 14, dicembre 2021, doi:10.48276/issn.2280-8833.9640

1 INTRODUZIONE
L’idea di raccogliere fonti documentarie sulla Pro Deo e il suo fondatore padre Felix A. Morlion, conservate negli istituti pubblici o privati di mezzo mondo, è nata dal fatto che manca ancora uno studio storiografico su di un personaggio parte dei vertici del servizio segreto del Vaticano che svolse attività complesse operando in simbiosi con il potere laico e religioso. Dunque, nel solco della minoritaria tesi che cristallizza il frate domenicano belga essere uomo dell’intelligence vaticana1 presenteremo documenti editi e non, per avviare un confronto costruttivo tra gli studiosi ridimensionando la persistente oscurità riguardante problemi e avvenimenti legati a doppio filo ad un movimento cattolico nato negli anni ’30 del secolo scorso in Europa. La relazione2 presentata in occasione degli incontri “Pomeriggi alla Minerva” promossi dalla Comunità del convento Santa Maria sopra Minerva, nonostante usi toni apologetici, di contro mostra una certa apertura al dialogo sullo storico personaggio da parte dell’ordine Domenicano. Leggiamo, ad esempio, che le opere dallo stesso compiute «[…] danno l’idea portante del seguito della sua vita di religioso al servizio di Dio nella Chiesa. […]»3 ma, putroppo, come chi non si preoccupa di scoprire la verità trova più facile accettare la prima storia che sente, viene affermato che «[…] Come ogni persona impegnata onestamente e radicalmente nel servizio degli altri, fr. Morlion fu oggetto di calunnie e persecuzioni, e ancora oggi la sua fama, che ormai si forma e cristallizza sulla rete Internet, è legata a molti misteri e omicidii politici che hanno caratterizzato la storia italiana negli anni ’70 e ‘80 […]». Inoltre si dice che «[…] molte di queste infami accuse si rivelano infondate già con un approfondimento possibile grazie ai molti documenti declassificati oggi presenti su Internet, […]» senza specificare le fonti che, se corrispondessero alle nostre parimenti rintracciate sul web, l’autore cadrebbe in contraddizione. Totalmente concordi, invece, con la necessità di mettere a punto uno studio storico-biografico approfondito per meglio «[…] fugare i sospetti sulla sua figura, […]»4 invitando, per l’occasione, chi dall’interno dell’Ordine ha mostrato interesse per il tema a rendere accessibile agli studiosi il prezioso materiale documentario custodito nei fondi archivistici della Provincia romana di Santa Caterina da Siena e della Curia generalizia dell’ordine dei Domenicani. Oggi, a poco più di trent’anni trascorsi dalla morte del frate, sarebbe utile porsi alcune domande.
Certo, pur di fronte a queste nuove fonti, parziali ma preziose, non ci si può nascondere che altri archivi di notevole importanza concorrono alla ricostruzione storica del personaggio e delle vicende che lo videro protagonista. Inoltre, la non proprio agevole acquisizione documentaria ha significato indubbiamente un controllo vigile e attento da parte delle istituzioni preposte alla conservazione del materiale documentario. “Cercare di nascondere l’ovvio è sempre un esercizio molto delicato”.
Ringraziamo l’amica fraterna Dr.ssa Giovanna Evangelista che ha tradotto le carte d’archivio redatte in lingua francese e inglese, la Prof.ssa Violeta Popescu che ha messo a disposizione il suo sapere traducendo l’articolo del quotidiano romeno Timpul e la Dr.ssa Sim E. Smiley che ha collaborato proficuamente dagli Stati Uniti per ricerche, acquisizione e declassificazione dei documenti statunitensi.

2 ARTICOLI ED INCHIESTE DI PUBBLICAZIONI PERIODICHE5
Abbiamo rispolverato le notizie pubblicate nell’arco di un cinquantennio sul poliedrico frate predicatore coinvolto in molteplici trame oscure, cruciali e legate a decisioni politiche strategiche di ambito nazionale ed internazionale. Fonti che ambiscono “di far sì che l’effimera cronaca diventi Storia” e strumento dello storico contemporaneista per acquisire una pluralità d’informazioni: nel caso del movimento/servizio segreto Vaticano Pro Deo scoprire le attività ordite per controllare le dinamiche sociali, politiche, economiche del Belpaese. Dalla Central University Library Carol I di Bucarest abbiamo acquisito copia di immagine digitale dell’articolo anonimo intitolato Un reportaj despre Activitatea serviciului de spionaj al Vaticanului [Un servizio su L’attività del servizio di spionaggio del Vaticano], apparso sul n. 3718 di lunedì 26 aprile 1948 del quotidiano rumeno Timpul. Ecco il testo integrale tradotto:

Il papa Pio XII ha incaricato il monaco domenicano Morlion, di origine belga, di riorganizzare nel 1946 il servizio di spionaggio del Vaticano, che verrà unito con il servizio di spionaggio dei gesuiti.
Alla Direzione Centrale di Spionaggio del Vaticano a Roma è stato nominato il generale dell’ordine dei gesuiti Jansens.
Il suo sostituto Montini, sottosegretario di Stato del Vaticano, affiancato da Schmieder, direttore amministrativo della Direzione Centrale del Servizio di spionaggio dei gesuiti e Morlion – direttore del “Centro Informazioni Pro Deo”.
La Direzione Centrale di Spionaggio viene diviso in servizi e sezioni, secondo i Paesi che sono seguiti.
Uno dei servizi principali del Servizio di Spionaggio del Vaticano lo rappresenta il servizio “interno” fondato sotto la copertura dell’agenzia di stampa cattolica “Centro Informazione Pro Deo” (“CIP”) di Roma.
I “servizi interni” sono organizzati in tutte le filiali di questa agenzia diffusa nel mondo intero.
“Il servizio interno” della filiale “CIP” di New York è diretto dal cardinale Spellmann, in Austria a Innsbruk – dal rettore del Collegio gesuita Regents a Koblenz, Germania – dal prete cattolico e direttore dell’agenzia “Katolische Presse-Konrospon denz” Peuler.
Il capo del servizio che guida l’attività dello spionaggio nei Paesi dell’Est e Sud-Est dell’Europa è il direttore amministrativo della Direzione – Schmieder – principale esperto dell’ordine dei gesuiti per i paesi slavi – Pneschere, che nello stesso tempo è il consigliere del Segretario di Stato del Vaticano.
Il principale incarico affidato dal Papa al Servizio di spionaggio consiste nella lotta contro il comunismo, infiltrazione degli agenti propri nei paesi con i nuovi regimi, nei partiti comunisti, raccogliere delle informazioni che riguardano l’attività dei partiti di sinistra in tutti i paesi, compresi i paesi democratici dell’Unione Sovietica e la propaganda in questi paesi.
Il Papa raccomanda quanto segue:
1. Aumentare tutte le possibilità di raccogliere le informazioni delle quali dispongono le organizzazioni cattoliche, gli ordini, i preti, i missionari cattolici.
2. Istituire i legami nel territorio con i servizi di spionaggio americani e inglesi. Raccogliere tutte le informazioni con carattere generale necessarie per la lotta contro il comunismo. Il Papa ha disposto che tutte le informazioni siano inviate ai servizi di spionaggio americano e inglese. Le informazioni con carattere più particolare verranno inviate alla Direzione Centrale del Servizio di Spionaggio del Vaticano.

