Pietro Adami, “Oltre il ponte. Il 25 aprile del partigiano Giotto”, Rai Radio 1 e Tgr, 2025

Valentina Ricci, Pietro Adami, “Oltre il ponte. Il 25 aprile del partigiano Giotto”, Rai Radio 1 e Tgr, 2025, «Bibliomanie. Letterature, storiografie, semiotiche», 59, no. 21, giugno 2025, doi:10.48276/issn.2280-8833.12856
Oltre il ponte è un podcast originale di Rai Radio 1 e della Tgr, in cui il giornalista e podcaster Pietro Adami racconta la storia di uno dei pochi partigiani ancora in vita, Giordano Bruschi (nome di battaglia Giotto, appunto). Il podcast è stato realizzato con la precisa finalità di commemorare l’ottantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, avvenuta il 25 aprile 1945, attraverso la voce di uno dei suoi protagonisti.
Le cinque puntate che compongono il podcast (ciascuna lunga circa 30 minuti) ripercorrono la memoria e l’esperienza di Bruschi come antifascista, operaio, politico e partigiano delle zone tra Genova e Torino. Lo stesso impianto narrativo è affidato direttamente ai ricordi di Bruschi che, alla veneranda età di 99 anni, riesce a raccontare in prima persona con lucidità e precisione tutta la sua vita, partendo dall’infanzia, concentrandosi sulla lotta partigiana, fino ad arrivare alla Liberazione e all’esperienza politica nell’Italia democratica.
La descrizione di Bruschi è affidata alle parole di Adami – i due sono amici da diverso tempo – che si focalizza sulla sua incredibile memoria e sulla sua gratitudine per averla potuta conservare così bene anche in tarda età. Bruschi vive questa qualità come un dono di cui fa uso con grande entusiasmo, e dalle sue parole si percepiscono bene il senso del dovere e la gioia di tramandare i suoi ricordi.
Adami non è soltanto l’ideatore e lo scrittore del podcast, ma sembra esserne anche il primo ascoltatore: la sua voce fa domande, interpella Bruchi, storici e altri testimoni o persone che si impegnano ogni giorno per tenere viva la memoria della Resistenza, per poi lasciare spazio alle risposte che costruiscono la narrazione. Il giornalista è consapevole del fatto che il racconto esiste già e che ha bisogno soltanto di una mano sapiente che lo modelli e gli dia la forma giusta per entrare nel contenitore-podcast. Entra come un ospite nella storia di Bruschi, portando con sé tutti gli ascoltatori, lo presenta e poi dirige le sue domande, lavora sui tagli in post produzione, aggiunge la sua voce quando è necessario tirare le fila del discorso o sintetizzare racconti che altrimenti sarebbero troppo lunghi, inserisce interviste a storici esperti per spiegare alcune dinamiche che sono state studiate a fondo a livello accademico. Per sottolineare ancora di più questa sua veste di ospite, Adami ne veste i panni nella prima e nell’ultima puntata: il podcast si apre e si chiude con il giornalista dentro la casa genovese di Bruschi, si sentono in sottofondo voci di altre persone che lo accolgono in casa, la porta che si chiude, il rumore di alcune stoviglie.
Il racconto segue l’ordine cronologico della vita di Bruschi dall’infanzia fino al 25 aprile 1945, deviando talvolta dalla storia del protagonista per approfondire fatti storici della Resistenza e delle persecuzioni naziste e fasciste tra Genova e Torino. Per tali approfondimenti vengono interpellati spesso gli storici Luca Borzani, Mirco Dondi e Carlo Greppi, i cui interventi (di pochi secondi ciascuno) regalano delle pillole di storia agli ascoltatori, come la natura delle formazioni partigiane, i contesti socio-culturali di Genova e Torino in cui Bruschi era cresciuto e aveva agito, il ruolo delle donne nella Resistenza e la difficoltà culturale nel parlarne anche dopo la guerra, ecc… Questi interventi non sono esaustivi da un punto di vista didattico, ma sono funzionali a ricostruire il
contesto storico in cui Bruschi si è mosso e aprono spunti di riflessione importanti che l’ascoltatore potrebbe approfondire in autonomia, se interessato.
La macrostruttura delle puntate è molto semplice: ognuna inizia con Adami che racconta in diretta ciò che sta facendo per produrre il podcast (per esempio, nella terza puntata inserisce la registrazione del momento in cui si è recato a Bologna per intervistare il prof. Dondi); segue una sigla in cui il giornalista recita sempre la stessa piccola frase di presentazione del lavoro con una musichetta in sottofondo. Poi, quando la puntata inizia, si perde qualsiasi schema: le persone interpellate intervengono, talvolta Adami riprende la parola per poi passarla nuovamente, come se tutti (ascoltatore incluso) fossero seduti nello stesso momento al medesimo tavolo e stessero chiacchierando tra loro. Nonostante ciò, il racconto non è caotico – la voce e gli interventi di Adami dirigono la grande massa di informazioni – e risulta spontaneo e leggero.
I suoni e la musica sono ridotti al minimo, per la maggior parte del tempo gli interpellati parlano senza alcun sottofondo, la voce è pura e libera, mentre il ritmo è dettato dal passaggio di microfono da una persona a un’altra. Gli unici sottofondi musicali sono riservati alla narrazione di eventi particolarmente importanti o drammatici, come per la strage della Benedicta raccontata nella terza puntata.
Oltre alla voce di Giordano Bruschi, nella quarta puntata si inserisce nel flusso narrativo anche la voce di Enrica Canepa, figlia degli anarchici Giovanni Battista Canepa (nome di battaglia da partigiano, Marzo) e Maria Vitiello. Enrica Canepa è troppo piccola ai tempi della Resistenza per poterne prendere parte, ma si ricorda distintamente delle azioni di ribellione dei suoi genitori, dei loro arresti, della fuga a cui fu costretta insieme alla madre negli ultimi mesi di guerra e della grande festa a Genova il 25 aprile 1945. Le sue parole, come quelle di Bruschi, contengono il ricordo dei fatti, delle persone che morirono, e dei valori per cui combatterono.
A spezzare il ritmo del dialogo, infine, Adami inserisce degli audio di repertorio: in alcune puntate si possono ascoltare discorsi pubblici dell’epoca fascista (come quello con cui Mussolini annunciò l’entrata in guerra), oppure la voce della giornalista Marta Buonadonna che legge testi letterari sulla Resistenza.
Oltre il ponte è un prodotto che in cinque puntate riesce a spiegare la Resistenza partendo dai ricordi di una persona e dalle lotte brigate partigiane di una piccolissima parte d’Italia; lo fa attraverso una dimensione intima e semplice nella sua essenzialità, con la voce di un uomo anziano che invita l’ascoltatore a entrare in casa sua e ad prestare attenzione ai suoi racconti di gioventù, come farebbe un qualsiasi nonno con i propri nipoti. E nello stesso modo, intimo e semplice, si chiude, con Bruschi che recita una canzone partigiana di libertà e di speranza per il futuro, la prima che cantò ad Adami quando si conobbero, Oltre il ponte di Italo Calvino.
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