Si sono istituiti i contatti molto stretti tra il servizio di spionaggio del Vaticano con il servizio di spionaggio americano. In base ad un accordo comune con il servizio americano, il Papa nomina i vescovi cattolici americani come suoi rappresentanti nei paesi dell’Europa. I capi dei gesuiti americani: Vincent McCornik e il professore dell’Università Gregoriana, l’americano Ford, saranno i consiglieri permanenti del servizio di spionaggio del Vaticano.
Con l’inizio dell’anno 1946, il finanziamento del servizio di spionaggio del Vaticano verrà assicurato in maggior parte dagli Stati Uniti.
Secondo alcuni dati incompleti del 1947, gli Stati Uniti hanno pagato solo in Europa circa 500.000 dollari, compreso le spese per la stampa cattolica.
Nella sua attività, il Vaticano usa un numero importante di organizzazioni cattoliche, i partiti, l’organizzazione degli studenti cattolici “Pax Romana”, l’organizzazione dei giovani “YMCA”, l’Azione Cattolica dell’Italia, l’associazione di beneficienza “Caritas Verband” di Germania e alcuni ordini monastici e organizzazioni missionarie.
Il servizio di spionaggio del Vaticano si preoccupa in modo particolare per la preparazione del personale qualificato di spionaggio. All’interno dei collegi cattolici e negli istituti dei gesuiti sono selezionati e preparati dei giovani, i migliori studenti, per l’attività di spionaggio.
La Direzione Centrale del servizio di spionaggio ha fondato la scuola superiore di spionaggio sotto la copertura e firma di un istituto della stampa presso il “Centro Informazioni Pro Deo”. Le spie per i paesi dell’Europa dell’Est si stanno preparando presso l’“Institutul Stiintelor rasaritene” del Vaticano e nel collegio religioso “Russicum”, che prepara i sacerdoti per la chiesa unita nei paesi slavi.
Oltre a raccogliere le informazioni, il Vaticano interviene in modo attivo nella vita politica dei Paesi. L’attività dei partiti cristiani, che fanno parte dei governi di alcuni paesi, viene svolta secondo le istruzioni ricevute dal Vaticano.
In seguito ad alcuni processi vinti nei paesi dell’Europa dell’Est, il Vaticano mette le basi delle organizzazioni sovversive di terroristi e sabotatori, ad esempio l’organizzazione “Crociati bianchi” in Jugoslavia, “Associazione San Pietro” in Albania ecc.


Dunque, uno dei maggiori quotidiani dell’oriente europeo6 svelava ai propri lettori che Papa Pio XII incaricò, due anni prima nel 1946, il padre domenicano belga Morlion di riorganizzare il servizio di spionaggio del Vaticano. Nel servizio giornalistico venivano menzionate le personalità al vertice della nuova struttura d’intelligence asserendo, inopinatamente, che il settore principale fu rappresentato dal servizio segreto interno fondato sotto la copertura di agenzia di stampa cattolica Centro Informazioni Pro Deo. La notizia fu ripresa dal settimanale russo d’informazione New Times A Weekly Journal, precisamente sul N. 31 del 28 Luglio 1948 nell’articolo Vatican Apostles of Imperialism [Gli Apostoli Vaticani dell’Imperialismo] di A. Galin, introducendola con queste parole: «[…] The Vatican has long had a Morgan man as envoy from America. Years of collaboration between Myron Taylor and Pope Pius XII have led to the reorganization of the Vatican’s intelligence activities in the interests of American imperialism. […]» [Il Vaticano ha avuto per lungo tempo un uomo di Morgan come inviato dall’America. Anni di collaborazione tra Myron Taylor e Papa Pio XII hanno portato alla riorganizzazione delle attività di intelligence del Vaticano nell’interesse dell’imperialismo americano.]. Con toni sferzanti l’autore commentava i discorsi pronunciati dal Santo Padre in occasione del Santo Natale 1947, al clero romano riunito il 10 marzo e per la ricorrenza della Pasqua del 1948. In più diceva che l’inviato personale del Presidente Truman in Vaticano fu Myron Taylor, uno dei pezzi grossi del trust US Steel, rappresentante della famiglia di banchieri statunitensi Morgan. Infatti viene ricordato come, il 15 aprile 1948, le testate giornalistiche New York Times e New York Herald Tribune diramarono un dispaccio da Roma dell’Hearst International News Service: per effetto dell’ambasciatore americano presso la Santa Sede, che ricercò la mobilitazione delle forze cristiane nel mondo occidentale per combattere la diffusione del comunismo.
Chi sono e cosa fanno questi signori? apparve sul n. 39 del 2 ottobre 1968 di Mondo D’Oggi, articolo fatale per il settimanale di politica attualità e critica su cui scriveva l’altro socio dell’editore Leone Cancrini il giornalista Carmine, detto Mino, Pecorelli. È ormai noto che la rivista, dopo l’uscita del numero in questione, fu costretta alla chiusura addirittura su intervento dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno.7 Ecco il testo integrale del sensazionale scoop, probabilmente scritto dallo stesso Pecorelli, reperito non come normale che fosse presso una biblioteca8 ma allegato numero 25 della relazione di perizia – la 48 (Pecorelli)9 – del CTU della Procura della Repubblica di Brescia, Dr. A. S. Giannuli, nell’ambito dell’inchiesta sulla strage di Piazza della Loggia commessa a Brescia il 28 maggio 1974.

Il più complesso e misterioso intrigo degli ultimi venti anni, una vicenda sconcertante che coinvolge enti, istituzioni e personalità che si ritenevano al di sopra di ogni sospetto, una ridda paurosa di miliardi. Per gettare uno spietato e coraggioso fascio di luce su quello che potrà essere definito il più sensazionale scandalo dei nostri tempi, abbiamo condotto per mesi, pazienti indagini e minuziose ricerche in archivi finora ritenuti “top secret”, al di qua e al di là dell’oceano, abbiamo interrogato decine di testimoni, abbiamo raccolto centinaia di documenti, sfogliato decine di dossiers. Ora è venuto il momento di raccontare quello che le autorità, le polizie, i servizi segreti, i magistrati tengono ancora gelosamente custodito, nel nome della ragion di stato, sotto il velo del riserbo. È venuto il momento di raccontare, senza reticenze, senza timori, senza ombre, tutta la “operazione Pro Deo”. Affari e devozione, come qualcuno degli inquirenti l’aveva battezzata. Affari, sesso e devozione, si potrebbe aggiungere.
Una vicenda i cui protagonisti, in buona o cattiva fede, sono altissimi Prelati, Presidenti del Consiglio e Ministri italiani e stranieri, diplomatici e spie, nobildonne dell’aristocrazia nera e giovani e intraprendenti monsignori, Generali e grandi industriali.
Poche indiscrezioni trapelate nel passato e subito soffocate con ogni mezzo. Episodi scandalosi denunciati e “bloccati”, fino al giorno in cui un banale “incidente” ha consentito alla Magistratura Italiana di sollevare la prima cortina su questa sensazionale vicenda di cui, dal prossimo numero, «Mondo d’Oggi» informerà la pubblica opinione con una documentata inchiesta in esclusiva mondiale.
Un’inchiesta attenta e complessa che coinvolgerà la Gestapo nazista e la CIA americana, il Vaticano ed i servizi segreti di tre paesi della NATO, la Fiat, la Montecatini, la Michelin, la Bata C., Mary Luce e l’Ordine dei Domenicani, in un giro vorticoso di interessi per alcune decine di miliardi di lire e sullo sfondo impensabile di avventure galanti nei quartieri alti della Capitale.
Racconteremo perché certi monsignori percepivano “rimborsi spese” di centomila lire al giorno per le più incredibili missioni nei più diversi paesi del mondo. Racconteremo la verità su certe lettere “autentiche” spedite dalla Segreteria di Stato Vaticana. Racconteremo tutto su appalti e commesse industriali per i quali una tonaca bianco-nera o bordata di rosso valeva di più del nulla-osta del SIFAR. Descriveremo le operazioni di finanziamento disposte dal Banco di Sicilia, dal Banco di Roma, dalla Banca del Lavoro, o dalla Banca dell’Agricoltura in favore di personaggi ultrapotenti. Pubblicheremo le fotografie e le lettere di uomini politici ritenuti intoccabili. Vi mostreremo i documenti riservati del Dipartimento di Stato e degli uffici speciali che hanno raccolto l’eredità dell’OVRA e capirete quando e perché un anello di ametista può essere più efficace di una “Browning” per raccogliere un’informazione o far tacere un testimone.
Tutta la nostra documentazione è stata riprodotta in triplici esemplari, depositati uno presso una banca estera, il secondo presso un notaio italiano, il terzo presso un fiduciario del nostro gruppo editoriale.
Da oggi, ovunque, si parlerà della “Operazione Pro Deo”.


Il primo settimanale in Italia che investigò le trame nascoste dietro la chiusura forzata di Mondo D’Oggi e la relativa documentazione riservata appartenuta alla Pro Deo fu L’Astrolabio. Nato per iniziativa del Prof. Ernesto Rossi e del Sen. Ferruccio Parri veicolo di battaglie importanti, testimonianza di un impegno civile e politico erede della cultura azionista. Dunque, con Parri alla direzione decidevano di pubblicare una serie di articoli-inchiesta da giugno 1969 a maggio 1970 e tutto ebbe inizio con il trafiletto intitolato il mistero della pro-deo apparso sul n. 22 dell’1 giugno 1969, collocato nella rubrica “OMNIBUS dall’interno”. La settimana successiva la rivista titolava in copertina, al n. 23 dell’8 giugno, “Lo scandalo della Pro Deo” con all’interno l’articolo a firma di Alessandro Comes Ora Pro Deo Labora Pro Usa. In esso venivano fornite le prove dell’esistenza di un dossier esplosivo sull’Università Pro Deo, all’ombra della quale fioriva una vasta rete di attività informative di natura inquietante. L’autore dell’inchiesta poneva interrogativi sul perché fu chiuso il settimanale, raccontando fatti e nomi dei protagonisti invischiati nella questione, senza però tralasciare le comprovate difficoltà finanziarie in cui versava l’editore. Il giornalista forniva un’interpretazione dell’intricata vicenda che aveva destato molte curiosità: Mondo d’oggi è in pessime condizioni economiche, viene in possesso del materiale documentario sulla Pro Deo, ne annuncia la pubblicazione ed attende le reazioni. Qualche giorno dopo si faceva avanti qualcuno, forse il potente “D’A” che nell’interrogazione del Sen. Anderlini viene indicato come appartenente dell’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno, che si assumeva l’onere dei debiti della società editrici affinché ponesse fine alla faccenda.
Interrogativi inquietanti andavano ad aggiungersi ai precedenti e l’inchiesta di Comes proseguiva approfondendo l’affaire con l’articolo Università Pro-Deo: gli amici di padre Morlion.10 In apertura si pubblicava una lettera di risposta della Segreteria di Stato di Sua Santità, firmata da Monsignor Montini e spedita il 15 maggio 1954, con la quale si comunicava il mancato riconoscimento canonico della Pro Deo. Quest’atto segnava la prima tappa del braccio di ferro che, in quel preciso momento storico, ancora proseguiva in Vaticano attorno al Movimento Pro Deo. Particolare attenzione si poneva agli sforzi concentrati dal padre Morlion nell’attività scolastica e nella creazione della società a responsabilità limitata Pro Deo, sorta nel 1945, in ambito economico-finanziario. Quando mutò il nuovo blocco di potere formatosi all’interno dell’Università con Monsignor Carlo Ferrero luogotenente di Morlion, almeno dal gennaio ’64 come indicava il memoriale di Mons. Antonio De Angelis, si strinsero al massimo i tempi per l’agognato risultato. I legami oscuri della Pro Deo descritti dall’esautorato De Angelis costituivano le condizioni necessarie per il riconoscimento nel 1965 dell’università da parte del Governo italiano, titolo che veniva concesso l’ultimo giorno del governo Moro che – sempre secondo l’inchiesta giornalistica – fu una procedura viziata sotto un duplice aspetto: quello civilistico derivato dalle carenze di una regolare procedura societaria e quello pubblico non conforme alle garanzie richieste dalla legge italiana.
Con il n. 48 del 7 dicembre 1969 L’Astrolabio riapriva il caso Pro Deo e pubblicava l’articolo Torna la Pro Deo sette miliardi per lo stato, sempre a firma di Alessandro Comes11. Questo pezzo servì non solo a denunciare il silenzio calato su tutta la vicenda ma, soprattutto, a chiedersi perché Anderlini aveva nuovamente riproposto al Senato l’argomento presentando un’interpellanza in cui chiedeva la nazionalizzazione dell’Università Pro Deo. Il problema alla soluzione proposta dal politico si presentava efficace per almeno due ordini di motivi: la chiusura di alcuni corsi che avevano recato disagio agli studenti e ai docenti e, l’altro, di natura meramente finanziaria per lo Stato e il comune di Roma che, se non fossero riusciti a reperire fondi da destinare per una sede decente, avrebbero lasciato in mano alla confraternita di padre Morlion un patrimonio immobiliare stimato tra i cinque e sette miliardi di lire. La coraggiosa inchiesta a puntate terminava con l’articolo apparso sul n. 22 del 31 maggio 1970 che, come il primo, non reca il nome dell’autore Pro Deo-Bocconi le università confindustriali? La breve nota giornalistica informava che l’università venne occupata da studenti decisi a protestare perché non volevano essere “comprati” dalla Confindustria. Tali, invece, sembravano le iniziative di padre Morlion e del suo braccio destro monsignor Ferrero che vollero offrire agli industriali le facoltà universitarie. Infatti, le trattative si dicevano essere giunte a buon punto e non riguardavano solo Roma ma anche Milano per la “Bocconi”. Voci bene informate davano per imminente l’accordo di passaggio diretto dell’Università Pro Deo, originato dalle grosse difficoltà economiche che l’istituzione attraversava in quell’istante.
ABC è l’altra rivista molto diffusa in tutto il periodo degli anni sessanta e in parte anche nei primi anni settanta, con netta linea socialista, anticonformista e anticlericale che pubblicò a luglio del 1969 l’inchiesta di Anna Maria Rodari dal titolo La Pro Deo: un SIFAR su scala mondiale. Chi sono come lavorano. Nell’incipit veniva dichiarato che il settimanale possedeva oltre 230 cartelle di documenti «[…] impressionanti per la loro gravità […]» che rivelavano ciò che fu celato per vent’anni dietro padre Morlion e la sua potentissima Pro Deo: una istituzione dedita all’infiltrazione capillare di quadri giornalistici e amministrativi a tutti i livelli della società italiana, che grossi industriali europei ed americani avevano finanziato sin dalla nascita. Elencava una serie di falsi, tutti documentati, che coinvolgevano la Pro Deo, il servizio d’informazioni del Ministero dell’Interno e, persino, il Ministero della Pubblica Istruzione utilizzando la metafora dei panni lavati in pubblico per spiegare l’avvenuta divulgazione delle notizie. Ma poiché le carte riguardavano uno dei più misteriosi e potenti personaggi di allora, la giornalista si chiedeva chi avrebbe osato dare addosso al padre Morlion, visto che mezza Italia fu compromessa con lui, dai partiti di destra a quelli di sinistra. In essa vengono riprodotte alcune veline confidenziali elaborate dagli uomini della Pro Deo, come ad esempio la mancata consegna di alcune memorie del defunto segretario generale del P.C.I. Palmiro Togliatti, avvenuta ad opera dell’onorevole Nilde Jotti, oppure quella in cui venivano raccolte informazioni sullo svolgimento della riunione del Gruppo Bilderberg avvenuta dal 2 al 4 aprile 1965 a Villa d’Este, sul Lago di Como, piene di indiscrezioni e spionaggio industriale. Al lettore si raccontava, anche, dell’esistenza di un rapporto riservato posseduto dal Ministero degli Interni sulle notizie dei bollettini riservati della Pro Deo, provenienti da fonti interne al SIFAR. La fuga di materiale informativo non venne affatto interrotta, nonostante fosse stata segnalata al generale Giovanni De Lorenzo capo dei servizi segreti militari italiani. Dunque, tra gli anni ’50 e ’60 il C.I.P. italiano divenne intoccabile fino a quando Morlion non fu costretto a combattere nemici interni al Vaticano, intuendo che le sue operazioni avessero bisognoso di coperture più potenti e rispettabili. Ad esempio il ruolo rivestito dal frate nel tessere contatti tra Kennedy e Krusciov all’epoca della crisi di Cuba12 decretarono la svolta nella politica dei comitati Pro Deo sparsi per il mondo, e resero Morlion uno dei personaggi «[…] più oscuramente potenti […]».
Tutt’altra attenzione meriterebbe l’articolo pubblicato sul n. 326 di marzo 2001 del mensile di formazione e cultura clericale Chiesa Viva, fondato nel settembre del 1971 dal sacerdote gesuita Luigi Villa di area conservatrice la cui finalità divulgativa è lo smascheramento delle infiltrazioni massoniche nella Chiesa Cattolica. Il numero usciva a tutta pagina con l’interrogativo Centro “Pro Deo” istituzione massonica? Il servizio firmato dal sacerdote Luigi Villa, invece, titolava L’ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE “PRO DEO” UNA ISTITUZIONE MASSONICA? in cui si afferma che l’organizzazione fu diverse associazioni o istituzioni che « […] raggruppa i responsabili di differenti gruppi sociali e religiosi di diversi continenti […]». Principale animatore e promotore dell’Università Internazionale Pro Deo, incoraggiata dal Breve Apostolico di Paolo VI il 7 marzo 1965, fu il padre domenicano belga Felix Andrew Morlion che, prima di essere domenicano, fu giornalista e leader politico, cosceneggiatore dei film di Rossellini e di Fellini, specialista di filosofia e metodologia dell’opinione pubblica. Dal libro di Norman Cousins13, fondatore delle “Dartmouth Conference”, pubblicato nel 1972 con il titolo The improbable Triumvirate: John F. Kennedy – Pope John – Nikita Krushchev, che narra il ruolo giocato e l’influenza esercitata dall’autore nell’interazione dei tre leader durante la crisi, apprendiamo che la scelta cadde sullo stesso grazie all’iniziativa di padre Morlion. Pertanto, un uomo tra i principali sponsor del Lucis Trust membro della Pilgrims, del Council of Foreign Relations (CFR) e della National Planning Association vicina alla Fabian Society, fu incaricato di stabilire relazioni dirette tra il Vaticano e il Cremlino in qualità di emissario ufficiale del Papa. Il gesuita, inoltre, faceva notare come nel primo numero di Correspondance Internationale, nuova serie, del febbraio 1973 il domenicano belga raccontò della settima Conferenza di Dartmouth, simposio a cui parteciparono David Rockefeller e alti funzionari sovietici come pure l’autore principale del libro Les limites de la croissance (I limiti della crescita), redatto per iniziativa del club di Roma. Il direttore di Chiesa Viva cita, altresì, l’opuscolo dal titolo fotoreporter Pro Deo 1968 nel quale si mostravano personalità della Pro Deo nordamericana ricevute in udienza speciale da Paolo VI in compagnia di padre Morlion e monsignor Ferrero. La foto con didascalia “Il dialogo tra leaders economisti e religiosi”, raffiguranti il Presidente della First National City Bank e il vice presidente esecutivo onorario della New York Federation of Jewish Philantropies, stette a dimostrare che l’Università e tutta l’Associazione Pro Deo lavorava in stretta correlazione con le società multinazionali. Alfine evidenziava come tutte le informazioni lì prodotte fossero ricavate da materiale consegnatogli da un agente dei Servizi Segreti francesi nel 1975.
Non meno importante, e dunque degna di essere raccolta, la sensazionale notizia apparsa su Avvenire mercoledì 25 marzo 200914 circa il ritrovamento del “copione fantasma” o meglio del canovaccio per la riproduzione cinematografica del film tratto dai romanzi dello scrittore parmense firmato da Felix Andrew Morlion, avvenuta in occasione del centenario dalla nascita di Giovannino Guareschi. Con buona pace di molti si aprirebbero nuovi scenari di studi sull’acuto e vitale padre domenicano che coltivò un interesse appassionato per il mondo del cinema percependo, chissà, il suo impiego per fini propagandistici mutuato dagli apparati dei servizi segreti del Vaticano.

3 LE FONTI ARCHIVISTICHE IN ITALIA E ALL’ESTERO

Reverendissimo Padre Provinciale:
Di seguito le informazioni richieste per i vostri archivi:
Mia madre, nata Reinilda Marelles, vive con le mie sorelle, Martha e Aline, al 56 Astrid Laan, Fiandre occidentali, Belgio.
Mio padre, Arthur Morlion, è morto nel 1936.
I miei genitori si sono sposati nel 1903.
Sono nato a Dixmude, in Belgio, il 16 maggio 1904 e battezzato nella chiesa parrocchiale di Dixmude due giorni dopo. La mia prima professione fu nel 1924. Sono stato ordinato il 18 agosto 1929 da Mons. Laduze, Rettore Magnifico dell’Università di Lovanio. Vescovo titolare. I miei studi primari sono stati fatti a Dixmude e Veurne. Durante la prima guerra mondiale ho studiato a Luton, in Inghilterra e a Rouen, in Francia. Dopo la guerra ho studiato al “College Episcopal” e ho iniziato gli studi di ingegneria all’Università di Lovanio. Sono entrato nell’Ordine nel settembre 1923 e, dopo il noviziato e la filosofia a Gand e un anno di servizio militare a Leopoldburg, ho studiato teologia alla Casa degli studi Domenicana di Lovanio. Sono stato assegnato ai maggiori studi teologici, ma non ho preso il titolo di lettore perché il Provinciale, il 4 agosto 1930, ha accettato la richiesta della Belgian Catholic Film Action di fondare la sua agenzia di stampa. Appartenevo al Convento di Anversa (25 Plogstraat) dove sono ancora ufficialmente assegnato. Lo sviluppo delle attività iniziarono con la fondazione del DOCIP (Documentation Cinematographique de la Presse) nel 1930: nel 1932 fu fondata la Ligue Catholique de Filme (equivalente della Legione Americana della Decenza) e, nel 1933, l’ufficio di Bruxelles divenne il centro internazionale dell’azione cinematografica cattolica. Nel 1934 nasce la Catholic Press Central che diventa, attraverso la fusione con Breda nel 1937, il centro di smistamento per la stampa quotidiana internazionale (CP). Nel 1938 fu avviato il Catholic Propaganda Center, strettamente legato al movimento chiamato “Offensive for God” che persegue l’obiettivo di diffondere le idee religiose negli ambienti laici. Questi servizi erano strettamente collegati e avevano i loro uffici al 6-8 di Traversiere, a Bruxelles. Dopo il primo periodo di fondazione, durante il quale ho assunto la direzione attiva, le diverse organizzazioni sono state affidate alla direzione laica, mentre io ho svolto il ruolo di consigliere spirituale. Quando i direttori laici non poterono sfuggire all’invasione tedesca della Francia e del Belgio, portai avanti il lavoro dell’International Press Center, fino alla capitolazione della Francia a Poitier, e, in seguito, su richiesta del cardinale Cerejeira, a Lisbona fino al maggio 1941. Dopo un viaggio di tre mesi al Centro di Azione Cattolica dell’America Latina ho collaborato allo sviluppo della centrale americana del CIP dove sono ancora attivo nella formazione spirituale e tecnica del personale. Dal luglio 1940 il nome dell’agenzia di stampa è stato cambiato da CP a Center Information Pro Deo ed è rigorosamente sotto la direzione laica per evitare di coinvolgere in alcun modo l’autorità della Chiesa.
Confidando che queste siano le informazioni desiderate, sono molto rispettosamente vostro in Xto (Cristo) S.P.D. (Salutem plurimam dicit),
17 Aprile 1943 Felix Morlion, O.P.15


Questa lettera autobiografica al reverendissimo Padre Provinciale dell’ordine dei domenicani di New York, Terence McDermott O.P., fu richiesta a Felix Morlion per gli usi interni dell’archivio del convento che lo ospitò quand’era in fuga dall’Europa. Trattasi di una bozza originale scritta a macchina da cui traiamo interessanti informazioni sulla vita che sappiamo assai poco. Per grandi linee rende edotto il Provinciale degli ordini di comando che tutelavano la copertura dell’agenzia informazioni, raccontando episodi antecedenti allo scoppio della Seconda guerra mondiale. Egli assunse inizialmente la direzione di diversi uffici e, successivamente, fu affidata a membri laici, continuando a ricoprire il ruolo di consigliere spirituale. Difatti, quando i direttori laici non furono più in grado di sfuggire all’invasione tedesca della Francia e del Belgio, egli portò avanti il lavoro dell’International Press Center fino alla capitolazione della Francia a Poitier, e su ordine del Cardinale Manuel Gonçalves Cerejeira16 a Lisbona fino al 1941. Inoltre, spiega il motivo per cui a partire dal luglio 1940 il nome dell’agenzia stampa Catholic Press Central mutò in Center Information Pro Deo, per essere sottoposta rigorosamente alla direzione laica evitando di coinvolgere in alcun modo l’autorità della Chiesa. Dunque, attraverso la documentazione conservata nel fondo Anna M. Brady costituito da manoscritti, fotografie e una lunga serie di corrispondenze che documentano la carriera di giornalista cattolica decano per molti anni del corpo della stampa vaticana che seguì sinodi e il Concilio Vaticano II, possiamo comprovare, altresì, che Morlion fosse per gli Alleati uno specialista nella pianificazione delle operazioni di guerra psicologica in campo religioso. Che l’agenzia stampa fosse in realtà una branca dei servizi segreti vaticani è desumibile dalla lettera di referenze firmata dal Patriarca di Lisbona il 12 agosto 194017. Naturalemente ad essa furono acclusi documenti informativi, non rinvenuti nel fascicolo, prodotti dall’organizzazione da mostrare ai confratelli americani affinché facilitassero il lavoro reputato enormemente importante dal cardinale lusitano. Infatti, consigliava vivamente di adottare le tecniche di propaganda affinate dal frate nell’ambito della stampa cattolica internazionale, utilizzando anche l’azione cinematografica, profondamente convinto che l’unione dei cattolici nel movimento Action for God fosse la via salvifica per l’intera civiltà. Bisognava, quindi, sviluppare il potente istituto Pro Deo per la rinascita spirituale dell’opinione pubblica proprio nelle grandi nazioni del Nuovo Mondo, facilitando il compito internazionale affidato a Morlion concedendogli uguali permessi goduti in Portogallo e Belgio per l’esercizio dell’apostolato, come scrivere per la stampa senza censura preventiva ed essere dispensato dall’indossare il collare clericale quando occorreva. Dunque, un vero e proprio permesso rilasciato da un’autorità ecclesiastica per l’espansione di nuovi centri strategici informativi del Vaticano oltreoceano.
Altro documento significativo è la dichiarazione d’onore dattiloscritta con nastro blu su di un foglio di carta velina in lingua francese a New York, presumibilmente della prima metà del 1942, attestante l’operatività di Morlion nei reparti d’intelligence durante il triennio 1940-42. Aderì all’esercito belga il 10 maggio 1940 compiendo missioni speciali di propaganda regolarmente rapportati ai militari e alle altre autorità, prima a Bruxelles, poi a Poiters, Lisbona e New York. Tutti i dettagli delle operazioni d’intelligence e gli estratti del diario militare nonché altro materiale venne trasmesso dal Signor Hallaert, Console Generale del Belgio, a Sua Eccellenza il Ministro della Propaganda Paul-Henri Spaak a Londra il 20 febbraio 1942. Dalla consultazione delle relazioni integrative del 31 marzo dello stesso anno in cui vengono esposti i risultati e lo sviluppo dello speciale lavoro di condizionamento dell’opinione pubblica18, apprendiamo in che modo servì la causa della patria e chi fossero i referenti diretti delle sue missioni segrete. Questa attestazione corrisponde al vero se confrontata con la relazione dattiloscritta a New York in lingua francese di due pagine, priva del destinatario, e datata 4 luglio 194219.

RAPPORTO SULLE ATTIVITÀ DEL REVERENDO PADRE MORLION
NEL CAMPO DELLA GUERRA PSICOLOGICA
(PSYCHOLOGICAL WARFARE)
Le mie attività da maggio 1940 al 20 febbraio 1942 sono documentate negli undici rapporti inviati a Londra da Lisbona, dal Sud America e dagli Stati Uniti e riassunti nelle mie lettere indirizzate a Sua Eccellenza Signor Spaak il 18 gennaio e il 31 marzo 1942. Un rapporto speciale che include il contenuto delle varie missioni affidate dalle autorità militari a Bruxelles, Gand, Poitiers, è stato inviato per il tramite del Sig. Ch. Hallaert, Console Generale del Belgio, il 20 febbraio 1942. (in allegato: Ann. 1).
Nel mese di maggio sono stato convocato dalla commissione militare belga a New York. Lì ho dato spiegazioni sulle mie attività, insistendo non sul lavoro di propaganda svolto attraverso il bollettino cattolico pro-alleati “International Correspondence”, ma sul lavoro di informazioni riservate per i servizi del “Coordinator of Information” e sulle trasmissioni radiofoniche settimanali organizzate per gli ambienti religiosi in Germania per la “Columbia Broadcasting System”. Ho chiesto ai membri della commissione militare se era necessario fornire documenti ufficiali in merito. Mi è stato risposto che non avrei dovuto occuparmene e che sarei stato chiamato per un colloquio successivo.
È stato quindi con una certa sorpresa che il 3 luglio ho ricevuto una lettera del Signor Hallaert che mi comunicava di essere stato richiamato con telegramma del Signor Ministro degli Affari Esteri.
Avendo spiegato il caso al capo del servizio competente del “Coordinator of Information”, quest’ultimo dettò la lettera allegata (Ann. 2) al fine di poter regolarizzare la mia situazione. Il Signor Theunis mi aveva nel frattempo comunicato l’opinione del Signor Ministro Spaak che il servizio del CIP non poteva essere considerato solo come propaganda belga. Avendo seguito il consiglio del Signor Theunis, vorrei aggiungere qualche ulteriore spiegazione per dimostrare che è giustificato, nello sforzo comune delle Nazioni Unite, come un belga occupi un posto importante negli uffici americani organizzati per la guerra psicologica.
1) Il mio lavoro quotidiano essenzialmente è quello di fornire rapporti all'”Office of Strategic Services” (nuovo nome per i servizi di informazione del coordinatore che ora sono collegati ai servizi militari). Avendo sviluppato dei servizi per l’informazione che riguardano la classe operaia, circoli industriali, ecc.. questo ufficio ha deciso di creare una sezione speciale per essere meglio informato sulla parte nascosta della situazione religiosa in Europa. Dopo un periodo di indagine sulla mia esperienza in questo campo e sull’obiettività delle nostre informazioni mi hanno incaricato di dirigere un reparto speciale che fornisce 50-60 informative riservate da altre fonti indipendenti. Il nostro lavoro è necessario per orientare il Dipartimento di Stato e gli altri reparti nelle delicate questioni di determinate realtà religiose.
2) Siccome il notiziario del CIP “International Correspondence” aveva attirato l’attenzione dei servizi radiofonici, ci è stato chiesto di fare il quarto d’ora cattolico ogni domenica per portare gli ambienti cattolici della Germania a un’azione sistematica contro il regime nazista. Dopo i primi tre mesi di attività in questo campo il Signor Douglas Miller, responsabile del controllo delle trasmissioni religiose (incaricato di controllare le trasmissioni religiose), (prima Office of Coordinator of Information, oggi Office of War Information) ha dichiarato che i nostri programmi sono i migliori. Stiamo ora studiando le modalità per una diffusione delle trasmissioni utilizzando anche la lingua francese e fiamminga per raggiungere le comunità belga, francese e olandese. Diffondendo e interpretando le dichiarazioni dei vescovi, dando una serie di chiarimenti sull’organizzazione clandestina di sabotaggio, sul rallentamento della produzione, sulle diserzioni e dimostrando la giustificazione della ribellione contro la tirannia nazista secondo l’applicazione dei principi della teologia, si sviluppa una nuova tecnica di guerra psicologica.

I servizi del Centro d’informazione Pro Deo non possono, naturalmente, essere considerati come un contributo diretto al proseguimento della guerra come le altre due attività. Sono comunque molto apprezzati in alcuni ambienti americani e penso che sarebbe utile aggiungere qualche testimonianza in proposito.
Io credo in coscienza di essere più utile all’impegno delle Nazioni Unite continuando il lavoro che mi è stato affidato qui. Essendo l’unico dirigente dei servizi internazionali di informazione cattolica a cui il governo degli Stati Uniti può rivolgersi, la mia partenza equivarrà a giustificare nella speranza che si prolungherà la tregua del mio richiamo. Ho tenuto al corrente il Signor Theunis delle mie attività e rinnovo la richiesta di emettere un ordine ufficiale che designi un’autorità che osservi, dal punto di vista belga, le attività realizzate per la causa comune e che possa fare rapporti speciali a Londra. Ho tenuto al corrente il Signor Theunis delle mie attività e rinnovo la richiesta di emettere un ordine ufficiale che designi un’autorità che osservi, dal punto di vista belga, le attività realizzate (le attività che io compio) per la causa comune e che possa fare rapporti speciali a Londra.
Firmato
Felix A. Morlion, O.P.


Sulla scorta di questo rapporto sono confermate le ipotesi sulle reali attività svolte dal dirigente dei servizi segreti del Vaticano, consistenti nell’uso pianificato della propaganda e di altre azioni psicologiche. Oltretutto queste pagine testimoniano come un arguto frate domenicano fu strumento comune dell’alleanza consacrata con la dichiarazione sottoscritta a Washington l’1 gennaio 1942 tra ventisei Stati belligeranti i quali, su suggerimento di F. D. Roosevelt, si diedero il nome di Nazioni Unite. È dimostrato, infatti, come Morlion abbia contribuito alla vittoria delle due maggiori potenze, Stati Uniti e Gran Bretagna, nell’insieme delle relazioni internazionali per stabilire una pace durevole nel mondo intero. Il destinatario del rapporto, seppur anonimo, sembrerebbe un rappresentante del governo Belga informato sulle operazioni condotte dal maggio 1940 al 20 febbraio 1942. Esse furono documentate in undici rapporti inviati a Londra da Lisbona, dal Sud America e dagli Stati Uniti e l’ultimo, datato 20 febbraio 194220, in allegato al resoconto fu trasmesso per il tramite del Console Generale del Belgio Charles Hallaert. Quest’ultimo fu allegato al resonto abbiamo avuto la fortuna di trovare. Poiché rilevante per le informazioni contenute sul direttore della Centrale Cattolica coordinatrice delle operazioni segrete di propaganda antinaziste in Europa e America, lo pubblichiamo tradotto integralmente.

Come direttore del Centro stampa cattolico di Bruxelles, ero responsabile, insieme al Dr. Hoeben (K.P.W. Breda), dei servizi internazionali che, dal 1937, hanno comunicato le principali informazioni riguardanti la persecuzione religiosa in Germania. Queste informazioni ci sono giunte in segreto dai vescovi e da altre fonti e sono state divulgate, senza menzionare la fonte, in 1750 pubblicazioni provenienti da 30 Paesi. (Per ulteriori dettagli si veda Ann. 1.)
I. Prima della resa.
Nel corso delle varie mobilitazioni parziali del 1939 sono stato smobilitato su istanza del Ministro Marck per poter continuare le attività di stampa e cinema. Al momento della mobilitazione generale del 10 maggio, il Tenente Colonnello Sancke, capo del servizio del personale militare della seconda sezione dell’M.D.W. ha ritenuto opportuno darmi la possibilità di continuare questi servizi di informazione, essenziali per la propaganda antinazista. Di conseguenza il servizio ha funzionato dal 10 al 15 maggio a Bruxelles, il 16 maggio a Gand e dal 25 maggio al 16 giugno a Poitiers. (Notizie e articoli passati attraverso l’intermediario belga.) Le integrazioni al primo ordine di missione del 10 maggio sono registrate nel libro degli ordini del Tenente Colonnello Melchior, firmato il 16 maggio a Gand per entrare a far parte del Ministero della Difesa Nazionale – permesso di passare ai posti – con una missione che comprendeva tre autovetture (firmato Tenente VanMuysen) – ordine del Tenente Colonnello Sancke firmato a Lapillé (Poitiers) il 29 maggio 1940, “destinato ad essere messo provvisoriamente a disposizione del capo del servizio stampa dell’M.D.W.”.
II. Il lavoro a Lisbona.
Alla vigilia della capitolazione francese, il Ministro De Schryver, ma anche il Signor du Solleile e il Signor Scheuer del Gabinetto del Primo Ministro, hanno ritenuto che questo lavoro di propaganda dovesse continuare nei paesi liberi. D’altra parte la Gestapo mi cercava. (Da allora hanno imprigionato altri sei collaboratori dell’agenzia internazionale di stampa cattolica; Mons. Origer, vice-presidente, è morto nel carcere delle SS a Berlino e il dottor Hoeben è in grave pericolo). Il 16 giugno 1940 mi fu rilasciato un passaporto diplomatico come “Incaricato di missione” che mi permise di recarmi a Lisbona, dove da luglio le interviste ai rifugiati e lo studio dei giornali belgi e tedeschi consentirono di riprendere il servizio stampa. Il servizio “Documentazione belga” è stato utilizzato dall’ambasciata a Lisbona (Signor Seyfert), dai Ministeri a Londra (informazioni soprattutto presso il Signor Lepage (Sicurezza) del Ministero degli Affari Esteri), dai Ministri, dal Centro d’Informazione belga di New York (Signor Goris), dall’addetto stampa a Leopoldville, così come da vari servizi inglesi.
III. Il lavoro in America.
Il 22 maggio 1941 il Ministro della Giustizia Signor De Vleeschhauwer, di passaggio a Lisbona, mi ha consegnato una lettera per le autorità belghe in America, confermando i servizi organizzati a Lisbona e la necessità di studiare i mezzi per la diffusione di questi materiali nei diversi paesi dell’America.
Le relazioni degli studi ed accordi effettuati da maggio a novembre 1941 sono state inviate a Sua Eccellenza il Ministro Spaak attraverso le ambasciate di Rio de Janeiro, Buenos Aires, Santiago, Lima, Quito, Bogotá e New York. Durante la sua visita a New York nel novembre 1941, il ministro Spaak disse che questo lavoro era utile per l’America Latina e la comunità cattolica degli Stati Uniti e del Canada, e che al signor Van Cauwelaert sarebbe stato chiesto di approfondire i dettagli dell’organizzazione. Dopo il favorevole sostegno del Signor Van Cauwelaert, le conclusioni per l’organizzazione della propaganda negli ambienti cattolici delle Americhe furono presentate il 18 gennaio 1942 a Sua Eccellenza il Ministro Spaak a Londra.
Nel frattempo è iniziato a comparire il bollettino speciale “Corrispondenza internazionale” (ann. 2.): viene inviato ai principali leader e giornalisti.
Si prega le autorità militari di rivolgersi ai ministri Spaak e De Vleeschhauwer (nonché a Sua Eccellenza il ministro Van Zeeland, attualmente a Londra) che sono a conoscenza di queste attività, e possono confermare la situazione militare assegnandomi ad una missione speciale per i servizi di propaganda di New York.
Felix André Morlion O.P.


Ritornando al rapporto del luglio 1942 è logico supporre, poi, che Morlion dovette correrre ai ripari se dell’accaduto informò il capo del servizio competente, Allen W. Dulles21, che senza indugio dettò la lettera segreta indirizzata all’ambasciatore del Belgio negli Stati Uniti, il Conte Robert Van der Straten-Ponthoz, in modo tale da regolarizzare la posizione militare del frate. La missiva originale, anch’essa allegata e datata 3 luglio 194222, venne redatta su carta intestata Coordinator of Information ed a cui fu apportata la correzione del nuovo nome Office of Strategic Service. Ciò dimostra ancora una volta, aldilà dell’intervento scaturito “dall’esse-o-esse” lanciato da padre Morlion, l’indispensabile servizio reso alla causa comune dalla rete spionistica cattolica. Di seguito l’intero documento tradotto.

Caro Signor Ambasciatore:
Sono venuto a conoscenza del fatto che esiste un regolamento del governo belga in base al quale i belgi in età militare devono ricongiungersi alle forze armate in Inghilterra, a meno che le loro attività non siano dichiarate necessarie allo sforzo bellico.
Il lavoro del reverendo Felix Morlion, O.P. sembra rientrare in quest’ultima categoria. Egli è impegnato come capo di un servizio che fornisce informazioni e rapporti di grande valore nello sforzo bellico e controlla per noi alcuni documenti e informazioni che riceviamo su questo argomento. Le sue relazioni vengono messe a disposizione di diverse agenzie del nostro Governo e sono particolarmente utili, tra l’altro, in relazione allo sviluppo della guerra psicologica. Ritengo che sarebbe difficile sostituirlo in quanto il suo background e la sua esperienza in questo campo sono praticamente impossibili da replicare.
Considero di grande aiuto per lo sforzo bellico che padre Morlion sia stato abile nel creare e portare avanti International Correspondence, un organo con il quale lei ha indubbiamente familiarità, e che credo abbia avuto un’influenza molto utile in questo Paese nell’attuale emergenza. I suoi servizi sono di continuo utilizzati anche dagli altri dipartimenti del nostro Governo in relazione al lavoro di radiodiffusione diretta all’estero, nel quale egli ha prestato il suo aiuto, sia direttamente che attraverso la preparazione del materiale.
Apprezzo pienamente l’importanza di far rispettare le norme in materia di servizio militare e, naturalmente, non chiederei il favore di cui sopra se non ritenessi che i servizi di Padre Morlion, se continuati come adesso, potrebbero avere un considerevole valore nello sforzo bellico che il Belgio, gli Stati Uniti e gli altri Paesi delle Nazioni Unite stanno compiendo.
Se posso essere d’aiuto fornendo ulteriori informazioni, vi prego di telefonarmi.
Cordiali saluti,
A.W. Dulles


Nel rapporto si diceva che il Governatore della Banca Nazionale del Belgio, Georges Theunis23, comunicò l’opinione del Ministro Spaak secondo cui «[…] il servizio del CIP non poteva essere considerato solo come propaganda belga […]». Allora Felix Morlion avanzò alcune considerazioni a riguardo dimostrando come fosse giustificata, nello sforzo comune delle Nazioni Unite, la presenza di un belga negli uffici di comando americani organizzati per la guerra psicologica. I servizi, resi autonomamente dalla Pro Deo, vennero apprezzati da determinati ambienti americani, e perciò non bisognava considerarli esclusivamente come contributo diretto al proseguimento della guerra.
Il reverendo padre non mancò di generare contrasti nelle alte sfere della Chiesa per le ragioni in minima parte documentate sempre negli Anna M. Brady papers. Il relativo fascicolo è composto da una copia dell’articolo Noted Belgian Priest, Press, Film Director, Comes to United States pubblicato dal Pittsburgh Catholic il 5 giugno 1941 e dalla corrispondenza intercorsa fra il Nostro, la Gerarchia ecclesiastica statunitense (rappresentata dai monsignori John T. McNicholas, Edward Mooney e Michael J. Ready), il Delegato apostolico del Vaticano negli Stati Uniti, arcivescovo Amleto Giovanni Cicognani24 e il Padre Generale dell’ordine dei predicatori, Martin Stanislas Gillet25 nei mesi di novembre-dicembre 1941. Il carteggio epistolare restituisce la contrapposizione formatasi in seno ad eminenti rappresentanti dello Stato del Vaticano circa il lavoro di apostolato condotto dal frate domenicano. Essenzialmente vi fu chi insistette affinchè egli fosse messo in salvo secondo le regole della prudenza e della carità perché ricercato dai nazisti che l’avrebbero, se catturato, torturato ed ucciso; e chi, invece, fece telegrafare da New York di non desiderare che entrasse in America, circostanza questa confermata dalla lettera di Padre Garde a nome del Reverendissimo Maestro Generale dell’ordine dei domenicani comunicata al Padre Provinciale di New York, T. S. McDermott. Così, nel vivo dello scontro tra “fazioni” e in barba al potere esecutivo del superiore, il frate belga si diresse alla volta del Sud America viaggiando tra giugno e ottobre del 1941 per poi raggiungere, negli ultimi mesi dello stesso anno, il convento domenicano S. Vincent Ferrer all’869 Lexington Avenue di New York.
Due lettere fissano un primo epilogo dello scontro: la prima è datata 24 novembre 194126 a firma del Segretario Generale dell’NCWC, Mons. Michael J. Ready, in cui si comunica l’azione del Consiglio in merito ai vari memorandum presentati sulle offerte di pubblicità dell’agenzia di stampa C.I.P. Il Consiglio di Amministrazione, su proposta, aveva deliberato di non intrattenere alcuna collaborazione né dare approvazione al suddetto lavoro fino a quando non avrebbe ricevuto un’adeguata attestazione del suo status ecclesiastico; la seconda invece, datata 26 novembre 194127, contiene la disposizione dirompente di Sua Paternità, Maestro Generale Gillet, trasmessa al Padre Provinciale di New York che fu investito della piena autorità a trattare con il reverendo Morlion sospeso dalla maggiore autorità a divinis dalla celebrazione della messa, dall’ascolto della confessione e dalla predicazione. Eccola qui la concisa lettera tradotta.

Caro Padre Morlion: –
Ho ricevuto notizie da Sua Paternità, il Maestro Generale, riguardanti voi e la vostra presenza in questo Paese. Il Maestro Generale mi ha concesso piena autorità per trattare con voi. Scrive che siete sospesi “a divinis”, cioè dalla celebrazione della Messa, dall’ascolto della confessione e dalla predicazione.
Il Maestro Generale, inoltre, desidera che voi siate rimpatriati in Europa nella vostra Provincia. Si informi, per favore, se è possibile, in questo momento, che voi ritorniate in Belgio. Gentilmente, avvisatemi di questo immediatamente.
Augurandovi ogni benedizione, rimango
Sinceramente in San Domenico,
T.S. McDermott, O.P.
Reverendo Provinciale
26 Novembre, 1941


Presso l’Archivio Centrale dello Stato italiano è conservato il memorandum Riservato Personale28 a firma del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale Fedele De Giorgis, trasmesso ai gabinetti dei ministeri dell’Interno e della Pubblica Istruzione. Questo, come più recenti documenti29, dimostrano che la Pro Deo fu sempre attenzionata dalle forze dell’ordine della Repubblica Italiana. All’Archivio di Stato di Roma, invece, abbiamo rintracciato il fascicolo giudiziario con annesse sentenze del procedimento penale istruito a carico dei signori Perotti e Airoldi, svoltosi dinanzi al Tribunale di Roma perché accusati di essersi introdotti abusivamente negli uffici della Pro Deo asportando cospicuo materiale documentario riservato. Nello specifico carte d’archivio e corrispondenza personale del presidente dell’istituto padre Felix Morlion.30 Una curiosità appresa leggendo gli atti processuali è quella che le indagini finalizzate al ritrovamento della refurtiva, terminate con esito negativo, furono condotte anche dal Dr. Federico U. D’Amato.
Il documento dell’intelligence statunitense che affronta temi di politica interna italiana dell’ottobre 1944 è conservato presso l’archivio personale di Giulio Andreotti31, complesso documentario acquisito nel luglio 2007 dall’Istituto Sturzo, con annotazioni a margine sorprendenti. Notevole, poi, la corrispondenza conservata nell’archivio personale di Luigi Sturzo32 intercorsa tra il prete siciliano e Morlion, Earl Brennan (funzionario dell’OSS), Giulio Rodinò (vicepresidente del Consiglio dei ministri nel governo Bonomi III) intenti a trovare una soluzione pratica per il trasferimento da New York a Roma e presentazione in Italia del frate domenicano. E rimanendo sempre nella Capitale in via delle Coppelle non meno interessante è la documentazione descritta nel fondo Vittorino Veronese33, uomo politico e Presidente dell’Azione Cattolica italiana dal 1946 al 1952.
Senza dubbio la documentazione microfilmata e prodotta dal Foreign Nationalities Branch dell’Office Strategic Services fu un’importante fonte di intelligence politica dell’amministrazione Roosevelt durante la Seconda guerra mondiale34. Essa permette di conoscere le operazioni di propaganda dispensate dal Centro d’Informazioni Pro Deo al governo degli Stati Uniti d’America nell’arco di tempo che va dal 14 novembre 1941 al 15 febbraio 194435. Le carte di Charles D. Jackson depositate alla Dwight D. Eisenhower Library36 nel febbraio 1972 riflettono tutte le sue attività e molte altre ancora, tipi di materiale che includono corrispondenza ufficiale e personale, rapporti, memorandum, trascrizioni di conversazioni, discorsi e alcuni materiali stampati che coprono un periodo dal 1931 al 1967 con il grosso ricadente tra gli anni 1940-1964. Nell’indice descrittivo delle serie troviamo quattro scatole (84-87) di documenti sulla Pro Deo datati tra il 1952 ed il 1964. In un segmento importante intitolato Log (diario), organizzato per anni dal 1953 al 1964, sono conservate alcune lettere sull’argomento Morlion-Università Internazionale di Studi Sociali. Il diario nacque come breve registrazione quotidiana dettata da Jackson durante il suo primo anno alla Casa Bianca e divenne, successivamente, archivio per la corrispondenza particolarmente importante.
Gli archivi della CIA (Central Intelligence Agency) hanno recentemente declassificato documenti scaricabili da chiunque online dal sito dell’agenzia. Trattasi dei “Black reports”37 con classifica originaria SECRET NOT TO BE ACCESSIONED, ovverosia una raccolta di memorandum redatti da una fonte privilegiata e destinati a persone di alto rango dell’OSS (Office Strategic Services). L’informatore che si celava dietro il nome in codice Black, da cui mutuò l’appellativo la copiosa documentazione, fu Felix Morlion. Difatti, le informazioni in esse contenute furono rilevanti per il direttore dell’OSS William J. Donovan38 che, non a caso, le raccolse in modo organico per sé ed il presidente degli Stati Uniti d’America Franklin Delano Roosevelt. Inoltre, sono carte che testimoniano la collaborazione tra le intelligences vaticana e statunitense durante il Secondo conflitto mondiale per lo sforzo comune di abbattere i totalitarismi europei.
Tornando all’Italia, infine, tracce di rapporti intercorsi tra l’Eni, il centro d’informazione (CIP) e l’Università Internazionale degli Studi Sociali Pro-Deo sono reperibili presso l’Archivio storico dell’Ente nazionale idrocarburi39 oggi in una struttura nel parco di Villa Montecucco a Castel Gandolfo. Mentre nell’Archivio Pio e Miriam Bondioli40, custodito nella Biblioteca capitolare e archivio storico della parrocchia di San Giovanni Battista in Busto Arsizio, conserva un carteggio unico per la ricostruzione delle origini del movimento Pro Deo nel nostro Paese.

Note

  1. Per questa tesi, cfr. Antonio Cipriani e Gianni Cipriani, Sovranità limitata. Storia dell’eversione atlantica in Italia, Roma Edizioni Associate 1991, pp. 16-18; Gerardo Padulo, Federico Umberto D’Amato e lo Stato “sfessato”, in Il Ponte – Rivista di politica economica e cultura fondata da Piero Calamandrei, numero di Dicembre 1999; Lawrence Gray, L’America di Roosvelt negli anni dell’esilio di Luigi Sturzo fra Jacksonville e New York: quale America ha conosciuto? Universalità e cultura nel pensiero di Luigi Sturzo: atti del convegno internazionale di studio, Roma, Istituto Luigi Sturzo, 28-29-30 ottobre 1999, Rubettino 2001, pp. 521-549; Sergio Flamigni, La tela del ragno, Kaos edizioni 2003; Nicola Tranfaglia, Come nasce la Repubblica, Bompiani 2004; Mario Guarino e Fedora Raugei, Gli anni del disonore: dal 1965 il potere occulto di Licio Gelli e della Loggia P2 tra affari, scandali e stragi, Bari Dedalo 2006, p. 205; Giuseppe Casarrubea, Mario J. Cereghino, Tango connection, Bompiani 2007; Giuseppe Casarrubea, Mario J. Cereghino, Lupara nera, Bompiani 2009; Gianni Flamini, Il libro che i servizi segreti italiani non ti farebbero mai leggere, Newton Compton Editori 2010; Giuseppe Casarrubea, Mario J. Cereghino, La scomparsa di Salvatore Giuliano, Bompiani 2013; S. Manfredi, PSYOPS 70 anni di operazioni di guerra psicologica in Italia, 2014.
  2. Cfr. Incontro del 18 gennaio 2020 con fr. Riccardo Lufrani op, Fr. Félix Morlion OP: il servizio di Dio tra università, cinema e missili.
  3. Cfr. Ivi, p. 3.
  4. Cfr. Ivi, p. 11.
  5. Per completezza segnaliamo l’esistenza di articoli pubblicati su l’Unità, Avanti!, La Stampa, Corriere della Sera, Vie Nuove, Paese Sera, L’Espresso, Il Mondo, Mother Jones, Panorama, la Repubblica, Socialist Register 1984: The Uses of Anti-Communism e Covert Action Information Bullettin.
  6. Cfr. la voce dell’Enciclopedia Treccani Gafencu, Grigore, visto il 20 maggio 2021.
  7. Cfr. Senato della Repubblica, V legislatura, 142ª Assemblea – seduta pubblica, martedì 27 Maggio 1969, Interrogazione Sen. Anderlini p. 7941.
  8. Cfr. E-mail della Biblioteca Nazionale di Roma all’autore il 6 Ottobre 2014.
  9. Cfr. ACBs, A. S. Giannuli, Relazione n. 48 – (Pecorelli) Proc. Pen. 91/97 P.M. BS, Faldone H/a-5, Cart. 4.
  10. Cfr. Comes Alessandro, Università Pro-Deo: gli amici di padre Morlion, L’Astrolabio, A. VII (1969), N. 24, 15 Giugno, pp. 12-15;
  11. Cfr. Comes Alessandro, Torna la Pro Deo sette miliardi per lo stato, L’Astrolabio, A. VII (1969), N. 48, 7 Dicembre, pp. 10-12.
  12. Biblioteca e museo presidenziale John F. Kennedy, JFKPOF-065-004, Salinger Memo to the President, November 16 1962, pp. 120-121.
  13. Cfr. Epiphanius, Massoneria e sette segrete. La faccia occulta della storia, 4° ed., Controcorrente 2008.
  14. Cfr. Roberto Beretta, Don Camillo ecco il copione fantasma, Avvenire, 25 marzo 2009, p. 31.
  15. Cfr. Georgetown University Manuscripts (GUM), Washington DC, Booth Family Center for Special Collections, Anna M. Brady papers, Box 2, Folder 17.
  16. Cfr. sul Cardinale Manuel Gonçalves Cerejeira (Vila Nova de Familicão, 29 novembre 1888 – Lisbona, 2 agosto 1977) la risorsa parte dell’articolo di Daniele Serapiglia, Il corporativismo nell’Estado Novo. Dalla promulgazione della Rerum Novarum al primo dopoguerra. Storicamente 5 (2009), nr. articolo 30.
  17. Cfr. GUM, Washington DC, Booth Family Center for Special Collections, Anna M. Brady papers, Box 2, Folder 12
  18. Cfr. GUM, Washington DC, Booth Family Center for Special Collections, Anna M. Brady papers, Box 2, Folder 24.
  19. Cfr. Ibidem
  20. Cfr. GUM, Washington DC, Booth Family Center for Special Collections, Anna M. Brady papers, Box 2, Folder 20.
  21. Cfr. la voce dell’Enciclopedia Treccani Dulles, Allen Welsh, visto il 20 maggio 2021. Si veda anche il paragrafo a lui dedicato in The Office of Strategic Services: America’s First Intelligence Agency pubblicato dalla CIA.
  22. Cfr. GUM, Washington DC, Booth Family Center for Special Collections, Anna M. Brady papers, Box 2, Folder 20.
  23. Cfr. la voce dell’Enciclopedia Treccani Theunis, Georges, visto il 20 maggio 2021.
  24. Cfr. la voce dell’Enciclopedia Treccani Cicognani, Alberto Giovanni, visto il 20 maggio 2021.
  25. Cfr. P. Daniele Penone, O.P., I domenicani nei secoli. Panorama storico dell’Ordine dei Frati Predicatori, Edizioni Studio Domenicano 1998 p. 413.
  26. Cfr. GUM, Washington DC, Booth Family Center for Special Collections, Anna M. Brady papers, Box 2, Folder 13.
  27. Cfr. ibidem
  28. Archivio Centrale dello Stato (Acs), Ministero dell’interno, Gabinetto, Archivio generale, Fascicoli permanenti, Enti e associazioni, b. 280.
  29. Commissione parlamentare d’inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi, Terrorismo di sinistra, XI-XIII, 15/35, fascicolo 3.
  30. Cfr. Archivio di Stato Roma, sede Galla Placidia, Tribunale Penale Roma, Anno 1956, b. 202, fasc. 1840.
  31. Cfr. Istituto Luigi Sturzo (ILS), Archivio Giulio Andreotti, Serie Democrazia Cristiana, fascicolo 191, Pro Deo Università Internazionale.
  32. Cfr. ILS, Archivio Luigi Sturzo, I sezione corrispondenza, terza parte (1940-1946).
  33. Cfr. ILS, Fondo Vittorino Veronese, Serie I: Azione Cattolica, Sottoserie 2: Presidenza Generale, 110. “3 – Pro Deo”, 1950-1958.
  34. Lorraine M. Lees, De Witt Clinton Poole, the foreign nationalities branch and political intelligence. Intelligence and National Security, Vol. 15, 2000, pp. 81-103.
  35. Cfr. Nara, RG. 226, C002, OSS Foreign Nationalities Branch Files, 1942-1945.
  36. Cfr. https://www.eisenhowerlibrary.gov/research/finding-aids/jackson-c-d, visto il 20 maggio 2021.
  37. Cfr. OSS Collection, Document Number (FOIA) /ESDN (CREST): CIA-RDP13X00001R000100040001-9. I Black’s reports, desecretati solo recentemente dalla CIA, sono una copiosa documentazione raccolta dal Direttore dell’OSS, Gen. William J. Donovan “Wild Bill”, che finiva direttamente sulla scrivania del Presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt e così chiamati perché relativi all’agente segreto con nome in codice Black (Felix A. Morlion).
  38. Cfr. La voce dell’Enciclopedia Britannica illiam J. Donovan, visto il 20 maggio 2021; E. Bauer, Storia dello spionaggio, Vol. 4, Istituto Geografico De Agostini, Novara – 1972, p. 100.
  39. Archivio storico Eni (AsE), Presidenza Marcello Boldrini, Attività istituzionale, Rapporti con associazioni e attività congressuale, Associazione per l’Università internazionale degli studi sociali pro-deo, Roma, Documentazione relativa all’attività e all’organizzazione di incontri a carattere tecnico-economico (1961-1967), b. 146, f. 3254, coll. F1.B.I.3; AsE, Presidenza Eugenio Cefis, Lettera, del Dottor Cefis, indirizzata a Monsignor Carlo Ferrero, Presidente dell’Associazione “Pro Deo” (13 luglio 1967 – 8 agosto 1967), b. 48, f. 16A6, coll. F1.B.II.3.
  40. Parrocchia di San Giovanni Battista in Busto Arsizio, Biblioteca capitolare e archivio storico, Archivio Pio e Miriam Bondioli, Documentazione relativa al Centro di informazione “Pro Deo” di padre Felix A. Morlion, Anno 1944-1945, Cart. 29, Fasc. 141.

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